La minoranza cattolica del Pakistan si stringe in preghiera per la salute di Papa Francesco. Secondo notizie giunte al Sir l’arcivescovo di Karachi monsignor Benny Mario Traves ha chiesto al clero locale di pregare per il Papa.
“Non modificate la legge 185/90 che regola l’export di armi italiane. Modificarla vuol dire affossarla!”: è l’appello dei presidenti di Agesci, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica Italiana, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi Italia che rilanciano l’appello della Rete Italiana Pace e Disarmo ai parlamentari “Basta favori ai mercanti di armi! Fermiamo lo svuotamento della Legge 185/90”.
E' stata diffusa oggi una indagine conoscitiva di Caritas italiana su un campione di 632 giovani di tutte le regioni italiane: indaga la presenza dei giovani nelle realtà Caritas, nelle parrocchie e nei servizi diocesani, le loro esperienze, sogni, ostacoli e passioni, con proposte e suggerimenti per migliorare il livello organizzativo e lo stile di presenza. Si tratta in maggioranza di giovani donne (68,4%). Il 38,4% è volontario, il 30% sta svolgendo il servizio civile, mentre il 26,4% lavora. Il 67,9% dichiara di collaborare con la Caritas occasionalmente, il 32,1% in modo stabile. Poco più della metà dei giovani (53,5%) sono occupati in centri e servizi socio-caritativi come mense, ostelli, magazzini, empori della solidarietà, centri di distribuzione di beni primari.
Pellegrinaggi diocesani, ritiri di preghiera, incontri e festival giovanili. Così i cristiani pakistani, una minoranza vitale e vivace su 224 milioni di abitanti, hanno intenzione di celebrare il Giubileo. Intervista al nunzio in Pakistan, l'arcivescovo Germano Penemote, che auspica di "avviare il dialogo per un riconoscimento giuridico della Chiesa in virtù delle sue apprezzabili attività, in favore della comunità nazionale”
“Il Giubileo ci invita a sperare contro ogni speranza”, afferma suor Elena Balatti dalla diocesi di Malakal, in Sud Sudan, Paese che accoglie quasi 1 milione di profughi dal conflitto in Sudan. La Caritas locale lancia un appello urgente: “Senza nuovi aiuti esterni, entro marzo non potremo garantire il pacchetto alimentare quotidiano”
Da alcuni giorni i ribelli del movimento M23, sostenuti dal Rwanda, hanno occupato e messo a ferro e fuoco la città di Goma, nella provincia orientale del Nord Kivu, nella Repubblica democratica del Congo. Una zona notoriamente contesa per il controllo delle terre rare e delle risorse minerali della regione, tra cui il coltan e la cassiterite, tutti necessari all’industria high tech. Descrive al Sir quanto sta accadendo a Goma, e di riflesso nella capitale Kinshasa, don Edouard Makimba Milambo, segretario esecutivo di Caritas Congo
Il bombardamento del reparto di neonatologia dell’ospedale generale Charité maternelle “che ha causato la morte di neonati” e della procura diocesana, con la distruzione dei “vetri del nuovo stabile recentemente inaugurato”, come pure “il saccheggio, da parte della popolazione e qualche volta da parte dei militari, di negozi e magazzini”: “Tutto ciò aggrava una situazione umanitaria già deplorevole”.
Oggi in Mozambico Daniel Chapo, leader del partito Frelimo (Fronte di Liberazione Mozambicano), al potere dall'indipendenza dal Portogallo nel 1975, ha prestato giuramento come presidente a Maputo, nonostante mesi di proteste e violenze post-elettorali che hanno causato tra i 300 e 400 morti e migliaia di feriti. Le elezioni generali del 9 ottobre scorso sono state infatti contestate dal leader dell'opposizione Venancio Mondlane, del partito Podemos (Partito Ottimista per lo Sviluppo del Mozambico). Mondlane è sostenuto dai giovani (il 50% della popolazione mozambicana è sotto i 18 anni) disillusi dalla mancanza di crescita economica e benessere. Il parere di don Silvano Daldosso, missionario in Mozambico da quasi 18 anni.
"E' diminuito il numero degli arrivi in Italia, ma sono aumentati verso la Spagna e la Grecia. Il fatto che di queste persone in fuga ne arrivino meno in Europa in realtà dovrebbe preoccuparci: vuol dire che molte più persone vengono tenute fuori dai confini europei, quindi viene meno il diritto di migrare; aumentano i respingimenti oltre che i trattenimenti in alcuni Paesi". È il parere dell'arcivescovo Gian Carlo Perego, presidente della Cemi (Commissione episcopale per le migrazioni) e della Fondazione Migrantes a commento dei dati di Frontex che registrano nel 2024 un calo del 59% di arrivi irregolari di persone migranti dal Mediterraneo centrale. Il livello più basso dal 2021