Nelle diverse forme della sofferenza intesa come male subito (dolore, violenza), male agito (male morale, colpa, peccato) e male «metafisico» (condizione umana finita e mortale), si può individuare una costante: il mistero o l’enigma della sofferenza è sempre collegato con una comprensione del tutto (il “divino”, il mondo fisico o ideale, l’inizio delle cose e la loro fine, l’essenza della realtà, il piano dell’universo o della storia ecc.).
«La speranza è sempre andare oltre, è sempre rubricata in ciò che oggi ci appare impossibile, senza forma. Perché la speranza è ciò che da respiro alla libertà». Così Johnny Dotti su Vita.it, in una meditazione su cosa significa sperare oggi scritta per la Pasqua. Il silenzio e l’immobilità di allora può tornare a Natale.
Buone pratiche.Possiamo fare di questo “isolamento” una solitudine abitata. Non sentirci abbandonati, ma prenderci cura di noi stessi, anche per quegli aspetti che nella vita ordinaria abbiamo magari dovuto trascurare.