Stefano De Martis

Stefano De Martis

La severità di Mattarella nel discorso ai Comuni

Il Governo non è certo esente da errori, come dimostra la vicenda surreale del commissario alla sanità calabrese. Ma è soprattutto il comportamento delle Regioni a suscitare sconcerto. È bastato qualche lieve segnale positivo in quelle più colpite perché scattasse la corsa a cambiare “colore”. Ma è sempre così. Un continuo andirivieni tra le richieste di chiusura quando da Roma si apre e di apertura quando da Roma si vorrebbe chiudere. E non sempre quel che viene dichiarato in pubblico corrisponde a quel che realmente si chiede in via riservata

Prove di dialogo tra i partiti, qualcosa si muove

Oltre le polemiche quotidiane, il tentativo della politica italiana di trovare un metodo dialogante per affrontare questa fase critica per il Paese registra qualche segnale più concreto del solito. All'origine c'è sempre la moral suasion del presidente della Repubblica che, come si ricorderà, è emersa in modo palese all'inizio di novembre nei colloqui con i presidenti dei due rami del Parlamento e i vertici della Conferenza delle Regioni. Da allora qualcosa si è messo in moto, nel dibattito pubblico come a livello parlamentare.

Biden, Trump e le resistenze del populismo in Europa

Il "sovranismo" ha radici sociali profonde e la stessa pandemia, che pure ha contribuito in questi mesi a oscurarne la stella, potrebbe avere conseguenze imprevedibili nel medio periodo, soprattutto al di qua dell’Atlantico. La vittoria del candidato democratico in Usa e la sconfitta del presidente uscente dividono la politica continentale e quella italiana. Il monito di Mattarella

Una leale collaborazione. Il Paese ha bisogno di istituzioni regionali efficienti e responsabili

Fino al voto di settembre, dov’erano in ballo presidenze di peso, il protagonismo talora scomposto e spesso altalenante di molti “governatori” regionali nella prima fase della pandemia – come pure nel corso della fugace tregua estiva – poteva essere attribuito alla frenesia elettorale. Che non rappresentava una giustificazione valida, certo, ma una spiegazione realistica sì. 

Nuovo Dpcm, la questione di fondo rimane la tenuta unitaria del Paese

Il nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte, al di là di tanti dettagli pur rilevanti, segna una svolta nella strategia per combattere i contagi. In occasione della prima ondata della pandemia si arrivò a un lockdown nazionale dopo interventi forti ma per aree limitate. Stavolta le prime restrizioni sono state generalizzate ma relativamente lievi e l'affondo è avvenuto modulando le misure secondo tre grandi fasce di rischio. A volte la necessità di raccontare il giorno per giorno della politica può creare illusioni ottiche, ma a ben vedere la linea del fare di tutto, compresi i lockdown parziali, prima di arrendersi alla necessità di un nuovo blocco totale è stata quella sostenuta dal presidente del Consiglio sin dall'inizio