MosaicoIl Centro organistico padovano torna nella chiesa di Sant’Antonio Abate a Padova con i concerti di Quaresima. Filo conduttore la ricerca di punti di incontro fra idee, stili e sonorità
È una rassegna dedicata alle Convergenze quella che il Centro organistico padovano organizza per quattro domeniche di marzo a partire dal 9. Sono concerti per la Quaresima, ma il repertorio proposto è motivo di riflessione molto ampio, adatto a tutti. «È un tema generale _ spiega infatti Viviana Romoli, direttrice artistica della rassegna – L’aspetto della convergenza nasce dal fatto che la musica crea unione. Alcuni termini della nostra lingua sono mutuati dall’ambito musicale: “dobbiamo accordarci”, oppure parliamo di armonia e consonanza. In questo particolare momento storico, tempo di disgregazione e mancanza di armonia, le “convergenze” assumono un significato profondo da un punto di vista creativo. C’è necessità di trovare un punto in cui convergere, fermarsi, ritrovarsi e trovare un equilibrio, una pace, il rispetto reciproco, tutto questo lo proponiamo attraverso la musica». I programmi presentatati dagli artisti tenderanno quindi ad offrire al pubblico un tipo di esperienza che abbatte le barriere, i confini e permette a tutti di avvicinarsi al mondo musicale e a quello dell’organo a canne che, anche da solo, ha la capacità di suonare come mille voci e con tante sfaccettature. «Ogni appuntamento ha un titolo che ha come fulcro l’idea della convergenza – continua la direttrice artistica – Il primo a esempio è uno spazio giovani: l’organista Stefano Perrotta è un giovane talento vincitore di concorsi all’estero. Il suo programma verterà sulla convergenza maestro-allievo: presenta brani di autori che sono stati l’uno l’allievo dell’altro, una sorta di dialogo fra grandi maestri e i loro allievi che attraversa secoli di musica barocca con denominatore comune la tonalità in do maggiore». Al secondo appuntamento invece, per la prima volta a Padova, si potrà ascoltare un concerto con la tromba naturale, ovvero la tromba costruita senza pistoni usata in epoca barocca in cui i suoni vengono riprodotti con l’utilizzo della bocca. Ad accompagnare Calogero Contino alla tromba, c’è Viviana Romoli all’organo. Il terzo appuntamento, “Il bello del cuore umano nella musica di J. S. Bach e D. Buxtehude – verso l’intima pace” con l’organista Massimiliano Sanca, è focalizzato sulla bellezza e il potere di elevazione spirituale della musica. «La Parola di Dio – sottolinea Romoli – viene seminata attraverso l’arte musicale con una serie di figure retoriche, simbolismi, con un vocabolario musicale che descrive e rappresenta gli affetti deputati a elevare lo Spirito, l’anima». Si chiude con Massimiliano Raschietti, concertista di fama internazionale. «Il titolo è “Come l’inizio, così la fine. Tra le note re e re”, un percorso che inizia e finisce con Bach, passando per epoche e autori molto diversi creando una convergenza interessantissima di stili».
I concerti si tengono nella chiesa di Sant’Antonio Abate, collegio Don Mazza, via dei Savonarola, 176 Padova. Sono a ingresso gratuito e iniziano alle ore 17. «Quello che a noi interessa – dice Viviana Romoli – è aprirci alla città. Il Centro organistico padovano nasce nel 1987 al Santuario della Madonna Pellegrina proprio con l’intento di promuovere la cultura e la musica d’organo cercando di spaziare nella città. Fra gli obiettivi del Centro anche favorire le manifestazioni riservate ai giovani organisti.
