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Rubriche | I Blog/Il filò - Gianromano Gnesotto

martedì 29 Maggio 2018

Chi sostiene davvero la famiglia?

Tempo vent’anni e saremo una grande casa di riposo, con 265 anziani ogni 100 giovani.

Gianromano Gnesotto

La notizia dell’Istat, rimbalzata sui notiziari italiani, è che in Italia nascono sempre meno bambini. Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone.

Se si va avanti così, fra vent’anni l’Italia sarà una casa di riposo, con i vecchi che supereranno i giovani: 265 anziani ogni 100 giovani. Sommersi da un mare di chiacchiere per la formazione del nuovo governo, ci è passata sotto il naso la notizia più importante. Mentre eravamo imbolsiti di flat tax, reddito di cittadinanza, sentimenti anti-immigrati e altri argomenti da bar sport, non ci siamo accorti che il tema importante era un altro, quello della famiglia. Nessuno ce ne ha parlato, a parte la Conferenza episcopale italiana, che però non fa politica.

Appena al di là delle Alpi, invece, i francesi e i tedeschi ci danno punti e sfornano figli a ritmi per noi inimmaginabili. Non perché eccellano nell’ars amatoria, ma perché, ad esempio, forniscono voucher ai genitori per pagare i nidi, aiutano economicamente la famiglia per ogni figlio che si aggiunge, danno sei mesi di congedo parentale per entrambi i genitori.

Conservo ancora una foto, perché mi fa ridere. Ritrae quattro politici italiani assieme a un paio di cardinali.

Eravamo nel lontano 2001. Si erano recati in Vaticano per magnificare la famiglia e assicurare pieno appoggio ai valori che sostengono il gruppo familiare. Peccato ci fossero alcuni, marginali, particolari: uno aveva la famiglia disastrata, un altro era divorziato, l’altro manteneva un piccolo harem, il quarto era bisessuale.

Erano i classici rappresentanti di noti detti popolari, del tipo: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare (reso più logicamente, senza rima, con “tra il dire e il fare c’è di mezzo la coerenza”); campa cavallo che l’erba cresce; dal frutto si conosce l’albero; da una rapa non si cava sangue.

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