24 pagine, un numero speciale dei settimanali diocesani del Triveneto in collaborazione con Caritas Nordest per raccontare gli interventi nelle zone più colpite dal sisma e in particolare nel territorio della diocesi di Spoleto-Norcia, affidata alle diocesi trivenete in una sorta di “gemellaggio” della solidarietà. Una vasta e articolata operazione, gestita da Caritas del Nordest in stretta sinergia con Caritas italiana e sostenuta da circa tre milioni di euro, raccolti nelle diocesi del Triveneto nella colletta nazionale del 18 settembre 2016 e grazie alla diffusa generosità dei mesi successivi.In omaggio col numero di domenica della Difesa
Sarà una commemorazione sobria, intima quella della notte tra il 23 e il 24 agosto. Una fiaccolata lungo Corso Umberto I, fino al Parco Minozzi, per ricordare le vittime del terremoto e una messa, celebrata il 24 agosto alle 11, dal vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili. I familiari delle vittime del sisma si ritroveranno tutti lontano dai riflettori per ricordare, in silenzio, i loro cari che non ci sono più. Un momento per pensare al presente difficile e al futuro che appare sempre più faticoso da affrontare. Con mons. Pompili abbiamo ripercorso questi dodici mesi.
Un anno dopo, dentro il “cratere” delle Marche. È una sorta di buco nero che terremota davvero tutto: gente e istituzioni, luoghi e mass media, edifici e animali, vite quotidiane e fiducia nel futuro. I numeri lasciano di stucco. A cominciare da 1.087.252 virgola 75: sono le tonnellate di macerie, che la Regione Marche stima nell’area dei 53 Comuni fra Ascoli Piceno, Macerata e Fermo.
Tenace, forte, radicata e resiliente, capace di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di ricostruirsi attorno alla propria identità. È la gente di Amatrice e di Accumoli. La voglia di risorgere si incarna in particolare nelle persone più anziane, quelle che più di tutti rappresentano le radici e la memoria storica di queste comunità.
Trenta giorni dopo il sisma, ad Amatrice e nelle zone terremotate comincia a prendere corpo il percorso della ricostruzione. Dopo la riapertura delle scuole, ora è il momento dello sgombero dalle tendopoli. Vitale sarà rilanciare le attività commerciali, distrutte per il 92%.In attesa del decreto sulla ricostruzione, previsto per il 2 ottobre, la comunità si stringe intorno alla piccola Alessia, battezzata il 24 settembre dal vescovo Pompili che l'ha definita “simbolo della nostra speranza, colei che spinge in avanti le lancette dell’orologio ferme alle 3.36 del 24 agosto”.
A un mese dalla scossa del 24 agosto che ha portato morte e distruzione nel Centro Italia, ad Amatrice il vescovo di Rieti, mons. Pompili, ha celebrato una messa di suffragio. Forte l'invito a riprendere il cammino, "un atto dovuto" a chi non c'è più e a chi è rimasto, come la piccola Alessia, battezzata durante la celebrazione. La ricostruzione non passa solo per le istituzioni ma anche per "le nostre mani che non possono restare inerti o nostalgiche, ma debbono ritrovare l’energia e la voglia di ricostruire insieme". Piangenti ma non piagnoni, il monito del vescovo.
«Non vi lasceremo soli» è il mantra che di governo in governo, di terremoto in terremoto, ci ha reso avvezzi – per non dire anestetizzati – alle parole più che ai fatti. Qualche giorno fa l’ennesimo sisma ha riportato lo spaventoso rituale della morte per strada e in casa. Contemporaneamente, ecco il rituale laico e non senza retorica della politica “soccorritrice” d’ogni terremoto...
Martedì scorso i funerali dei 232 morti di Amatrice alla presenza del capo dello stato Mattarella e del premier Renzi. Procure al lavoro per accertare eventuali responsabilità. Qual è la situazione del Veneto dal punto di vista della prevenzione?
Nella tendopoli allestita nel campo sportivo di Accumoli sono accolte 94 persone assistite dalla Protezione civile della Regione Lazio. Grande la solidarietà e la collaborazione: i volontari stanno smistando i beni donati, grazie all'incredibile generosità arrivata da tutta Italia. Per non sprecare nulla, vestiario e prodotti per l'igiene in esubero vengono donati alla Comunità di Sant'Egidio ed altre associazioni che lavorano quotidianamente con i poveri.