Il contagio e la quarantena stanno mettendo a dura prova le nostre istituzioni. Il punto però non è se chiudere il Parlamento o no: in un frangente come questo c'è più che mai bisogno che tutti gli snodi fondamentali del nostro sistema democratico siano funzionanti e operativi. Ma è necessario uno sforzo di collaborazione che coinvolge tutti gli attori in campo.
Eravamo un unico corpo con i nostri pastori, con i sacerdoti e i cristiani sparsi in Italia e nel mondo intero. Eravamo insieme a chi ogni giorno si spende e dona la propria vita per salvare altre vite. Eravamo con chi è nella sofferenza, perché malato o perché parente di un malato. Eravamo al fianco di chi ha perduto il proprio caro senza aver avuto la possibilità di salutarlo. Eravamo insieme a tutti gli uomini di buona volontà nel chiedere a Dio tramite Maria di fermare l’avanzata di questo virus
Non hanno conto corrente in Italia circa 15 milioni considerando nativi e nuovi cittadini (1,7 miliardi di non bancarizzati nel mondo), probabilmente vivono con un utilizzo di contante alla mano. Non sanno come beneficiare dei decreti d’emergenza. Difficile immaginare che in queste ore si sentano coinvolti dalla superliquidità messa in circolo dalle banche centrali tramite gli istituti di credito. Il superbazooka della Bce (Banca centrale europea) per 750 miliardi o l’Helicopter money Usa della Fed (Federal Reserve) sono termini incomprensibili e lontani. L’oggi è sopravvivere
Una caratteristica peculiare di ciò che chiamiamo “evento” è quella di portare con sé una discontinuità. In questi giorni stiamo facendo esperienza di un evento, inatteso e traumatico, che non riusciamo a ricondurre a qualcosa di familiare.
Quattro secoli fa, per l’esattezza 390 anni ci distanziano dalla peste del 1630 descritta dal Manzoni nei capitoli 31 e 32 dei Promessi Sposi. A rileggerli sono incredibili le analogie che si possono riscontrare. Vediamone qualcuna.
Un pensiero a chi abita i reparti di terapia intensiva dove si combatte contro la morte. La condizione di dipendere da mani altrui, lo strazio di non avere i propri cari accanto. Pensando all'anima, oltre che alla sopravvivenza
L’anima ha bisogno di punti di riferimento per orientarsi dentro di sé: non è un problema solo di oggi, ma oggi è senz’altro vissuto più acutamente, perché siamo perennemente distratti, assorbiti e distolti da schermi (sì, anche quello da cui stai leggendo proprio ora). Il dialogo con Dio deve poter raggiungere una spontaneità libera, ma questa spontaneità, se non vuole confondere la preghiera con il rimuginare tra sé e sé, deve nutrirsi di una disciplina seria
Se il Dio a cui ci riferiamo è il Padre di Gesù Cristo che manda il suo Spirito perché ci sia vita, allora non possiamo negare che egli abbia a che fare anche con la storia di un popolo sconvolto da una malattia che, oltre a far soffrire e morire tante persone, mette alla prova la resistenza delle strutture sanitarie e delle istituzioni pubbliche.
Nell'anniversario della nascita di don Tonino Bello, una lettera che è un'invocazione e un ricordo. Nel momento della grande paura per la pandemia da Coronavirus, tornano alla mente le parole del piccolo grande sacerdote sulla paura di Maria e sul nosto essere una "comunità di destini"