Stefano De Martis

Stefano De Martis

Un calendario serrato per il Parlamento: tra economia e riforme collegate al referendum

Ci si è messo anche il Covid a complicare un calendario politico-parlamentare estremamente denso di temi e di scadenze, tra gli impegni cruciali in materia economica e l'accidentato percorso delle riforme più o meno collegate al recente referendum. Contagi permettendo, lunedì arriva in Aula al Senato il “decreto agosto” che dev'essere convertito in legge entro il 13 settembre e attende di essere votato anche dalla Camera. La prossima settimana il Parlamento dovrà esprimersi anche sulle linee-guida per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la legge di bilancio va presentata alle Camere entro il 20 ottobre. Il 15 ottobre dovrà essere inviato alle istituzioni europee il Documento programmatico di bilancio (Dpb). In aggiunta a ciò, la "legge Fornaro", che riduce di un terzo il numero dei delegati regionali partecipanti all'elezione del presidente della Repubblica, è prevista in Aula alla Camera il prossimo 23 ottobre.

Referendum costituzionale. Pombeni: “Verso un ridisegno degli equilibri del sistema politico. Tutti i partiti escono provati dal voto”

“Si va verso un ridisegno degli equilibri del sistema politico”. Il giorno dopo il referendum costituzionale e le elezioni amministrative, l’analisi di Paolo Pombeni, storico e politologo tra i più autorevoli, guarda avanti, oltre l’impatto immediato della tornata elettorale. E invita a essere prudenti nel valutare le prospettive di medio e lungo periodo. E sullo schiacciante "sì" del Referendum avverte: “Non credo che molti tra coloro che hanno votato Sì lo abbiano fatto per attivare una stagione di riforme. Penso piuttosto a un’ultima fiammata populista”

Guida al voto, tra misure di sicurezza e importanza della partecipazione

Sono oltre 51 milioni e mezzo gli elettori chiamati alle urne domenica 20 e lunedì 21 settembre per la prima tornata di voto dell'era Covid. L'intero corpo elettorale dovrà esprimersi sulla legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari. Più di 18 milioni e mezzo di elettori voteranno anche per i vertici di sette Regioni, e oltre 5 milioni e 700 mila per i sindaci e i consigli di quasi mille Comuni. Per quanto riguarda il referendum costituzionale, c'è da ricordare che, a differenza del referendum abrogativo di leggi ordinarie, non è previsto un quorum per la validità della consultazione e questo rende ancor più importante la partecipazione al voto, perché con un'affluenza molto scarsa l'esito potrebbe essere determinato anche da una piccola minoranza di elettori.

Mattarella a Vo’ Euganeo richiama tutti alla responsabilità: “Ripartenza occasione per compiere un salto di qualità”

Nel memorabile discorso a Vo' Euganeo, il capo dello Stato ha individuato nella scuola il paradigma del Paese nella sua interezza. “La riapertura delle scuole esprime la piena ripresa dell'Italia”, ha detto tra l'altro, “ha il valore e il significato di una ripartenza dell'intera società”. E' “una prova per la Repubblica, per tutti, nessuno escluso”, ha ribadito con una formula efficace e non priva di solennità. Non appare quindi una forzatura cercare di cogliere nelle sue parole anche un messaggio al mondo politico che vive ore di fibrillazione in attesa della tornata elettorale del 20 e 21 settembre

Referendum. Balboni (Univ. Cattolica Milano): “Voto no. L’errore più grande è stato aver scelto lo strumento dei tagli lineari”

“Il mio è un No senza particolare entusiasmo, come credo siano senza entusiasmo anche molti Sì. Lo schema binario impone una scelta drastica e ci si ritrova su posizioni opposte anche se magari su molte argomentazioni ci si potrebbe ritrovare”. Enzo Balboni, già professore ordinario di diritto costituzionale all'Università Cattolica di Milano, è tra i firmatari di un appello di giuristi contrari alla legge costituzionale che riduce il numero di deputati e senatori. Ma non sale sulle barricate. “La materia del quesito in sé è miserella – spiega – in quanto il taglio lineare non assicura alcuna maggiore efficacia del Parlamento e presenta forti venature di polemica politica contingente. Ecco, l'errore più grande è stato quello di aver scelto lo strumento dei tagli lineari. Le riforme costituzionali non si fanno così”.