Come si sostiene economicamente la politica? Come si possono effettivamente garantire gli strumenti necessari per la partecipazione attiva di cittadini e di gruppi?
Ha due facce il Rapporto 2024 dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez). Quella che guarda all’ultimo triennio registra risultati tutto sommato positivi, con la maggiore crescita rispetto al Centro-Nord “dovuta a una più robusta dinamica degli investimenti in costruzioni (+4,9% contro 2.7%), trainati dalla spesa in opere pubbliche degli investimenti del Pnrr”. Quella che guarda al futuro coglie invece segnali preoccupanti, che già si sono manifestati nel 2023 e nell’anno in corso
All’orizzonte non compare nulla che dia l’impressione di poter arginare la deriva astensionistica. E lo sconforto è analogo a quello che si prova davanti all’andamento della natalità
Doppia affermazione dei candidati del centro-sinistra allargato ed ennesimo boom dell’astensionismo. Le elezioni in Emilia-Romagna e Umbria del 17 e 18 novembre hanno fornito indicazioni molto nette. Tutto sommato prevedibili per quanto riguarda l’astensionismo e il risultato dell’Emilia-Romagna, dove è stato eletto presidente Michele De Pascale, per nulla scontate nel caso dei risultati dell’Umbria, dove si è affermata Stefania Proietti superando la “governatrice” uscente, Donatella Tesei, che nel 2019 aveva guidato il centro-destra al successo per la prima volta dopo cinquant’anni.
Domenica e lunedì seggi aperti in Emilia-Romagna e Umbria per l’elezione dei vertici delle rispettive Regioni. Seggi aperti dalle 7 alle 23 il primo giorno, dalle 7 alle 15 il secondo. Con questa tornata si completa la serie delle elezioni regionali del 2024: quest’anno, infatti, sono già andate alle urne la Sardegna, l’Abruzzo, la Basilicata, il Piemonte e la Liguria
Quel che forse è ancora più importante, la Consulta ha fornito una lettura delle norme costituzionali varate con la riforma del 2001, quelle relative alla possibilità di attribuire alle regioni a statuto ordinario forme e condizioni particolari di autonomia (art.116, terzo comma), che riconduce tutto il discorso dell’autonomia differenziata nell’alveo delle coordinate fondamentali della Carta. E così facendo salva l’autonomia, che fa parte della cultura costituzionale del nostro Paese, ma la mette al riparo da pericolose forzature che in alcune ambiguità del testo del 2001 potevano trovare alimento e rispetto alle quali anche i referendum nulla avrebbero potuto