Vincenzo Buonomo

Vincenzo Buonomo

La memoria e la giustizia internazionale

Ritorna la memoria, quella di un passato non troppo lontano che ha ripudiato la pace e non ha operato per costruirla, lasciando ad altri il compito di scatenare la guerra, le deportazioni e il genocidio. E gli altri l’hanno fatto, permettendo alle aspirazioni più alte e forse alla stessa realtà quotidiana di ecclissarsi, sfuggendo a limiti e regole. Su quelle ceneri del senso dell’umano, è sorta una giustizia internazionale a cui è chiesto anzitutto di proclamare valori e non sentenze. Una giustizia che anche oggi rimane titubante perché schernita. Eppure ci riconduce alla realtà, quella che impone di vivere insieme, pacificamente, nonostante e in presenza di diversità, modi di fare differenti, concezioni e stili di vita non certamente omogenei. Una giustizia che può prevenire l’appiattimento delle coscienze, che cancella la memoria

Lo “spirito di Helsinki”, invocato da papa Francesco in Kazakhstan, oltre le logiche della contrapposizione

Non è un caso che in Kazakistan il Papa abbia ricordato un processo fondamentale costruito dalla diplomazia e da una leadership fortemente motivata e desiderosa quantomeno di dialogare. Lo ha fatto quando ha richiamato la necessità di generare un “nuovo spirito di Helsinki”. Evocare Helsinki, cosa sia stato quel processo, cosa abbia rappresentato quell’esperienza è noto non solo agli addetti ai lavori, ma rimane una realtà evidente nell'immagine di un’Europa uscita dalla logica dei blocchi e della contrapposizione, magari moltiplicando i suoi confini interni con la nascita di nuovi Stati e il declino di potenze protettrici o facilmente espansive

Pasqua 2022. È la Speranza la via della pace

Dio, nella Preghiera universale, di essere liberi da pandemie, guerre e fame. E sono invece le realtà che ci angosciano e ci limitano in questo momento. Se le soluzioni restano lontane o rimangono limitate, abbiamo però il dovere di continuare a sperare, non ad illuderci, ma a coltivare quella speranza che ci chiama in causa come protagonisti, nel pregare, nel pensare e nell'agire

Hagia Sophia: la riconversione a moschea sacrifica la religione alla sola espressione del culto

Erano tanti ad Istanbul, e non solo occasionali fedeli, alla preghiera del venerdì nella basilica di Hagia Sophia. Tra loro capi di stato invitati dal Presidente turco, per partecipare ad un atto da più parti letto come una rottura della impostazione laica della Turchia. Non si sono fatte attendere, poi, prese di posizione e tanti appelli tutti con un denominatore comune: Santa Sofia è patrimonio dell’intera umanità che non può essere oggetto di appropriazione e uso particolare per le note vicende storiche che nei secoli l’hanno vista simbolo del Bosforo, oggetto di lustro e finanche di scambio tra interessi differenti e contrapposti. Ma è davvero così che va letta l’intera vicenda?

Libia: la soluzione può attendere

Sulla crisi libica pesano un’instabilità che dura ormai da un decennio, fatta di divisioni interne, ma anche un mancato impegno politico dei membri della Comunità internazionale o un’Onu meno occupata a mantenere l’equilibrio non tra i libici, ma fra chi ha interesse su quel territorio. Sono coloro che di fronte ad attacchi che configurano crimini di guerra e contro l’umanità sembrano volersi distaccare invocando la necessità di un confronto al tavolo delle trattative, invitando a porre fine all’uso della forza armata per lasciare lo spazio a strumenti negoziali