Sono tali e tante le complessità da far ritenere che gli undici mesi di transizione non basteranno per sottoscrivere entro l'anno nuovi accordi di vicinato con l’area continentale. Anche perché, come in ogni negoziato, le posizioni iniziali sono molto distanti e dalle due parti non si esclude la “hard Brexit”, cioè l’uscita del Regno Unito senza accordi e quindi con il massimo del danno
Prima gli albanesi, poi i musulmani, i romeni e i rom. Oggi i cinesi. È un ciclo che si ripete, spiega Maurizio Ambrosini, sociologo e autore de "L'invasione immaginaria" in libreria da giovedì
È necessario vigilare, a cominciare da noi stessi, perché questi moti dell’animo non diventino veleni sociali, offrendo un terreno di coltura per atti e comportamenti lesivi del rispetto che si deve a ogni persona umana, in una stagione in cui il pregiudizio e la ricerca ossessiva del capro espiatorio hanno già causato troppi danni
Londra ha cambiato strada, lasciando l'Unione europea. Il premier Johnson dovrà riappacificare l'opinione pubblica interna, salvaguardare l'economia nazionale, vigilare sul futuro dell'Irlanda del Nord, evitare la secessione della Scozia. L'Ue dovrà invece ripensare le modalità per rispondere agli interessi dei propri cittadini. Ma Europa e Regno Unito saranno chiamati a camminare ancora insieme
Il senso e la missione della propria vita in Cristo, la chiara identità di sé, la coscienza dell’appartenenza, la capacità relazionale permettono, al di là dei consensi, di essere significativi e capaci di accogliere ogni altro così com’è. Essere per…, essere con…, esserci… come Gesù, è ciò che ogni consacrato è chiamato a vivere. Tenendo sempre fermo il punto di partenza (S. Chiara), siamo nella Chiesa per testimoniare, tra i fratelli e le sorelle, la gioia per aver incontrato il Signore, facendo toccare la prossimità di Dio a tutti coloro che attendono una parola di speranza attraverso la solidarietà e la condivisione
Il rinnovo del Memorandum d’intesa sulla migrazione tra Italia e Libia – firmato la prima volta il 2 febbraio 2017 e rinnovato per altri tre anni senza modifiche – è per il Centro Astalli “inaccettabile già dal 2017”. Lo afferma oggi al Sir padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, il centro dei gesuiti con sede a Roma che ogni giorno incontra “uomini e donne che portano negli occhi la paura per ciò che hanno vissuto in Libia”.
L’Istat ha recentemente certificato che in un solo mese sono spariti in Italia 75mila posti di lavoro di dipendenti con contratto a tempo indeterminato.