Finché noi cristiani restiamo spettatori della realtà, non contribuiremo mai a tessere evangelicamente la trama o l’ordito della storia. Buttarci nel quotidiano, sporcandoci anche le mani, è un imperativo che chiede conto alla nostra responsabilità, per evitare di giudicare gli altri come il fariseo nel tempio, mistificando spesso il reale, che è la storia di cui facciamo parte.
Fiducia reciproca vuol dire anche aprire le porte di casa e fidarsi l’un l’altro che si ritornerà più arricchiti da esperienze vissute individualmente ma guardando nella stessa direzione.
Tutto quello che Facebook sa di te, ma tu probabilmente non sai, ora è nero su bianco. Si trova nelle 454 pagine che il social ha presentato qualche mese fa al congresso Usa.
Non è più questione di numeri, semplicemente non c’è più spazio per la compassione. Tutta questa faccenda dei migranti va rimossa il prima possibile e il modo migliore per farlo è il silenzio. Un silenzio colpevole che nasconde delle convinzioni sempre più radicate nella testa della gente. Sono certezze che ruotano intorno a due, massimo tre concetti, venduti da un caparbio imbonitore che promette un paese finalmente affrancato dalla responsabilità di salvare vite umane e dal peso dell’accoglienza
Quale può essere il contributo della Chiesa italiana attraverso l’azione territoriale delle Diocesi nel sostenere il difficile ma necessario cammino verso la sostenibilità? È questa la domanda di fondo che ha accompagnato i 60 partecipanti in prevalenza direttori degli uffici diocesani di Pastorale sociale provenienti da tutta Italia, al quarto seminario estivo che si è svolto dal 3 al 7 luglio ad Arabba promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.
Non si possono più rimandare azioni concrete per la protezione dell'ambiente. È questa la consapevolezza emersa dalla conferenza internazionale "Saving our common home and the future of life on earth” organizzata nei giorni scorsi dal dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale – il cui prefetto è il card. Peter Turkson – in collaborazione con il Movimento cattolico mondiale per il clima, nel terzo anniversario di pubblicazione dell’enciclica Laudato si’.
La speranza comune di soccorritori e di ascoltatori ha messo in moto una catena di umanità. La morte di uno dei soccorritori, rimasto senza ossigeno mentre portava bombole di ossigeno per i ragazzi, ha reso ancora più forte e determinata quella catena di solidarietà. “Ora che lui è morto, dobbiamo mantenere la sua promessa di riportare a casa quei ragazzi”
Associazioni, università e istituzioni insieme per uno scopo comune: l'accessibilità dei luoghi e dei servizi. Disability Pride onlus “catalizzatore di energie”, che mette insieme mondi diversi per lo stesso scopo. All'appello risponde anche il cinema
Quelle parole e quei gesti che il Papa, i patriarchi e i vescovi si sono sono scambiati attorno a quella tavola rotonda approntata nella navata centrale della basilica: un incontro fisicamente “a porte chiuse”, ma spiritualmente a porte spalancate per accogliere il dolore e per diffondere la speranza