«Alla famiglia Massironi, quella del sedici marzo del 1978 era sembrata una mattinata come le altre». Inizia così, con una frase tanto lapidaria quanto rasserenante, il romanzo d’esordio Sarebbe bellissimo scritto dalla bassanese Paola Tasca. La data citata però, non è per nulla un numero qualsiasi sul calendario, anzi. È una tra le date più dolorose della storia della Repubblica Italiana: quella mattina Aldo Moro fu rapito dalle Brigate Rosse. I terroristi uccisero tutti gli uomini della sua scorta e lui scomparve nel nulla.
«L’intera società – ricorda Paola Tasca – fu profondamente scossa dalla brutalità dell’attacco a cui seguì una lunga attesa, il dramma umano di Moro e della sua famiglia, e, infine, il ritrovamento del cadavere. Io ricordo perfettamente quel giorno e, pensando a questo, ho iniziato molti anni fa a scrivere questa che, però, è una storia familiare ambientata a Bassano del Grappa, in un quartiere operaio in cui tutti storicamente votavano Pci, tanto che la zona era chiamata la Piccola Russia». In questo romanzo, dunque, la grande storia riverbera e agisce nella vita quotidiana di una giovane famiglia con due figli in età scolare e ne sconvolge definitivamente l’equilibrio. Pietro, il padre, comunista della vecchia guardia, è assorbito dalla politica e deluso dal modo in cui il Pc gestisce il rapimento Moro e, nonostante la moglie Olga stia sprofondando nella depressione, lui non riesce a occuparsene. Accorrono in aiuto due zie, Angela e Caterina, che si prenderanno cura sia dei bambini che degli adulti. La narrazione, dal ritmo accogliente e mai sincopato, è condotta dal basso verso l’alto: sono proprio i due bambini a raccontarci ciò che accade nella loro famiglia e lo fanno con sguardo innocente mai troppo consapevole eppure estremamente lucido, quasi a ricordare a tutti gli adulti che I bambini ci guardano, come recitava il titolo di uno dei capolavori di Vittorio De Sica. La voce narrante di questo romanzo è, dunque, quella di Nora, una ragazzina non ancora adolescente che, costretta a crescere troppo in fretta, si accorge per prima che qualcosa, nella sua famiglia, non funziona. Ogni tanto, però, l’autrice cambia registro e accoglie nel testo la voce di Tonio, il fratellino minore, che in modo vivace e sorprendente, racconta la sua visione del mondo. Una scelta autoriale particolare che regala al romanzo un fortissimo accento di tenerezza. Sarebbe riduttivo dire che Olga, la madre, è – come afferma ad un certo punto il medico che la visita – una donna sensibile che deve «imparare a convivere con un po’ di tristezza».
Questo personaggio incarna, invece, la storia di molte donne che in quegli anni difficilmente studiavano, prendevano la patente o, semplicemente lavoravano. «Il ruolo delle figure femminili – afferma Paola Tasca – è centrale in questo romanzo: Olga soffre anche perché accusa la mancanza di un suo ruolo attivo nella società proprio in un momento in cui, invece, le conquiste sociali e civili ridefiniscono il tessuto della società italiana e consolidano i diritti dei cittadini e delle donne in particolare. La riforma del diritto di famiglia, per esempio, è del ‘75 e sancisce per la prima volta la parità tra i coniugi». Anche Pietro, marito e padre assente, è un personaggio su cui non pesa alcuna condanna, forse perché i figli, nonostante tutto, continuano ad amarlo? «Certamente sì: lui è una persona dolce, appassionata ma è anche un uomo antico, che combatte per i grandi ideali, i sogni collettivi dando per scontata la famiglia, come si è sempre fatto fino ad allora. Si sente parte di un grande progetto: il Pci nel ’78 è ai suoi massimi storici e lui vuol dare il suo contributo. È un uomo del fare, e non riesce a capire quanto la moglie stia male e come aiutarla. Ma non c’è cattiveria in lui. Semplicemente, a volte le persone non riescono a esserci quando dovrebbero».
Il romanzo, uscito in questi giorni per Mondadori, sarà presentato per la prima volta a Padova venerdì 20 giugno alle 18.30, al Centro universitario di via Zabarella 82. Paola Tasca dialogherà con Giulia Belloni e Paolo Zardi.