Mosaico
Cantiniera 5.0. Proporre il vino in modo nuovo
Si moltiplicano i corsi per imparare a conoscere il vino e offrirlo in modo professionale, anche con la musica e l’arte
Si moltiplicano i corsi per imparare a conoscere il vino e offrirlo in modo professionale, anche con la musica e l’arte
Cresce anche in tempo di Covid l’interesse per il prodotto vino, come confermano le richieste alle associazioni sommelier e l’aumento di enoteche e locali che propongono le etichette di punta della gamma enologica, non solo nazionale. Per sostenere il successo di queste attività di accoglienza e socializzazione, che offrono opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio, sono nate anche nuove figure professionali oltre a quelle tradizionali del sommelier o dell’enologo.
Nel Veneto si sono già qualificati molti “agrioste”, un profilo rivolto a chi lavora negli agriturismi e vocato alla gestione del banco di mescita e della preparazione di “cicchetti” a chilometri zero per accompagnare degustazioni e aperitivi. A Verona, invece, Impresa Verde Coldiretti sta aprendo la strada alla qualifica di “La brava cantiniera 5.0” con un corso per solo allieve che stanno sviluppando tecniche comunicative e social, tra creatività ed eventi on line, per continuare a raggiungere anche a distanza i propri clienti sfruttando le potenzialità del web e aprendo nuove opportunità di mercato.
Durante il corso veronese si è pensato anche a nuove frontiere per comunicare il lavoro dei vignaioli, e tra questi in primis al connubio tra musica e vino: possono le sette note concorrere a esaltare il nettare di Bacco? Se ne è occupata Domenica Grande, giornalista di Radio Padova e sommelier, che insegna come abbinare una canzone o un genere musicale a un vino e poi a svilupparne una playlist per esaltare la personalità del prodotto durante una degustazione. La giornalista ha illustrato alle allieve come l’arte e la degustazione insieme possano diventare esperienze nuove per gli amanti del vino o per i turisti, e ha spiegato quanto la radio sia un potente strumento di comunicazione per il vino: dai programmi tematici alle rubriche brevi, fino alla nuova frontiera dei “podcast”.
Al corso ha portato la sua esperienza anche l’imprenditrice padovana Elisa Dilavanzo, dell’azienda Maeli (nella foto), che come molti colleghi in questi mesi di pandemia ha messo alla prova le sue capacità imprenditoriali. mettendo in campo degustazioni guidate e visite virtuali in cantina e tessendo una rete di relazioni on line finalizzate a consolidare i rapporti con clienti affezionati ma anche ad ampliare la propria attività.
«Docenze particolari come queste – evidenzia Chiara Recchia, responsabile di Coldiretti Donne Impresa Verona – stanno conducendo le giovani allieve a sviluppare una serie di conoscenze e competenze nel settore del vino da applicare all’interno delle cantine o dei consorzi in cui andranno a fare prima lo stage e poi a operare».
La Recchia evidenzia poi la particolare attenzione delle donne a questi temi. «La campagna è il luogo dove più si esprime la vocazione femminile all’accoglienza, al marketing, al benessere, ai servizi sociali e alla multifunzionalità. E l’analisi del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto evidenzia la propensione femminile alla progettualità imprenditoriale in agricoltura. Dal 2014 al 2020, una su quattro delle domande per investimenti strutturali è legata ad aziende con titolarità rosa, quattro su dieci attività neo insediate è donna».
Sempre più sono le imprenditrici, ma anche le enologhe, sommelier… «Ma servono tenacia e passione, di cui le donne sono dotate in particolare», afferma Valentina Galesso, leader di Coldiretti Donne Impresa Padova.