Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di assistere a Padova all’ultimo evento del Festival di salute portato in scena al teatro Verdi dallo psicanalista e psichiatra Vittorio Lingiardi e l’attrice Federica Fracassi. Il reading si ispira a Corpo, umano (edizioni Einaudi, 2024), l’ultimo libro molto colto, ma anche molto personale, del noto saggista, autore anche della rubrica Psyco, a tema cinematografico, nel settimanale Il venerdì. Lo spettacolo ben si riassume nelle parole di Ian McEwan in testa al libro: «Il poetico, lo scientifico, l’erotico: perché mai la fantasia avrebbe dovuto votarsi al servizio di un unico padrone?». E così ha fatto pure Lingiardi anche a sipario aperto: l’autore impasta, infatti, svariati approcci che nel suo dinamismo narrativo non risultano mai antitetici nel riportare il corpo al centro della scena delle nostre vite in un’epoca fortemente interrotta, in tal senso, dall’esasperazione della società digitale.
Dal primo corpo della madre, passando per il corpo del desiderio adolescenziale l’autore dipinge “Il corpo ricordato” nella prima parte e prima di congedarsi nel finale con “Il corpo ritrovato”, che è poi quello narrato (l’unico modo per rintracciarlo), passa in rassegna tutti i nostri organi, l’epidermide e le sue periferiche manifestazioni nella sezione “Il corpo dettagliato”, che diventa un giro in giostra spassosissimo nella complessità umana tra medicina, anatomia, relazione, letteratura e molte altre arti. Mentre assistevo allo spettacolo, ritmato da periodiche interruzioni sonore che lasciavano spazio a balli messi in scena sempre dalla coppia Lingiardi-Fracassi (una vera celebrazione del corpo), pensavo a quanti film si potrebbero accostare al dipanarsi del libro-reading. Ci provo qui.
A dicembre uscirà il film francese Chiedimi chi era mia madre diretto dal canadese Ken Scott, basato su una storia vera e ambientato nella Parigi degli anni Sessanta: Esther, madre di sei figli rifiuta di accettare una diagnosi medica secondo cui suo figlio Roland non camminerà mai e sfida difficoltà insormontabili per guidarlo verso la vita che immagina per lui attraverso l’ottimismo e la fede. Esther prometterà a Roland una vita meravigliosa che diventerà un’immagine epica che lo accompagnerà per sempre. Qui un corpo menomato, un corpo toccato (l’affective touch di cui parla anche Lingiardi), un corpo considerato trova risposta in una madre incontenibile e che proprio per questo, a impresa riuscita, dovrà imparare anche a farsi da parte. Solo per rimanere al primo capitolo di questo splendido Corpo, umano vale la pena citare anche i due recentissimi, e non me ne vogliate se sono ancora francesi, La tenerezza-L’attachement di Carine Tardieu e Ritrovarsi a Tokyo di Guillaume Senez, entrambi in parte affrontano anche il bisogno del corpo di ritrovare fiducia, sicurezza, affetto e calore. Nel primo stiamo sulle conseguenze del vuoto-spazio che viene lasciato aperto con i figli, il compagno e una vicina di pianerottolo da una madre che muore di parto. Nel secondo, in un Giappone non proprio da cartolina, un padre separato di origini francesi non vede la figlia da nove anni a causa di una legge profondamente problematica (ora in cambiamento) e non sa nemmeno dove abiti. A suggerire il bisogno di socialità del nostro corpo qui c’è perfino una scimmietta in carne e ossa, l’animale citato per gli studi celebri sul contatto fisico-emotivo anche da Lingiardi che mesi fa lui stesso ebbe occasione di scrivere di questa preziosa opera.
Buona lettura e buona visione!