Redazione

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80 anni da Auschwitz. Suor Loparco: “L’impegno degli ambienti cattolici salvò molti ebrei e ricercati”

Sono trascorsi 80 anni da quel 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. La scoperta di quel luogo divenne l’occasione per far conoscere al mondo la tragedia vissuta da molti, anche grazie alle testimonianze dei sopravvissuti. Ma Auschwitz richiama alla memoria anche coloro che, grazie all’ospitalità offerta da tante persone e realtà, non varcarono mai i confini del campo. Suor Grazia Loparco, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma, ricorda l’impegno degli ambienti cattolici a Roma e in Italia nell’accoglienza di numerosi ebrei e altri ricercati

L’antisemitismo, come ogni razzismo, è una malattia profonda della nostra società

Enrico Fink, presidente della Comunità ebraica di Firenze: "la Comunità Ebraica non si sottrae al confronto, non chiede censure nei confronti del dibattito sulla guerra in Medio Oriente. Piange ogni vittima, a Gaza come altrove, e ritiene fondamentale che l’attenzione del mondo si focalizzi laddove i conflitti insanguinano la terra". E sulla Giornata del 27 gennaio, aggiunge: "Soprattutto oggi, quando dittature populismi e razzismo rialzano la testa con arroganza e violenza nel mondo intero, riteniamo colpa grave ogni indebolimento della vigilanza antifascista. La lotta all'antisemitismo non è necessaria perché gli ebrei sono 'buoni'. È necessaria perché l'antisemitismo, come ogni razzismo, è una malattia profonda della nostra società"

Domenica della Parola di Dio: un richiamo alla profezia e alla speranza

La Domenica della Parola di Dio, istituita da Papa Francesco, è un richiamo profetico a gridare sui tetti le parole di pace, giustizia e fraternità ascoltate nel “segreto” delle chiese. Spesso, queste parole restano silenti, incapaci di risuonare nelle città, nei media e tra gli oppressi. La Parola, afferma il testo, non è proprietà della Chiesa, ma un dono da condividere, una responsabilità verso le vittime delle sopraffazioni e un balsamo sulle ferite del mondo. Nell’Anno Santo, questo giorno assume un significato ancor più profondo, richiamando il giubileo biblico come occasione di liberazione e riconciliazione. Il testo invita i cristiani alla parresìa, a proclamare con coraggio una speranza concreta, che abbracci anche chi soffre le ingiustizie. Le donne cristiane, prime messaggere della Resurrezione, sono chiamate a rispondere con la pace del Magnificat alle grida di guerra e arroganza. La Parola diventa così la forza per superare il silenzio e testimoniare la giustizia e la misericordia di Dio