Mosaico
Confagricoltura. Carbon farming, l’Ue ora lo sostiene
Confagricoltura Un convegno sulla capacità del suolo di trattenere carbonio, oggi strumento per la lotta ai cambiamenti del clima
Confagricoltura Un convegno sulla capacità del suolo di trattenere carbonio, oggi strumento per la lotta ai cambiamenti del clima
L’agricoltura è fonte di emissioni di gas serra, ma è anche una delle soluzioni al problema, visto che il suolo costituisce una preziosa fonte di assorbimento di carbonio. Una proprietà che si chiama carbon farming e che è al centro di un’iniziativa lanciata nel 2021 dall’Unione Europea, che riconosce ufficialmente il legame tra le attività agricole sostenibili e il sequestro di carbonio, con conseguente riduzione delle emissioni. Se ne è parlato a un convegno di Confagricoltura alla recente edizione di Fieragricola di Verona.
Secondo Massimiliano Giansanti, presidente nazionale dell’organizzazione, il carbon farming andrebbe letto come inizio di un percorso più ampio che porrà le aziende agricole al centro dei processi di rigenerazione del Paese. «L’agricoltura è pronta ad affrontare le sfide del futuro – ha spiegato Giansanti – con le imprese sempre più protagoniste della transizione verso modelli produttivi che possano preservare le risorse naturali, mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici. Due terzi della superficie italiana sono sotto il controllo degli agricoltori e le nuove generazioni sono sempre più attente al fattore ambientale nelle produzioni. Nel prossimo futuro, il reddito degli imprenditori agricoli non deriverà più solo dalla produzione di cibo, ma anche da energia rinnovabile e dalla loro capacità di trattenere carbonio nei terreni. Ora occorre che le amministrazioni e la ricerca supportino gli agricoltori per raggiungere questo obiettivo, affinché siano pronti quando verranno definite le regole sul carbon farming a livello europeo».
Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, ha fatto rilevare invece come tutti gli imprenditori agricoli stiano vivendo grosse difficoltà economiche e la carbon farming possa rivelarsi un interessante aiuto. «Dare la possibilità agli agricoltori di utilizzare i terreni come serbatoio di accumulo di carbonio – ha infatti detto – diventerà fondamentale sia per la sostenibilità ambientale, sia per il bilancio delle aziende». Effetti importanti sulla capacità di trattenere carbonio avrà poi l’agricoltura di precisione, che potrà consentire alti risparmi, ad esempio sul consumo di carburante e di fertilizzanti, che possono essere ridotti grazie a nuove tecniche come le mappe di prescrizione. Quale sia la posta in gioco lo ha fatto capire perfettamente Andrea Vettori, membro del gabinetto del Commissario per l’ambiente dell’Ue, che ha rimarcato i rischi della crisi ecologica e climatica: «Se continuerà il surriscaldamento globale, un terzo dell’Europa arriverà a soffrire di scarsità d’acqua. Bisogna urgentemente ripristinare gli ecosistemi danneggiati con la riduzione delle emissioni». Uno dei modi saranno gli incentivi finanziari per l’aiuto alla transizione ecologica, con sistemi premianti per chi adotta la pratica del sequestro di carbonio. Si punta quindi su un’agricoltura “rigenerativa”, basata su principi quali la copertura permanente del suolo, una lavorazione minima del terreno e la diversificazione delle colture. Alla ricerca scientifica è affidato lo studio dei dati che aiutino a individuare i metodi migliori: l’università di Padova ha già in corso studi sul tema, ma anche il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) ha annunciato di portare avanti progetti per la quantificazione della capacità di stoccaggio di CO2 nel suolo.
Il provvedimento europeo apre le porte a sistemi di remunerazione per le aziende virtuose nel carbon farming. Obiettivo dichiarato: il “sequestro” di 42 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030 come lotta al clima che cambia.