Fatti
La fotografia scattata in sette punti del Brenta (da Bassano del Grappa a Chioggia) risulta poco “limpida”. A livello di batteri fecali, i campioni prelevati hanno evidenziato diverse criticità puntuali, non emerse nelle precedenti edizioni della campagna, probabilmente influenzate dalle abbondanti piogge avvenute nei giorni precedenti al campionamento. A Cadoneghe e a Piove di Sacco, per esempio, i valori registrati hanno superato rispettivamente di tre volte e del doppio il valore limite consigliato allo scarico, mentre a Fontaniva e alla foce di Chioggia la concentrazione batterica rilevata è superiore di tre volte. Male anche dal punto di vista degli inquinanti, visto che in due corpi idrici del fiume sono stati rilevati superamenti della concentrazione media annua di Pfos lineare (acido perfluoroottansolfonico, sostanza chimica appartenente alla famiglia dei Pfas); inoltre, erbicidi e pesticidi si sono riscontrati diffusamente lungo il fiume, e infatti tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati sei superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa: due per Ampa (prodotto di degradazione del glifosato), un caso di Metolachlor, Glifosate, Metolachlor ESA e Azoxystrobin.
Oltre a ciò, Francesco Sarto, presidente del circolo Legambiente Alta Padovana, sottolinea un problema che definisce «strategico», ovvero «la lenta ma continua riduzione della falda da cui si preleva l’acqua per il consumo umano per un milione e mezzo di persone, ma soprattutto per l’agricoltura. Ci sono diversi progetti per rimettere l’acqua in falda, ma purtroppo restano prevalentemente sulla carta». E proprio sul tema della gestione delle risorse idriche, Legambiente tutta ribadisce il suo “no” alla diga sul Vanoi, perché comporterebbe un’alterazione artificiale del regime idrico, aumentando il rischio di alluvioni e smottamenti, già amplificato dagli eventi estremi imputabili al cambiamento climatico: «Occorre piuttosto attivare aree forestali di infiltrazione in falda delle acque e avviare nuovi percorsi che prevedano soluzioni basate sulla natura in grado di aiutare realmente a procedere verso una gestione sostenibile dell’acqua» conclude Francesco Tosato, portavoce di “Operazione fiumi”.