Festival della politica di Mestre Il card. Zuppi e il filosofo Cacciari dialogano sul sonnambulismo che attraversa la società in preda a conflitti e catastrofe. Una scossa è possibile: se solo ragionassimo... Il presidente Cei: «È da folli pensare di avere sempre tempo». Cacciari riflette sulla guerra fredda: «Chiusa senza trattato di pace. Fu un errore»
“Gli immigrati sono una risorsa che non andrebbe sprecata” perché “una società inclusiva è sempre più ricca e vitale di una società selettiva”, ed “è solo nell’eterogeneità” che “le singole identità prendono vita, maturano, si giustificano e si sostengono: questo vale in aula così come nella società civile”. Ne è convinto lo scrittore e insegnante romano che auspica una rapida approvazione dello ius scholae. E sulle esplosioni di violenza di molti ragazzi afferma: “Ogni educatore dovrebbe avere le antenne sempre accese. L’adolescente ti lascia sempre aperto un varco: però questo avviene soltanto se tu riesci a conquistare la sua fiducia”. Ai docenti l’invito a “scoprire negli alunni la passione segreta, l’attitudine nascosta, la predisposizione spesso ignota a loro stessi”
L'ex presidente della Bce e del Consiglio italiano ha illustrato a Bruxelles il Rapporto sulla competitività che gli era stato richiesto, un anno fa, dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Alle valutazioni e raccomandazioni di natura economica, Draghi accosta una ben più ampia visione politica e persino sociale, che guarda al futuro dell'integrazione europea. Ora la palla passa ai leader dei Ventisette, invitati a scelte coraggiose e innovative
Quel che conta, alla fine, è avere una visione e trovare il coraggio di portarla avanti, anche al costo di relegare in secondo piano logiche di corto respiro improntate al consenso immediato. Applicare questo enunciato all’operazione che Mario Draghi ha fatto a inizio settimana a Bruxelles ha un che di riduttivo, ma se vogliamo portare all’estremo la sintesi del suo rapporto sulla competitività dell’Unione Europea, non si può che arrivare a queste conclusioni.
Vent’anni di vita o forse anche meno per il ghiacciao della Regina delle Dolomiti. I danni del cambiamento climatico sono irreversibili. Con dieci centimetri di calotta persi ogni giorno è obbligatorio pensare a un’altra montagna: politica, società, studiosi insieme per un’azione responsabile
Le Paralimpiadi sono state e rimangono una testimonianza di dignità di persone debilitate e ferite, non potrebbe essere altrettanto per persone rinchiuse dietro le sbarre?
Due storie dal peso specifico diverso, trattandosi nel primo caso di una tragedia inenarrabile in seno alla realtà che più di tutte dovrebbe tutelare i suoi membri, e cioè la famiglia, e nel secondo caso di un gioioso evento sportivo, ma che viste insieme ci permettono non di meno di fare una riflessione su come noi possiamo vivere il disagio, su come decidiamo di rispondere a ciò che nella vita ci resiste, ci ostacola, ci fa soffrire