Fatti
Cosa sono le comunità energetiche? Necessità di “gruppo”
Le comunità energetiche sono cittadini, enti e imprese che autoproducono energie. In attesa di una scossa dell’Italia, il Veneto incentiva i progetti
FattiLe comunità energetiche sono cittadini, enti e imprese che autoproducono energie. In attesa di una scossa dell’Italia, il Veneto incentiva i progetti
Su italiadomani.gov.it, il portale ufficiale dedicato a raccontare come procedono e come si suddividono gli investimenti italiani finanziati dal Pnrr, sotto la missione relativa alla rivoluzione verde e transizione ecologica, un capitolo è dedicato alla promozione delle rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo. L’obiettivo dell’investimento, testualmente citato, è di «sostenere le comunità energetiche, cioè le coalizioni organizzate di utenti che collaborano tra loro per produrre, consumare e gestire energia pulita attraverso uno o più impianti locali… e fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri». Euro pronti per essere investiti: 2,2 miliardi. Stato dell’arte: tutto fermo perché mancano i decreti attuativi. E sì che con una guerra alle porte di casa, i cui riflessi non si fermano di certo sull’uscio, ragionare su forme energetiche alternative, indipendenti dalla Russia e dalle fonti fossili inquinanti,sarebbe uno slancio di credibilità agli occhi dell’Europa, ma anche di cittadini, negozianti e imprenditori che sventolano bollette esorbitanti. Eppure con il decreto legislativo 199/2021, in attuazione della direttiva europea sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, il Governo aveva dato una spinta in questa direzione: all’interno dell’articolo 31, infatti, si parla delle comunità energetiche, gruppi di cittadini, Pmi, enti religiosi, del terzo settore e quelli di ricerca che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti per la produzione e l’autoconsumo condiviso di energia elettrica da fonti green, una su tutte, il fotovoltaico. L’energia elettrica autoprodotta può essere consumataimmediatamente, scambiata o stoccata e, avendo esteso la potenza massima installabile da 200 kw a 1 Mw, si possono costruire comunità più grandi. Tutt’oggi però mancano ancora gli schemi elettrici definitivi e i nuovi meccanismi incentivanti che dovranno essere decisi rispettivamente dall’Arera, l’Autorità regolazione energia reti ambiente, e dal Mite, il ministero della Transizione ecologica. Gli effetti a breve termine sono gap enormi con il resto dell’Europa (in Germania sono attive 1.750 comunità energetiche, in Italia sono solo 20 e in fase sperimentale) e un appello firmato da oltre cento realtà della società civile che premono per dare una mossa ai decreti attuativi. «L’Italia ha perso trent’anni – sostiene Roberto Marcato assessore regionale allo Sviluppo economico e all’energia – Direi che li abbiamo proprio buttati via. Non possiamo perdere altro tempo perché né i cittadini né le imprese ce lo perdonerebbero. E dobbiamo farlo a partire dagli strumenti che possiamo mettere in campo come le comunità energetiche». Il Veneto sta provando a non restare “al palo” e all’unanimità è stata approvata la legge regionale numero 16 del 28 giugno 2022 che stanzia 100 mila euro per l’anno corrente, 250 mila euro per il 2023 e per il 2024: un totale di 600 mila euro da suddividere, almeno in linea teorica, fra i 563 Comuni veneti. «È una grande occasione per il Veneto di utilizzo di energie rinnovabili – prosegue Marcato – particolarmente essenziale nel contesto storico ed economico in cui stiamo vivendo. Il lavoro delle istituzioni è quello di spianare la strada verso l’indipendenza energetica e la sostenibilità ambientale. Con questo provvedimento dimostriamo ancora una volta che competenza, innovazione e sinergia sono le basi per garantire un futuro migliore ai veneti».

Moreno De Col, presidente Cna Veneto: «Noi sulle comunità energetiche abbiamo creduto fin dall’inizio: abbiamo stretto accordo con un operatore e contiamo nel giro di qualche mese di essere parte attiva con i nostri associati nelle varie zone del Veneto. Un gruppo può nascere in un condominio, quartiere o zona artigianale. Come Cna possiamo dare supporto tecnico».
Lo studio di Smartland: se si installassero pannelli solari sui tetti dei quasi 17 mila capannoni industriali e artigianali del Padovano, si potrebbe coprire l’84,5 per cento del fabbisogno energetico delle stesse aziende.