Maria Chiara Biagioni

Maria Chiara Biagioni

Un anno dal colpo di stato. Il Myanmar è stato inghiottito in un’orribile crisi umanitaria

1.500 persone uccise di cui almeno 100 bambini; 12 mila arresti indiscriminati; distruzione di interi villaggi e un numero crescente di sfollati interni. Ma anche cristiani e luoghi di culto presi di mira, giornalisti perseguitati e testate indipendenti chiuse. “Ad un anno dal colpo di stato, il Myanmar è stato inghiottito in un'orribile crisi umanitaria e dei diritti umani”, dice al Sir Benedict Rogers, giornalista, scrittore e attivista. “È sbalorditivo che questa catastrofe in corso non abbia causato più proteste”, aggiunge indignato. “A parte qualche sanzione e alcune dichiarazioni, il mondo democratico è stato pericolosamente silenzioso, o almeno tiepido. È tempo che il mondo si faccia avanti e agisca”. Due gli interventi immediati e prioritari: "imporre un embargo globale sulle armi e rispondere con assistenza umanitaria di emergenza, in particolare agli sfollati ai confini del Paese”.

Giorno della Memoria. Milena Santerini (coordinatrice nazionale): “La rabbia dei giovanissimi, frutto della cultura del disprezzo”

Preso a calci e sputi perché ebreo. La vicenda del bambino di 12 anni aggredito a Campiglia Marittima (Livorno) irrompe alla vigilia del Giorno della Memoria che si celebra domani 27 gennaio. "L’antisemitismo oggi in Italia - dice Milena Santerini, la Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio - è in crescita ma il problema non è tanto quantitativo quanto il fatto che il fenomeno sia più diffuso, visibile e normalizzato". Il pericolo oggi si presenta con il volto dell’“antisemitismo light”, fatto di pregiudizi, stereotipi, disprezzo e derisione

Ucraina e Russia. Ferrari (Ca’ Foscari): “La risposta peggiore in queste ore è alzare il livello dello scontro”

Intervista a Aldo Ferrari, dell'Università Ca' Foscari di Venezia: “La guerra non dovrebbe scoppiare perché non ce ne sono ragioni e interessi oggettivi. Però, attenzione, ci sono tanti casi di guerre che sono scoppiate in maniera irrazionale. Pensiamo alla Prima guerra mondiale quando saltò tutta l’Europa per nulla. Credo quindi che in questa situazione la risposta peggiore sia quella di alzare il livello dello scontro e della contrapposizione"

Tonga: Roma, preghiera ieri sera a Santa Maria in Trastevere. Card. Czerny, “la gente ha perso tutto, ci vorrà tempo per la ricostruzione”

“Il danno materiale è così enormemente alto che ci vorrà molto tempo per ritornare alla vita normale. La gente ha perso case, piantagioni, macchinari e materiali per la pesca e per l’agricoltura. Il Governo, la popolazione, la Chiesa ed altre entità stanno valutando l’impatto di questa calamità per poter iniziare l’opera della ricostruzione, invitando la comunità internazionale a contribuire”. 

Ucraina: appello di S.B. Shevchuk, “ovunque voi siate, vi chiedo di pregare per la pace”. “La preghiera è l’arma più potente”

“Invito tutti i figli della nostra Chiesa ad unirsi alla veglia spirituale di preghiera. Ovunque voi siate – a casa o sui mezzi di trasporto, in viaggio per andare a lavorare o sul posto di lavoro, a scuola o all’università – vi chiedo di pregare per la pace in Ucraina. Pregate di persona e unitevi alla preghiera della comunità ecclesiale nelle vostre parrocchie, cattedrali, monasteri in cui vi trovate”.

Myanmar. Padre Celso Ba Shwe (Loikaw): “Il nostro grido di aiuto non è ascoltato dal mondo”

Città deserta. Parrocchie abbandonate. Bombardamenti da terra e attacchi aerei continui, giorno e notte. Elettricità e connessione Internet interrotta. La gente è fuggita. Nei campi profughi le condizioni sanitarie sono precarie. La gente ha paura ed è traumatizzata. Si vive così a Loikaw, capitale dello Stato birmano di Kayah, nell’Est del Paese, a prevalenza cristiana, dove nelle ultime due settimane sono aumentati gli attacchi armati della giunta militare. Il Sir ha raccolto la testimonianza drammatica dell’amministratore apostolico della città, padre Celso Ba Shwe: “Facciamo ripetutamente i nostri appelli alla comunità internazionale”, ma senza risultati