Kashmir: cancellata l’autonomia. Torna sotto il controllo dell’India

Sarebbe un errore attribuire la svolta, che rischia di incendiare una regione da sempre “calda”, a una contingenza politica o a un capriccio populista di Modi, che pure ha fatto del tema uno dei caposaldi della propaganda con cui ha stravinto le elezioni politiche del maggio scorso. Modi, in primo luogo, risponde a una situazione che, in quell’area, è in pieno movimento. Al confine Est del Kashmir indiano, infatti, si trova lo Xinjang cinese che, con una popolazione al 45% uigura e musulmana, crea non pochi problemi al Governo di Pechino, che anche nel recente passato ha usato la mano pesante per soffocare i sussulti indipendentisti

Kashmir. Ahmad (giornalista pakistano): “Si profila uno scenario pericoloso”

In Kashmir "la situazione è tragica e c’è molta paura. Tra qualche mese cominceranno le operazioni per rendere la regione più controllabile dal governo centrale indiano. Con il coprifuoco la gente non esce di casa e non va al lavoro, le scuole sono chiuse. Il grande problema sarà il reperimento di cibo ed acqua, migliaia di turisti sono andati via". Ne parla al Sir il giornalista pakistano Ejaz Ahmad, commentando la decisione del governo dell'India di revocare lo statuto speciale del Kashmir, a maggioranza musulmana. Un appello per aiutare il popolo kashmiro

Pubblica amministrazione: in Veneto 220 mila dipendenti, pari a 4,3 ogni 100 abitanti, percentuale tra le più basse d’Italia

Il Veneto è tra le regioni italiane con la percentuale più bassa di dipendenti pubblici - 4,3 ogni 100 abitanti – superato solo dalla Lombardia (3,7%) e dalla Puglia (4,1 %). Mentre il 60 per cento delle istituzioni pubbliche è rappresentato dai Comuni, sono le Aziende del Servizio sanitario nazionale ad impiegare quasi la metà dei dipendenti pubblici.

Libia. Fermi (Intersos): “Business partenze rallentato dal conflitto. L’inferno nei centri gestiti da milizie”

"Quando il conflitto aumenta di intensità è segno che non si risolverà in tempi brevi". A parlare al Sir della situazione in Libia è Cesare Fermi, responsabile dell’unità migrazioni di Intersos, che opera tra Libia, Tunisia e Grecia. Fermi auspica “corridoi umanitari europei almeno per provare a svuotare il serbatoio Libia” anche se “l’inferno vero” sono i centri gestiti dalle milizie: “Sono fuori ogni controllo”