Storie
Con lo sguardo in alto. Lorena Frigo e l’impegno negli impianti di risalita del monte Verena
Lorena scruta l’orizzonte per capire se il cielo le porterà presto la neve tanto attesa.
Lorena scruta l’orizzonte per capire se il cielo le porterà presto la neve tanto attesa.
Anche il clima cambia, quando si accinge a nevicare: una leggera brezza accompagna quell’odore tutto particolare e inspiegabile, ma veritiero che non l’ha mai tradita. I vecchi nati da quelle parti parlano di un profumo unico che c’è nell’aria che la rende ancor più pura, un po’ meno secca, pronta a fare da sfondo a quel fenomeno. E quando avviene la “magia”, un velo bianco, nìveo e inconfondibile, copre il paesaggio: i rumori si attenuano, quasi scompaiono sino ad arrivare a un silenzio irreale. La neve significa anche altro per tante persone dell’Altopiano. Vuol dire sport, turismo, lavoro: anche per Lorena Frigo, originaria di Treschè Conca, località nel comune di Roana, dal 1985 impegnata negli impianti di risalita del monte Verena – denominati società Roana 2000 Verena srl – e dal 2019 amministratrice degli stessi. Quest’area e le strutture attigue sono aperte tutto l’anno, soprattutto nel periodo invernale. Nella stagione fredda si pratica lo sci da discesa per gli amanti della velocità, un po’ per tutti i livelli: le piste sono di difficoltà bassa (anche con un campo scuola per bambini), media e alta classificate in blu, rosse e nere. Il comprensorio, chiamato anche Sciovie Verena 2000, è il più in quota dell’Altopiano. L’area è attrezzata con uno skilift, due seggiovie biposto, una seggiovia esaposto, un tapis roulant ed è presente il rifugio-albergo Verenetta (1.655 metri) che si trova alla partenza degli impianti (poco distante dallo chalet Grizzly); sulla cima del Verena a 2020 metri si trova anche il rifugio omonimo. La storia del comprensorio del Verena affonda le sue radici negli anni Sessanta, esattamente nel 1966 quando nasce la società Verena 7. Alcuni anni dopo, nel 1978 subentra il papà di Lorena (venuto a mancare nel 2019), Elio Frigo, che costituisce la società Roana 2000 Verena srl. Negli anni Settanta l’area è costituita da sette chilometri di piste, oggi sono circa diciotto. «Dagli anni Ottanta in poi abbiamo avuto una continua evoluzione nell’ampliare le piste, ammodernare gli impianti di risalita e realizzare o ristrutturare gli edifici del comprensorio come i rifugi», spiega l’imprenditrice. I lavori più importanti sono stati nel tratto che conduce a cima Verena, il punto più alto e panoramico della zona: negli anni Settanta si accedeva con una bidonvia, poi sostituita da due seggiovie biposto e nel 2020 nuovi lavori hanno portato all’installazione di quella esaposto, molto più veloce che trasporta in vetta in pochi minuti. È stata realizzata, inoltre, nel 2011, la seggiovia Bosco degli urogalli, in onore dell’omonimo libro di Mario Rigoni Stern (noto scrittore di Asiago). Altri interventi significativi sono degli anni Ottanta quando è stato rifatto il rifugio Verena, costruito il rifugio Verenetta e sono stati realizzati tutti i collegamenti tra le varie piste. Oggi quest’area coinvolge annualmente tra le 400-500 persone in modo diretto (ad esempio chi lavora sugli impianti di risalita) o indiretto (soprattutto nelle strutture ricettive della zona come gli alberghi). Grande attenzione, con investimenti adeguati, viene posta nella sicurezza, «perché noi non trasportiamo legna, trasportiamo persone, quindi dobbiamo avere tutti gli accorgimenti necessari», asserisce con tono fermo Lorena. La questione del cambiamento climatico è molto sentita anche qui: negli ultimi decenni si è constatata una diminuzione dei giorni di innevamento naturale e un innalzamento medio delle temperature, «anche d’estate raggiungiamo temperature mai rilevate prima». Questo richiede l’uso di cannoni sparaneve che, nell’area sciistica del Verena, garantiscono una copertura dei due terzi della superficie delle piste. A riguardo Lorena spiega: «Non abbiamo le piste. A riguardo Lorena spiega: «Non abbiamo acqua a sufficienza per innevare tutto il comprensorio nonostante due laghi da cui attingiamo». Il turismo che frequenta queste zone è notevolmente cresciuto nel tempo, soprattutto quello invernale. Una svolta importante si è avuta nel 2004 con l’inizio delle settimane bianche, in particolare delle scuole (l’anno scorso si sono contati circa 1.600 studenti) e delle famiglie. «Lavoriamo principalmente con turisti provenienti dal centro Italia, oltre che dall’Abruzzo e dal Molise – chiarisce la responsabile, riferendosi al periodo in cui si scia – Nei periodi di maggiore affluenza arriviamo ad avere circa cinquecento persone alla settimana. Durante l’estate il turismo (legato soprattutto a chi pratica il trekking) arriva principalmente dalle zone di Padova e Vicenza e rappresenta circa il 15 per cento rispetto a quello invernale. Nel corso degli anni sia i prezzi modici che il rapporto qualità-prezzo ci hanno avvantaggiati, creando un vasto bacino di utenza». Lorena prima del 1985 – anno i cui ha iniziato a lavorare con il papà nell’area del Verena – è stata un’atleta di sci alpino, facendo parte per dieci anni della nazionale italiana e partecipando, per sei anni, alle gare di Coppa del mondo con la Valanga rosa (tra le atlete c’era anche una certa Maria Rosa Quario, detta Ninna, mamma di Federica Brignone, attuale atleta di punta dello sci internazionale). «Nella mia vita ho “scritto” un primo libro fatto di competizioni e quando sono tornata tra questi monti l’ho chiuso e ne ho iniziato un altro, che contiene la scoperta della natura, degli animali e di tutte quelle cose che la montagna sa darti. Sono felice della scelta che ho fatto». Lorena considera la vita in queste zone «dura come il ferro» e il suo più di un lavoro: «Sono qui tutto l’anno. Oltre a portare avanti gli impianti facciamo anche la pulizia dei boschi (da cui ricaviamo il cippato per il riscaldamento del Verenetta), impegnandoci per la salvaguardia dell’ambiente». Nel rifugio-albergo ai piedi delle piste «desideriamo servire alimenti di nostra produzione – ricorda ancora la responsabile – A me piace molto stare all’aria aperta, incrociare animali selvatici, andare per boschi per raccoglierne i “frutti”. Lo scorso anno ho trovato 180 chilogrammi di porcini!». Le soddisfazioni maggiori arrivano specialmente «nel vedere le famiglie – che rappresentano le destinatarie privilegiate della nostra offerta – godere della natura e dei nostri servizi, ripartendo più rilassate dopo le giornate trascorse qui. Inoltre mi compiaccio dei tanti bambini felici del fatto di poter essere liberi di scorrazzare su e giù dai nostri pendii». E, guardando più in là nel tempo? «Tra i progetti futuri c’è la realizzazione di un nuovo bacino idrico per raccogliere più acqua piovana così da garantire l’innevamento anche nella parte alta delle piste; inoltre vorremmo incentivare l’uso della mountain bike durante il periodo estivo», conclude Lorena.
L’area sciistica del Verena nasce nel 1966; nel 1978 viene acquisita da Elio Frigo che costituisce una nuova società denominata Società Roana 2000 Verena srl. Il comprensorio sciistico è oggi costituito da 18 chilometri di piste da discesa di diverse difficoltà, 5 impianti di risalita che portano anche alla cima del Verena, il rifugio-albergo Verenetta (posto a 1.655 metri), che si trova alla partenza degli impianti, più spostato lo chalet Grizzly. Sulla cima del Verena (a 2020 metri) c’è inoltre il rifugio omonimo. Amministratrice della società è Lorena Frigo.
Lo sci di fondo sull’Altopiano è uno sport che coinvolge molti appassionati. Diverse sono le zone dove praticarlo: il centro fondo Campolongo, Campomulo, la zona del Monte Corno, il Centro fondo Asiago Golf Arena e l’area di Marcesina.
Sull’Altopiano di Asiago ci sono diverse aree per lo sci alpino: Le Melette (con 25 chilometri di piste), il monte Verena (18), il Kaberlaba (5,6), Biancoia-Conco (con 4,9) e l’area sciistica Val Formica-cima Larici (con 4 chilometri di piste).