Il Centro universitario di Padova - una realtà da sempre vicina alle esigenze degli studenti e impegnata nella promozione dello sviluppo integrale della persona umana - promuove un dibattito aperto a tutte le liste studentesche in vista delle elezioni del 3 e 4 dicembre.
Torna in città il tradizionale appuntamento che chiude l’annata agraria, in via Oberdan il mercato di Campagna Amica. Il sindaco Giordani: “La vostra presenza sul territorio è insostituibile”
Si è svolto sabato scorso 23 novembre all’Opsa – con la partecipazione di 230 persone – il convegno promosso dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute della sul tema del “fine vita”.
A carico dei cristiani grande è l’impegno oggi richiesto per ricucire il rapporto uomo-donna e grande anche la responsabilità di promuovere e accendere riflessioni, ricerche, critiche ed auto-critiche, domande e risposte, dialoghi e discussioni. Per ricucire occorre trovare spazi e tempi, persone che si prendano cura e prendano a cuore i bisogni materiali e spirituali di sé e degli altri
Oggi, 24 novembre, la Chiesa celebra la XXXIX Gmg. Papa Francesco ha scelto come tema un versetto di Isaia, "Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi", esortando i giovani a coltivare la speranza nonostante le guerre, le ingiustizie sociali, le disuguaglianze, la fame, lo sfruttamento dell’essere umano e del creato. Padre Faltas richiama il pensiero del Pontefice e descrive come i giovani di Terra Santa affrontano queste sfide
“Non è vero, come alcuni pensano, che gli eventi del mondo sono ‘sfuggiti’ dalle mani di Dio. Non è vero che la storia la fanno i violenti, i prepotenti, gli orgogliosi. Molti mali che ci affliggono sono opera dell’uomo, inganno dal Maligno, ma tutto è sottoposto, alla fine, al giudizio di Dio. Quelli che distruggono la gente, che fanno le guerre, che faccia avranno quando si presenteranno davanti al Signore? ‘Perché hai fatto quella guerra? Perché hai ucciso?’. E loro, cosa risponderanno? Il Signore ci lascia liberi, ma non ci lascia soli: pur correggendoci quando cadiamo, non smette mai di amarci e, se lo vogliamo, di risollevarci, perché possiamo riprendere il cammino”.
Nel leggere la situazione internazionale e le questioni che essa pone oggi, emergono alcune parole chiave che necessitano di essere interpretate. Negoziato, coesistenza, sicurezza, pace, sviluppo sembrano ormai aspirazioni vuote rispetto ad un indicatore che sembra consolidarsi nei rapporti internazionali: il conflitto come metodo dell’agire e come mezzo di soluzione. Mediante il conflitto si agisce nei rapporti politici, economici, commerciali, culturali, per dare soluzione a questioni annose, a rapporti e relazioni sempre più ancorati intorno all'interesse del fare e dell’acquisire posizioni. La visione corrente e le prospettive future dei rapporti internazionali hanno trasformato in immagini espressioni come servizio, criteri come giustizia, metodologie come negoziato, ponendo un interrogativo sul loro significato. Ecco perché il conflitto è visto come “risolutore”
Uniti nella diversità e diversi nella unità. Forse è questa la grande sfida, ma sarebbe meglio dire opportunità o via che si apre dinanzi a noi. Se è vero che tutto spinge a riconoscerci partecipi di una comunità di destino come umanità, è quanto mai importante avvertire i legami che ci uniscono in maniera imprescindibile quali principio del nostro stesso essere nella infinita diversità dell’umano e come inesauribile risorsa. L’umanesimo planetario è un umanesimo relazionale che ha nel dialogo la sua cifra più propria e che solo nel dialogo può far emergere tutta la sua ricchezza
Oggi dobbiamo e possiamo scommettere sulla necessità di sviluppare la coscienza del fatto irreversibile che “siamo tutti sulla stessa barca”. Lo rivelano drammaticamente le crisi globali che stiamo vivendo pandemia, guerra, riscaldamento globale…), mostrando nella vita quotidiana di tutti quali siano i pericoli e le potenzialità rigeneratrici del nostro tempo. Una cosa è messa perentoriamente in evidenza dalle crisi globali: nessuno si salva da solo. La fragilità ci segna e ci accomuna, e per la prima volta tutti lo abbiamo toccato con mano