Fatti
Parrocchie e amministrazioni comunali insieme per rispondere ai bisogni del territorio: è quanto accaduto in queste settimane a Castelbaldo e Piacenza d’Adige, nel Padovano meridionale.
Nel primo Comune, da quasi un mese la sinergia ha reso operativo il nuovo ambulatorio, in via Garibaldi 76, del medico di famiglia Paolo Fassina. «Dopo che le persone hanno iniziato a rivolgersi al dottore di Masi e avendo pensato che gli anziani non avrebbero sempre avuto la possibilità di spostarsi in altri paesi, ho parlato con il sindaco per trovare una soluzione offrendogli la disponibilità della parrocchia e dei volontari del circolo Noi a collaborare – ricorda il parroco don Lorenzo Mischiati – Trovata insieme la sede, per il cui mobilio ha partecipato lo stesso medico, ora cerchiamo di aiutarlo anche nella parte di organizzazione informatica del suo lavoro».
Per dodici mesi, intanto, lo studio del dottore sarà ospitato all’interno di uno degli appartamenti comunali per anziani che – ricorda il sindaco Riccardo Bernardinello – risultava già pronto, a differenza degli altri ancora chiusi in attesa di manutenzione: «La necessità era di dare questo servizio ai cittadini in un territorio che non poteva permettersi di perdere il medico di famiglia per la mancanza dell’ambulatorio. Negli ultimi trent’anni sono stati tolti tre ospedali e ora il nostro punto di riferimento è Schiavonia ma fortunatamente abbiamo delle convenzioni con le aziende ospedaliere polesana e scaligera per la prenotazione delle visite».
Grazie però all’aiuto di molti volontari del paese, Bernardinello evidenzia come in poco tempo sia stata assicurata a circa mille pazienti di Castelbaldo e Masi la vicinanza di una figura professionale, che si affianca al collega già presente nel secondo Comune e al terzo medico previsto in arrivo il prossimo anno. Nel frattempo, però, in paese non intende svanire il desiderio di costruire una rete solidale, come testimonia l’intenzione della parrocchia – anticipata da don Mischiati – di rinunciare ai proventi del pranzo sociale nella prossima festa di san Prosdocimo così da aiutare l’Auser locale nell’acquisto di un nuovo pulmino con pedana.
A Piacenza d’Adige, invece, a beneficiare della sinergia tra municipio e campanile è la Caritas delle tre parrocchie seguite da don Lorenzo (con la precedente geografia diocesana, infatti, c’era l’unità pastorale che comprendeva anche Masi). «Il sindaco ha sempre creduto nel nostro gruppo al quale è stato offerto un locale per un ufficio e un deposito degli alimenti – illustra il parroco – Con una decina di volontari, l’associazione cerca di essere in vari modi vicino alle persone bisognose, collaborando anche con la Caritas di Casale di Scodosia».
Si concretizza così per il parroco quella visione di una chiesa in uscita auspicata da papa Francesco: «Nei paesi di provincia con molti anziani, la chiesa vuole essere un seme di speranza e un segnale di vitalità, perché anche nella senilità c’è una fecondità che per la comunità è ripartenza. Dobbiamo innescare processi generatori di cambiamento a lungo termine».