Del drammatico naufragio della settimana scorsa in Grecia (82 i corpi recuperati finora e almeno 600 i dispersi) parla al Sir la direttrice di Caritas Hellas, Maria Alverti. “Penso sia il peggior naufragio in tutto il Mediterraneo. La cosa scioccante non riguarda solo il numero di persone morte tutte insieme ma il fatto che potevano essere salvate”. Intanto al largo di Lampedusa e del Marocco altri naufragi e altre morti
“Una tragedia tra le più dolorose e gravi degli ultimi dieci anni”. Così Fondazione Migrantes e Caritas italiana commentano la strage di migranti avvenuta nel Mar Egeo davanti alle coste greche. Nell’esprimere dolore per questo ennesimo tragico naufragio, Migrantes e Caritas sottolineano “la necessità di canali regolari d’ingresso in Europa che evitino la morte a uomini, donne e bambini costretti a fuggire per vivere una vita più dignitosa. Occorre una maggiore consapevolezza a livello europeo, affinché si superi presto il regolamento di Dublino e non si chiudano le frontiere”.
A due mesi dall'inizio del conflitto la situazione è disastrosa: 2,2 milioni di persone sono state costrette a fuggire, si contano almeno 1.800 morti. I combattimenti iniziati a Khartoum si sono estesi anche nel Darfur occidentale e nel Nord Kordofan, in alcuni casi anche con connotazioni di pulizia etnica. 19 milioni di persone sono in situazione di insicurezza alimentare, una cifra record ma gli aiuti umanitari arrivano con difficoltà. I sudanesi si organizzano come possono ma mancano cibo, farmaci, acqua potabile, elettricità, comunicazioni. Alcune testimonianze da un incontro all'agenzia Dire.
“L’Europa continua a proteggere i confini e a difendersi da coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto. Dovremmo aver imparato negli anni, ormai troppi, che non si fermano gli arrivi ostacolando le partenze, rendendo più difficoltosi i viaggi. L’unico risultato di queste politiche è l’aumento delle morti alle frontiere. La drammatica e cinica conclusione di questo agire è che di fatto riteniamo alcune vite sacrificabili”.
Il Ministero per le Pari Opportunità e Caritas italiana promuovono un grande progetto nazionale per le donne vittime di violenza domestica ed economica, per aiutarle con il microcredito sociale ed imprenditoriale. L’accordo con l’Ente nazionale per il microcredito, l’Abi e la Federcasse è stato siglato due anni fa ma è diventato operativo in questi giorni. Il progetto si intitola "Microcredito di libertà" e sarà presentato il 16 giugno a Roma.
Il 2 novembre 2022 è stato siglato, dopo due anni di conflitto, un accordo di cessate il fuoco tra il governo dell’Etiopia e il Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf). Eppure continuano le detenzioni arbitrarie, le espulsioni e gli abusi nei confronti dei tigrini nella regione del Tigray occidentale, una vera e propria pulizia etnica secondo l'ultimo rapporto dell'organizzazione per i diritti umani Human rights watch.
Caritas italiana, il Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute hanno presentato oggi un documento durante l'audizione a Palazzo Chigi ai tavoli di ascolto e di confronto sui provvedimenti attuativi e le tematiche connesse alla Legge delega 33/2023 sugli anziani non autosufficienti. Le considerazioni rientrano nelle proposte formulate nell'ambito del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, che riunisce 58 organizzazioni e associazioni impegnate con gli anziani non autosufficienti, tra cui molte molte realtà del mondo cattolico.
Microcredito sociale, alloggi, trasferimento di anziani e persone sole nei nuovi luoghi di vita, aiuto a sgomberare le case alluvionate, attività di animazione con i bambini e i ragazzi nelle parrocchie, sostegno psicologico. Oltre alla distribuzione di beni di prima necessità già in corso nelle Caritas delle diocesi di Cesena-Sarsina, Faenza-Modigliana, Forlì-Bertinoro, Imola e Ravenna-Cervia più colpite dalle alluvioni dei giorni scorsi, sono queste le iniziative che Caritas italiana intende promuovere nei prossimi mesi. Ne parla al Sir don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, di ritorno da una visita a Faenza
Non regge la tregua di una settimana che era stata decisa il 20 maggio a Gedda, in Arabia Saudita. A Khartoum sono ripresi gli scontri e i bombardamenti aerei tra l'esercito regolare e le Forze paramilitari di supporto rapido (Rsf). Al confine con il Sud Sudan stanno arrivando centinaia di migliaia di profughi che le Caritas locali stanno aiutando con beni di prima necessità e alloggi temporanei. La Caritas di Malakal, ad esempio, ha messo a disposizione un battello sul Nilo per mettere in salvo i profughi. Ce ne parla Fabrizio Cavalletti, di Caritas italiana