“Bombardano continuamente anche in questi minuti. Ci sono tanti droni che stanno attaccando Kiev e le autorità stanno dicendo di non uscire in città. Questa mattina anche mentre celebravamo la messa in nunziatura, si sentivano chiaramente questi droni che si avvicinavano. Fa effetto celebrare l’Eucaristia e sentire i droni che si stanno avvicinando, e pregare già per le vittime che probabilmente ci saranno alcuni secondi più tardi; dopo alcuni attimi si sentono le esplosioni (alcune sono avvenute a circa 1 chilometro di distanza), e supplicare di nuovo il Signore perché accolga tra le sue braccia i caduti”.
“In piena comunione con i numerosi appelli lanciati da Papa Francesco e dalla Santa Sede, anche noi rivolgiamo un forte appello ai responsabili dell’aggressione, affinché sospendano immediatamente le ostilità, e a tutte le parti affinché si aprano a ‘serie proposte’ per una pace giusta, in vista di una soluzione sostenibile del conflitto nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Non avere paura dei tempi oscuri che attraversano il continente asiatico. Anche in queste terre la Chiesa si trova di fronte ad un “roveto ardente” fatto di “sfruttamento, inverno nucleare, regimi dispotici che si sostituiscono alle democrazie”. Anche questa terra attende una “nuova Epifania”.
“In attesa” che le autorità competenti prendano presto una decisione e “in preghiera” perché la parrocchia San Simone e Sant’Elena a Minsk, meglio conosciuta come “Chiesa rossa”, possa al più presto riaprirsi di nuovo ai fedeli.
Lo stato di allerta non è finito. Esplosioni sono state udite nella regione di Kiev e in altre città ucraine. La difesa aerea ucraina ha abbattuto questa mattina due missili russi nella regione di Kiev. E con le esplosioni anche le sirene antiaeree sono tornate a risuonare in tutta l'Ucraina. “La gente questa mattina è disorientata”, racconta al Sir il vescovo ausiliare di Kiev. “Non sa se andare al lavoro con il rischio che la metropolitana si fermi. C’è confusione. La giornata di ieri ha scosso tutti. Ma posso assicurare che tutti sono molto coraggiosi. Nessuno dà segni di cedimento. Nessuno ha detto, lasciamo entrare i russi perché abbiamo paura. Ognuno fa quello che deve fare e va avanti”
Esplosioni continue e interruzioni di elettricità, ovunque. Le persone sono al riparo, nei rifugi. Chi nel corridoio di casa, chi è rimasto bloccato sul posto di lavoro, chi è andato a rifugiarsi nei sotterranei della metropolitana. Fuori, una pioggia di missili e fuoco
È di nuovo tensione nel Mar del Giappone. Nelle prime ore di oggi Corea del Sud e Stati Uniti hanno lanciato 4 missili terra-terra. Uno si è schiantato al suolo a Gangneung, nel nord-est del Paese, sfiorando la tragedia e gettando nel panico i residenti della città costiera. Antonio Fiori (Università di Bologna): “Ci troviamo in un’area già molto sollecitata. Abbiamo visto cosa è successo a Taiwan. Bisogna allora lavorare tutti e a più livelli per l’instaurazione di un dialogo ed una pacificazione piuttosto che invece rinverdire pratiche che nel passato lontano e recente possono portare a perdere il controllo e condurci a situazioni ancora più conflittuali”
“Un appello così accorato e profondo può venire solamente da una immedesimazione profonda con il cuore di Cristo e questo e solo questo rende ragione di questa preghiera così intensa, profonda. Penso che queste parole non possono non raggiungere il cuore del presidente russo, del presidente ucraino e anche forse di tanti altri. Almeno me lo auguro”.
La partecipazione alle ostilità “è una questione di coscienza umana” che, come si legge nel Catechismo della Chiesa Cattolica, è “il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio” e al cui “giusto giudizio deve sempre obbedire”.