“Non possiamo permettere che una tale violenza e un tale disprezzo per la vita umana e per l’integrità fisica si radichino nel nostro tempo e nella nostra cultura. Papa Francesco nell’omelia per il primo giorno dell’anno, appena due settimane fa, ha affermato che la violenza contro le donne è un oltraggio a Dio”.
Intervista a mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “Viviamo in una società divisa e polarizzata. Tutti cercano scorciatoie che sembrano risolvere il problema. Le problematiche che si sono aperte, sono nuove e sono enormi. Ci stanno pesando, ferendo e interrogando. Proprio perché siamo in una situazione così grave, la soluzione è difficilissima e la dobbiamo cercare insieme, con umiltà e con spirito di collaborazione”
“Quando mi chiedono cosa è la guerra, a me viene in mente il fango. Decine e decine di chilometri di fango”. Raggiunto telefonicamente dal Sir padre Andriy Zelinskyy, cappellano militare della Chiesa greco-cattolica di Ucraina e da anni impegnato a fianco dei soldati sulle zone di confine, racconta come si vive in trincea. Le diplomazie mondiali manifestano preoccupazione per l’escalation di tensione nell'area. I colloqui tra la Nato e la Russia continuano a fallire e Kiev in queste ore è sotto un attacco informatico su larga scala
Non cessano gli attacchi e i bombardamenti aerei in Myanmar. Ad essere colpita è anche la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Doukhu dove ieri a seguito di un attacco aereo, è stato completamente distrutto uno dei due campanili. “Il rischio è molto grande. Siamo nel bel mezzo di un campo di battaglia”, racconta al Sir padre Francis Soe Naing, cancelliere della diocesi di Loikaw, che questa mattina a corredo delle notizie, ha inviato anche una serie di foto. Circa 200 sfollati hanno trovato rifugio in Cattedrale ma tutte le parrocchie (sei) della città di Loikaw sono già state abbandonate. "Non sappiamo cosa ci succederà. Tuttavia, crediamo che Dio ci proteggerà”
Parla il vescovo di Almaty e presidente dei vescovi cattolici del Kazakistan dopo le giornate di ferro e fuoco che hanno lasciato in città ancora oggi segni di assedio e distruzione. “Il fatto che il Papa abbia parlato domenica scorsa del Kazakistan è un segno di comunione. Il suo appello al dialogo e alla fraternità è la strada per questo Paese”, dice mons. José Luis Mumbiela Sierra che aggiunge: “La pace è un dono di Dio ma anche frutto del nostro impegno e del nostro lavoro. Questa pace è anche il sogno di un Kazakistan multietnico, multireligioso, un Kazakistan di concordia. Stiamo sognando e ma stiamo anche costruendo perché questo sogno si realizzi”
“Finora siamo tutti al sicuro e sopravviviamo grazie alla protezione di Dio. Ma la guerra è entrata nella città di Loikaw. Da tre giorni sono in corso pesanti combattimenti. Siamo attaccati non solo con armi pesanti ma anche con aerei ed elicotteri. Ci sono molti sfollati interni (circa 200) nel complesso della cattedrale. Ci sposteremo in un altro posto perché qui è impossibile rimanere”.
A nome dei vescovi dell’Ue, il presidente della Comece, card. Jean-Claude Hollerich, esprime “profondo dolore per la morte di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo”.