Fatti
Ha fatto tappa, mercoledì 5 novembre, a Padova la Carovana della pace organizzata dalle Acli. Partita da Palermo il 2 settembre sta percorrendo tutta l’Italia in 70 “fermate”, per raggiungere poi Strasburgo il 15 dicembre davanti al Parlamento europeo per consegnare un appello alle istituzioni comunitarie. La carovana vuole ricordare che la pace parte dal lavoro, non dalle armi, che occorre dire no all’economia di guerra e alle disuguaglianze. Non è solo un viaggio simbolico, ma una vera iniziativa politica che coinvolge tutto il mondo delle Acli: «In questo tempo in cui sembra prevalere la ineluttabilità della guerra e della violenza, noi delle Acli vogliamo affermare l’urgenza di una resistenza culturale, il dovere di opporsi a questa deriva indicando con forza e speranza che un’alternativa è possibile» hanno ricordato gli organizzatori.
Al mattino la carovana ha incontrato i lavoratori alla Zip e al pomeriggio la città in piazza dei Signori dove, sulla scalinata della Gran guardia, dopo i saluti istituzionali, e un reading teatrale di grande impatto incentrato sulla Lisistrata, la commedia di Aristofane in cui le donne scioperano per la pace, i protagonisti hanno raccontato le loro esperienze. L’assessora alla cooperazione internazionale e pace del Comune di Padova, Francesca Benciolini, ha ringraziato la carovana: «Grazie perché ci ricordate che la pace è movimento, uscire, incontrare. Bloccare il movimento è uno dei primi ostacoli posti dalla guerra; ringrazio perché la carovana ci dice che la pace si fa insieme, bisogna sempre coinvolgere gli altri e creare relazioni anche dove sembra impossibile; ringrazio perché questa iniziativa ci dice che la pace parte dal nostro impegno quotidiano e che ognuno deve fare la sua parte, ognuno nel suo ruolo, perché la pace ha bisogno di tutti».
«Senza pace il lavoro conta poco, girovagare è il nostro modo di dire che ci siamo e siamo attenti ai territori e raccogliamo le istanze su lavoro e pace. Padova risponde da sempre in maniera attiva e propositiva» ha commentato Gianluca Meis, presidente regionale Acli arte e spettacolo, regista del reading proposto. Don Marco Galletti, nel ruolo di accompagnatore della vita cristiana delle Acli padovane, aggiunge: «Appoggiamo questa carovana perché crediamo sia importante ribadire quanto la pace sia necessaria, un mondo privilegiato in cui pensarsi dentro il futuro. Oggi è facile dimenticare l’importanza della pace, ma l’impegno deve coinvolgere tutti quanti».
Marco Mascia, presidente del Centro di ateneo per i diritti umani Antonio Papisca, ha ricordato che «dobbiamo agire con una strategia di medio e lungo temine. Abbiamo il paradigma dei diritti umani che ci guida e abbiamo anche una via, quella giuridica e istituzionale alla pace, e un metodo: la non violenza».
Sergio Palma, a nome di Uniti per la Pace, un contenitore consolidato delle realtà associative pacifiste laiche e religiose padovane, unite sotto la bandiera della pace, ha raccontato: «Abbiamo iniziato con una marcia il 1° giugno 2022, alla vigilia della Festa della Repubblica, per contrapporre alla parata militare il cammino di pace per dire che si festeggia una festa civile e inclusiva e non una vittoria militare. Sono seguite molte altre iniziative e campagne tra cui “Ferma il riarmo”, “Cessate il fuoco”, “Italia ripensaci”. Con il Comune e l’Università stiamo collaborando con Pax Christi per la 47a giornata Onu di solidarietà con il popolo palestinese, evento che si terrà a Padova il 28 e 29 novembre. Abbiamo mobilitato migliaia di persone che hanno camminato insieme a noi, coinvolto 13 Comuni della cintura urbana in iniziative contemporanee di cessate il fuoco. Siamo più di 20 associazioni tra cui Acli, Mir, Beati i costruttori di Pace, Donne in nero, Casa delle donne».