«È lunga come il purgatorio, scura come il temporale la strada che ti porta lassù, sull’Altopiano di Asiago». Con queste parole, Paolo Rumiz, scrittore e giornalista triestino, descrive la Calà del Sasso, il percorso che collega Valstagna, nel Comune di Valbrenta, alla frazione Sasso di Asiago, attraverso i 4.444 gradini che la rendono la scalinata più lunga d’Italia e una delle più importanti al mondo. Si tratta di una strada costruita verso la fine del Trecento, sotto la signoria di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, composta appunto dai famosi gradini (che in origine erano 4.422, ai quali se ne aggiunsero altri 22 per via dell’abbassamento del greto del torrente Ronchi), che servivano a rendere il percorso più agevole anche con il ghiaccio e la neve, e una canaletta a fianco, lungo la quale venivano fatti scendere a valle i tronchi (menada). Questa struttura venne utilizzata dall’arsenale della Repubblica di Venezia per rifornirsi di legname per la costruzione di navi: una volta tagliati gli alberi nei boschi dell’Altopiano, infatti, questi venivano fatti scendere attraverso la Calà del Sasso (il nome stesso deriva dalla parola “calata, discesa”) fino a Valstagna e al fiume Brenta, da cui venivano fatti galleggiare fino a Bassano, Padova e infine Venezia, giungendo appunto all’arsenale. In cambio del legname, i boscaioli ottenevano sale, farina o altri beni di prima necessità, che poi riportavano in Altopiano, percorrendo la strada a ritroso. Al percorso è legata anche una leggenda, con protagonisti Loretta e Nicolò, due giovani promessi sposi di Sasso: la donna, in attesa di un figlio si ammalò gravemente e il fidanzato scese a Padova alla ricerca di un unguento miracoloso. Sulla via del ritorno venne però colto dalle tenebre, motivo per cui gli abitanti di Sasso decisero di andare incontro al giovane con delle torce, ma con stupore scoprirono che gli abitanti di Valstagna lo stavano già accompagnando verso casa, dove Nicolò riuscì a portare l’unguento a Loretta, permettendole di guarire. Da questa storia nasce la credenza secondo cui due fidanzati che percorrono la Calà mano nella mano si ameranno per sempre; la seconda domenica di agosto, inoltre, viene organizzata una fiaccolata commemorativa.
L’itinerario
L’itinerario ha inizio da quota 221 metri lungo la provinciale Valstagna-Foza, in corrispondenza del secondo tornante, dove è possibile lasciare l’auto nel parcheggio lì presente. Si segue ora, per circa un chilometro, una strada bianca (siamo già all’interno del sentiero Cai 778), fino a raggiungere la località Fonte Bessele (Fontanèa) a 255 metri, l’antico sito di arrivo del legname, in cui troviamo un pannello esplicativo che introduce alla storia del sentiero e alla leggenda di Loretta e Nicolò. Inizia ora la scalinata, che in ripida salita attraverso il bosco, vi porterà a guadagnare circa 700 metri di dislivello in 3 chilometri, mettendo alla prova fiato e polpacci! Lungo il percorso numerosi luoghi conservano ancora i tradizionali nomi, tra cui si segnalano: la Volta del Majo, curva nei pressi della quale si trova una vasca di approvvigionamento idrico risalente alla prima guerra mondiale; località Streti, zona dove i versanti della vallata si stringono e il sentiero procede tra le pareti di roccia; Santantòni, un luogo di culto dedicato a Sant’Antonio Abate; il Casteliér, una conformazione rocciosa che ricorda il torrione di un antico castello; la Spiròncia, una cavità del terreno. Terminata la scalinata, in località Evina, in circa 500 metri si può raggiungere il centro della frazione di Sasso (945 metri), dove meritano una visita la chiesa e il Museo della grande guerra 15-18 (verificare gli orari di apertura). Per chi ancora non fosse stanco, aggiungendo all’itinerario un paio di chilometri e 150 metri di dislivello positivo, si può raggiungere la cima del Col d’Ecchele (1.106 metri) e il vicino monumento dedicato al caporale Roberto Sarfatti, morto durante la battaglia dei Tre Monti, qui svoltasi. La via del ritorno ha inizio da località Mori, appena a nord-est del centro della frazione, da cui parte il sentiero Cai 778b che scende fino a quota 450 metri della Calà del Sasso, da cui si percorre a ritroso l’itinerario dell’andata fino al punto di partenza.