Il Presidente della Repubblica sta procedendo nel suo approfondimento estremamente lineare e sistematico per cercare di “stanare” i partiti e metterli davanti alle loro responsabilità. Non vuole lasciare nulla di intentato, come dimostrano i due giri di consultazioni in prima persona e i due mandati esplorativi.
Si tratta di un'opzione che trova ampi riscontri nella prassi costituzionale (è il settimo mandato esplorativo della storia della Repubblica) e che si caratterizza per il ruolo sostanzialmente ausiliario che l'incaricato è chiamato a svolgere rispetto al Capo dello Stato.
Parole che sembrano escludere un terzo giro di consultazioni e alludono, invece, a un'iniziativa del Quirinale per sbloccare la situazione. Un mandato esplorativo, per esempio, affidato a una personalità come il presidente di uno dei due rami del Parlamento, a cominciare da quello del Senato che è la seconda carica dello Stato
Dopo il primo giro di consultazioni, che si sono concluse giovedì 5 aprile, il presidente Sergio Mattarella incontrerà nuovamente i partiti per poter dare forma al nuovo governo. In attesa di conoscere il risultato finale delle elezioni del 4 marzo, abbiamo scelto dieci parole chiave per comprendere meglio l'attività politica e istituzionale in corso.
Alla fine della prima tornata di colloqui il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, tira le somme e ancora una volta fa capire che sono i partiti a doversi decidere. Lui farà la sua parte fino in fondo, certo, con l'autorevolezza che tutti gli riconoscono e con il suo stile maieutico e non interventista.
Con Marco Olivetti, ordinario di diritto costituzionale presso la Lumsa di Roma, analizziamo il delicato passaggio istituzionale che condurrà alla formazione del nuovo governo: "Quanto meno chiara e più complessa è la struttura parlamentare, tanto più per arrivare alla formazione del governo diventa necessaria un'attività di mediazione"
"Rispetto agli stanziamenti previsti di qui al 2020 mancano oltre 4 miliardi di euro, un obiettivo a cui si può arrivare gradualmente, con un piano pluriennale compatibile con le esigenze del debito pubblico", afferma il portavoce dell’Alleanza contro la povertà e presidente delle Acli a proposito del Rei.
“Questa è veramente la Terza Repubblica”. Così Paolo Pombeni, uno dei più autorevoli studiosi della politica italiana: “Il dato complessivo che emerge è quello di un Paese che ha voglia di cambiare la sua classe dirigente. Anche a rischio di correre qualche avventura”.
Una panoramica su associazioni e movimenti cattolici alla vigilia del voto. Quasi nessuna indicazione o sostegno esplicito, ma tutti convergono sull'importanza della partecipazione e sull'incoraggiamento a una scelta informata e consapevole.