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Mappe IconMappe | Mappe 09 – Il caro vita – ottobre 2022

martedì 11 Ottobre 2022

Consumatori e consapevoli, per una spesa critica

L’impennata energetica aggredisce i nuclei familiari. Non solo nel carrello: i fornitori di servizi sono “costretti” a rifarsi sugli utenti

Giovanni Sgobba
Giovanni Sgobba
redattore

«In Veneto costa anche l’aria» è stata, qualche anno, fa l’affermazione di una conoscente sul suo profilo Facebookcon annessa fotografia della colonnina, all’interno di un distributore di benzina a Padova, per gonfiare le ruote dell’auto. Una moneta da 50 centesimi per controllare lo stato delle gomme e dar loro un po’ di aria. Al di là dell’episodio in sé, presi come siamo dai ritmi giornalieri, può capitare di non soffermarsi a riflettere sulle spese quotidiane, anche quelle apparentemente più superficiali e che non dovrebbero intaccare l’equilibrio della nostra economia. Ma paghi qua e spendi là, tra benzina o abbonamento ai mezzi pubblici, tra spesa e medicinali, tra bollette e prestazioni sanitarie, tra una pizza fuori e un abbonamento on demand, cosa ci rimane davvero nel portafoglio o nel conto corrente? Una riflessione quanto mai opportuna nel momento storico in cui viviamo. In Italia, come nel resto d’Europa, il costo della vita sta diventando sempre più alto. Secondo le stime dell’Istat nel mese di settembre l’inflazione ha registrato un aumento dello 0,3 per cento su base mensile e dell’8,9 per cento su base annua. Un dato ancora in rialzo rispetto all’8,4 per cento del mese di agosto. A pesare sul carrello della spesa sono gli aumenti dei costi dell’energia che a cascata si stanno adesso trasferendo sui costi di produzione di altri beni di consumo, soprattutto su quelli del comparto agroalimentare che da solo assorbe oltre l’11 per cento dei consumi energetici industriali.

Di fatto una stangata per le famiglie italiane considerando che la spesa media nel 2021 è stata di 2.437 euro (in Veneto oltre 2.562 euro), aumentata del 4,7 per cento rispetto solo al 2020, e che una fetta importante è data da prodotti alimentari e bevande analcoliche (450,19 euro è la media nazionale; 469,91 euro è invece la spesa in Veneto).

La sovrapposizione temporale ci potrebbe indurre a credere che tutto, o larga parte, sia dipeso dalla scelta di Putin di attaccare l’Ucraina, ma come spiega in queste pagine Fulvio Fontini, professore associato di Economia dell’energia all’università di Padova: «Il prezzo dell’elettricità ha seguito la dinamica dei prezzi del gas e i prezzi del gas sono cominciati ad aumentare nell’estate dello scorso anno, ancor prima della guerra in Ucraina. La vera domanda che avremmo dovuto porci fin dall’anno scorso è: perché il prezzo non è aumentato prima?». Nel dossier Carissimo gas di Altreconomia, l’autore Remo Valsecchi aggiunge che l’anomalia in cui viviamo non è stata causata da un evento esterno, anzi guerra e sanzioni sono completamente estranee al problema e quasi sempre strumentalizzate per opportunità: «Le cause sono unicamente le speculazioni favorite dal processo di liberalizzazione dell’energia voluta dai vari trattati costitutivi dell’Unione Europea che, nel principio della libera concorrenza per la tutela dei consumatori, ha privilegiato un sistema neoliberista e la deregolamentazione che consiste nell’eliminazione di norme e vincoli legislativi o amministrativi imposti alle attività economiche e che, nel caso specifico, avendo eliminato il controllo e la vigilanza dello Stato per impedire che l’attività economica venga svolta in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, ha consegnato il Paese alla finanza».

L’effetto domino è già iniziato e il maxi-aumento delle bollette elettriche, ipotizzato anche al 59 per cento, che scatterà da ottobre e i nuovi incrementi del gas alle porte spingeranno imprese, esercizi commerciali e attività produttive, impossibilitate ad assorbire costi energetici così elevati, a ritoccare i listini rivolti al pubblico. Le ripercussioni, direttamente o indirettamente, ricadono sul consumatore. È di questi primi giorni d’ottobre la notizia di una maggiorazione di tre euro come “contributo per incremento dei costi d’energia” che un paziente s’è visto addebitare nella fattura emessa dalla casa di cura Villa Maria di Padova, al termine di un esame privato. Oltre all’obolo in sé, che può arrivare anche a 10 euro se aumenta in proporzione il costo dell’intervento, a far arrabbiare il paziente è stato il mancato avviso e l’assenza di trasparenza informativa della struttura. Ecco il punto: sia che siamo immersi tra gli scaffali dei supermercati, sia che impugniamo la bolletta dell’acqua o che stiamo attivando abbonamenti digitali, ricordiamoci che se anche l’aria ha un costo, figuriamoci tutto il resto. Anche a nostra insaputa.

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