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Cementificazione e asfalto. A chi serve la quarta corsia in autostrada?
“Traffico in aumento sull’autostrada A4. Serve la quarta corsia!”, strillano i titoloni di giornale.
Idee“Traffico in aumento sull’autostrada A4. Serve la quarta corsia!”, strillano i titoloni di giornale.
Lo spiega Bruno Chiari, direttore generale di A4 Holding e di Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova che fanno capo alla iberica Abertis. «I transiti sono tornati abbondantemente ai livelli pre-pandemia del 2019 e, anzi, sono arrivati anche un po’ sopra. Siamo arrivati a 90 mila veicoli teorici giornalieri medi sul tratto di strada “vicentino” ed è un dato in crescita del 2 per cento rispetto a quello registrato nel 2019. Percentualmente, di questi 90 mila veicoli stimati, il 30 per cento è composto da mezzi pesanti». Dunque, questa è una buona notizia? Per gli imprenditori dell’asfalto, questo significa nuovi appalti e lavori. Per i cittadini, ulteriore consumo del territorio e stress da lavori stradali. Per ora è soltanto un’idea, ma se il “cane abbaia, qualcosa c’è!”. In questo caso nel calderone qualcosa sta già bollendo, facendo gongolare le holding (estere) che gestiscono le autostrade italiane. Soprassediamo con un velo di tristezza e rassegnazione, la già triste questione sulla gestione delle nostre autostrade, torniamo invece al traffico di quella che è una delle arterie autostradali più trafficate d’Europa, chiedendoci: il traffico c’è, innegabilmente, ma se su tre corsie due sono quasi sempre occupate da camion che violano palesemente la legge che li costringerebbe su un’unica corsia, è ovvio che in mancanza di controlli, il traffico delle auto sia stretto in un’unica corsia, aumentando esponenzialmente il rischio di tamponamenti e, quindi, rallentamenti. Elementare, Watson! Invece d’invocare maggior rispetto delle leggi stradali, gli insaziabili gestori del cemento e asfalto, gongolano auspicando, la quarta corsia. Serve perché gli serve? Oppure, perché il traffico (tutto) è fuori controllo? In Italia, circolano tre macchine ogni quattro persone, con i dati costantemente in impennata. Le macchine viaggiano spesso con il solo conducente, e ci si sposta in auto anche per brevi tratte. Fa gioco la politica che tra incentivi, progetti di pedemontane, bretelle e nuovi tracciati autostradali, punta a sviluppare piuttosto che contenere il traffico. Gli interessi in gioco sono tanti, con investimenti ingenti e ricavi spesso scarni (vedi Valdastico Sud o Pedemontana Veneta). Studi dimostrano che non è aumentando la rete stradale che si contiene il traffico. Ma se il traffico serve a produrre guadagni (tanti), allora ben si comprende perché i governi passati e presenti, siano magnanimi verso lo sviluppo delle strade e dei trasporti. Lo vedono tutti che città e paesi sono congestionati dai mezzi pesanti. Basta salire in autostrada per dribblare costantemente i bisonti della strada che viaggiano appaiati, sempre con un occhio sull’orologio. Se poi alla quarta corsia profetizzata dalla holdig spagnola, accostiamo la tratta della Tav ferroviaria in costruzione che viaggia parallela, il costo in termini di sostenibilità e vivibilità salta completamente. Già ora i territori tra Vicenza e Padova sono fortemente penalizzati dai lavori di costruzione, non oso pensare quando questa arriverà a Vicenza (dove cambierà il volto della città) e poi a Padova e Mestre. E non per mesi, ma anni. A questo conto salato in termini economici e di sopportazione umana, sommiamo quello della quarta corsia, allora possiamo parlare di una “tempesta perfetta”, sulla testa di milioni di veneti che dovranno convivere per un decennio, circa, con il peso della mobilità futura, che resta una speranza fino a quando non sarà ultimata. Per poi vedere alla fine che, anche questa non basterà già più! Così il gioco ripartirà…
Il Parlamento europeo ha adottato in plenaria a Strasburgo le sue richieste per la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop28, che riguarderà i progressi compiuti nell’attuazione dell’accordo di Parigi. La posizione dell’assemblea ha avuto 462 voti favorevoli, 134 contrari e 30 astensioni. I deputati, nella risoluzione non vincolante approvata, chiedono “di porre fine a tutte le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili, a livello nazionale, dell’Ue e globale”, da fare “il più presto possibile ed entro il 2025”. I deputati sostengono “l’obiettivo globale di triplicare le energie rinnovabili, raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030, insieme a una graduale eliminazione dei combustibili fossili il prima possibile, incoraggiando a limitare nuovi investimenti per l’estrazione di combustibili fossili”.
«Una volta per tutte va condivisa la realtà che le politiche demografiche sono politiche d’investimento che preparano il nostro futuro», lo ha dichiarato Vincenzo Bassi, presidente della Federazione delle famiglie cattoliche in Europa.