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Boom di volontari. Croce Rossa, l’impegno contro il Covid è nei numeri
Il Comitato di Padova ha presentato il Report dell’attività 2019 - 2020
FattiIl Comitato di Padova ha presentato il Report dell’attività 2019 - 2020
Un prima e un durante. Sono questi i termini di paragone che evidenzia il Report 2019-2020 presentato dal comitato di Padova della Croce rossa italiana. La pandemia da Covid-19 di fatto ha orientato quasi tutti i servizi sull’emergenza. Confrontando l’attività nei due anni emerge il calo drastico dell’operatività del poliambulatorio, dei pacchi alimentari e degli utenti allo sportello sociale, mentre sono diminuite nettamente anche le “uscite Penelope” di contrasto alle malattie sessualmente trasmissibili; niente sagre e concerti. Sono aumentati i volontari, cresciute le ore di formazione, attivati da subito servizi ad hoc per contrastare la pandemia.
Già il 23 gennaio 2020 la presidenza e la direzione sanitaria del Comitato avevano diffuso il primo protocollo interno sul comportamento da tenere in caso di sospetto Covid, ma i dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti e detergenti) erano stati ordinati fin dal 7 gennaio, tant’è che «li abbiamo anche prestati a chi ne era sprovvisto. Una lettura attenta dei documenti dell’Organizzazione mondiale della sanità ci aveva indirizzati sulla strada giusta e ci siamo potuti attivare e attrezzare tempestivamente», ha commentato il presidente del Comitato padovano Giampietro Rupolo illustrando il report: «Questa edizione riporta una narrazione “asimmetrica”, che trascorre da un periodo normale qual è stato il 2019, a uno straordinario qual è stato il 2020, frangente da cui non siamo ancora usciti. E voglio ringraziare i 1.389 volontari del Comitato e il personale dipendente che mai, in nessun momento, si è sottratto alla “chiamata” del dovere, anche quando, prima della copertura garantita dalla vaccinazione, operare nel cuore della crisi significava rischiare concretamente la propria incolumità fisica. A loro è dedicato il report».
Una dedica necessaria, visti i numeri incredibili riportati e la capacità di riprogrammare l’azione. I corsi di formazione nel 2019 sono stati 202 per 930 ore, saliti a 239 e 12.077 ore nel 2020 a confermare la necessità di dare strumenti in più ai volontari che dovevano essere in grado di rispondere a una situazione nuova; i pacchi alidi unità così come gli utenti allo sportello sociale a causa del lockdown; nel 2020 crollo delle visite al poliambulatorio passate da 2.774 a 608; più che dimezzate le uscite del progetto “Penelope” che però ha utilizzato le risorse per portare aiuto a chi vive per strada.
Gli interventi Suem 118 sono stati più o meno uguali per entrambi gli anni, mentre sono aumentati di 25 unità i nuovi volontari: 75 nel 2019, 100 nuovi volontari nel 2020. E oggi già in 200 stanno chiedendo di potersi formare per entrare a far parte del mondo della Cri padovana.
Anche la formazione specifica è partita già nel gennaio 2020 con il corso “Mimms”, vale a dire major incident medical management and support, che ha visto 51 allievi tra cui quattro medici e nove infermieri preparasi ad affrontare le sfide dovute alle grandi emergenze.
Grazie a questa capacità di programmare il comitato padovano della Croce rossa è riuscito a sostenere in maniera importante la collettività in questo periodo di pandemia: « Programmare è la carta vincente insieme alla condivisione e alla gestione dei ruoli – ha spiegato Maria Laura Chiozza, direttore sanitario della Cri padovana – Per questo abbiamo sempre mantenuto il polso della situazione», il che significa un solo volontario infettato in servizio e 7 mila tamponi molecolari agli operatori da aprile 2020 a oggi.
A marzo 2020 l’intuizione di istituire un’ambulanza Covid che, riservata in esclusiva a questa emergenza, sino al maggio 2021 ha percorso 45 mila chilometri: a marzo 2020 il picco con 337 interventi seguito dai 320 di novembre e i 305 di dicembre per scendere ai 65 di maggio 2021.
Di grande importanza poi la campagna vaccinale che per la Croce rossa è partita per i volontari già il 14 gennaio e per la cittadinanza dall’8 febbraio scorso e fino al 30 giugno ha somministrato 17 mila dosi. La sede di via della Croce Rossa con cinque postazioni per la somministrazione è diventata uno sorta di “succursale” dell’hub in fiera dove comunque i volontari prestano il loro prezioso aiuto. In cinque mesi sono stati organizzati 886 turni di lavoro con 5.688 volontari e 29.140 ore di servizio. «Siamo riusciti a superare anche lo shock del ritiro del lotto di AstraZeneca che ha disorientato i cittadini e per due giorni abbiamo temuto il crollo psicologico», ha commentato Chiozza, spiegando che il 76 per cento dei vaccinati alla Cri ha ricevuto due dosi di AstraZeneca, il 13 per cento Pfizer, il 3,8 il mix tra i due tipi, l’1,3 per cento non si è presentato per la seconda dose.