È ormai imminente l’avvio dell’atteso intervento di consolidamento e restauro conservativo del campanile della parrocchiale della Beata Vergine Maria Immacolata, a Cona (Ve). Nel frattempo, il campanile è protetto da ponteggio, installato ai sensi dell’art. 27 del decreto legislativo 42/2004 Codice dei beni culturali per motivi di messa in sicurezza ed urgenza. L’intero complesso architettonico mostra infatti i segni del naturale degrado dei materiali dovuto agli agenti atmosferici e all’età; inoltre, alcuni interventi eseguiti in passato con metodologie scorrette avevano aggravato lo stato di conservazione. La chiesa dell’Immacolata è il principale edificio di culto di Cona: nonostante l’area sia abitata fin dall’antichità, le origini dell’attuale fabbricato sono molto recenti, perché le fonti storiche fanno sapere come esso sia stato eretto e demolito svariate volte, con stili e volumetrie differenti. L’attuale configurazione è dovuta agli ultimi interventi di restauro e ampliamento del 1909. Anche il campanile è un elemento architettonico di notevole importanza, sia dal punto di vista storico che strutturale. La prima costruzione risale al 1578 circa, e fu restaurato nel 1934: è un tipico esempio di torre campanaria veneta, con struttura in laterizio e una configurazione slanciata. L’edificio è imponente e realizzato interamente in mattoni pieni in laterizio, come tipico della tradizione edilizia della pianura Padana: ha pianta quadrata e un’altezza, dal piano di campagna alla cuspide, di 29,5 metri. Sebbene segnata dal tempo, la muratura evidenzia una struttura robusta e funzionale, arricchita dall’alternanza di lesene negli angoli e al centro della facciata che conferiscono snellezza estetica al manufatto. La lesena centrale della facciata principale fu interrotta nel momento in cui, in un secondo tempo, fu inserito l’orologio oggi ancora perfettamente funzionante. La cella campanaria presenta aperture a bifore ed è compresa tra due cornicioni sporgenti, composti da laterizio sagomato e ingentilito con dentelli, parti in tondo e barbacani, con sovrastante copertina in malta cementizia in molte parti distaccata o in pericolo di caduta. Lo stato di conservazione è preoccupante, sono rilevabili fessurazioni, mancanze murarie, elementi in fase di distacco, oltre a patine biologiche, muschi, licheni e piante superiori. L’incastellatura in acciaio regge cinque campane suddivise in tre ordini: tutta la struttura necessita di una profonda manutenzione generale e anche le murature della cella sono fortemente degradate. L’intervento per il restauro conservativo e il consolidamento, anche dal punto di vista sismico, ormai urgente e tutto a carico della parrocchia, mira a preservare l’integrità del manufatto, garantirne la sicurezza e la conservazione del valore storico.