Idee
Crisi idrica. Dobbiamo riconnetterci con l’ambiente
La questione non è saper o voler vedere il bicchiere mezzo pieno. Oggi non abbiamo neppure più l’acqua nel bicchiere.
IdeeLa questione non è saper o voler vedere il bicchiere mezzo pieno. Oggi non abbiamo neppure più l’acqua nel bicchiere.
È stato annunciato, ma in pochi c’hanno creduto, che l’acqua venisse a mancare. E non nei tempi previsti (mezzo secolo). Oggi siamo già in crisi idrica nell’arco di due-tre anni. Serpeggia ancora però l’incredulità di chi pensa che si tratti solo di un passaggio ciclico, mentre fuori siamo stati all’asciutto per tutto l’autunno, l’inverno come pure a primavera, almeno per le regioni del Nord, dopo che il Trentino ha già preannunciato che per l’estate prossima non fornirà acqua alle regioni contermini. Tutto ciò fa preludere all’estate che c’aspetterà! Di acqua, ce ne sarà sempre di meno: questa è la realtà! I primi a rendersene conto sono le 300 mila imprese agricole in Italia, da cui dipendiamo come alimentazione. Il tempo di qualche mese e comprenderemo il rischio che stiamo correndo, quando troveremo meno prodotti sul mercato a prezzi maggiorati. Ciò che poi dovrebbe maggiormente preoccuparci è l’impatto che tutto questo avrà sull’ambiente, con morìa di specie animali e vegetali, aggravando ulteriormente il problema generale. Dobbiamo tornare a parlare di connessione ambientale: noi e l’ambiente, dove ogni nostra azione incide sull’ambiente circostante e sul resto del pianeta. È vergognoso come ci comportiamo. Vergognoso assistere all’altalenante sistema di dubbi e certezze, luci e ombre, fango e verità, con cui trattiamo la crisi ambientale che sta mettendo a rischio il futuro dell’umanità.
Si rischia ancora di essere bollati come dei “Savonarola”, quando si parla di rispetto ambientale e s’invoca l’evidenza a fronte delle abitudini consumistiche in cui siamo caduti. E non si tratta di essere l’una o l’altra cosa: alla visione dei fatti o si è “ciechi e sordi”. Oppure, semplicemente “stolti”! Non esiste una terza via di fuga. Già ora, al Nord c’è un deficit idrico del 40 per cento rispetto alla media storica delle altre regioni. Questo cosa dimostra? Saremo pure la “locomotiva economica” d’Italia, peccato solo che davanti a noi non si vedono più i binari su cui correre. Non solo per la storica mancanza di materie prime. Oggi a mancare è quell’acqua fonte di vita. Il che dimostra con evidenza il grado di “coscienza” della nostra classe politica regionale, impegnata più a realizzare le Olimpiadi dolomitiche, con impianti sportivi che non utilizzeremo mai, piuttosto di pensare al disastro ambientale in cui stiamo scivolando.