Fatti | Calcio Padova
In certe partite, quando tutto sembra andare verso il peggio, basta pochissimo per recuperare fiducia, animo e gamba, a volte sono rimpalli, a volte il cosiddetto “tiro della domenica”, a volte invece le azioni alla “Mai dire gol”. La nota trasmissione della Gialappa’s fece scuola soprattutto agli inizi degli anni 90 proponendo nelle loro trasmissioni televisive le azioni più divertenti della domenica, tra cui i “gollonzi”. Ed è proprio un “gollonzo” che ha permesso alla squadra allenata da Andreoletti di strappare un prezioso punto da Spezia, a firma Lasagna, (primo gol in biancoscudato per lui) e con la complicità di Sarr.
Il Padova si schiera con il consueto 3-5-2 con alcune differenze rispetto alla formazione scesa in campo domenica scorsa con la Juve Stabia: Fortin tra i pali, Belli (al posto di Faedo), Sgarbi e Perrotta sulla linea di difesa; Crisetig in cabina di regia, con il confermatissimo Fusi e Di Maggio al posto di Varas a sostegno, Barreca sulla sinistra, Favale sulla destra a formare i 5 di centrocampo, in attacco Bortolussi e Lasagna. Anche lo Spezia con lo stesso modulo: Sarr in porta, Jack, Wisniewski, Mateju in difesa, Beruatto, Nagy, Esposito, Vignali, Aurelio a centrocampo, Lapadula e Di Serio in attacco.
Un primo tempo tutt’altro che semplice per gli uomini di Andreoletti, che nonostante una buona partenza non sono mai riusciti ad impensierire Sarr se non all’11° con un tiro da fuori di Fusi, bloccato dal numero 1 di casa. E nel momento in cui il Padova stava premendo maggiormente il gol spezzino arriva per mano di Lapadula al 17°: è l’ex Milan che di testa batte Fortin superando la marcatura di Belli. Il Padova sotto, prova una reazione ma la Spezia abile a chiudersi dietro non lascia spazi: al 30° un episodio da rivedere dove Fusi cade appena dentro l’area, ma l’arbitro lascia correre, e il var non interviene. Al 33° altra occasione per lo Spezia, con Fortin a deviare in angolo su una girata di Di Serio. Poco dopo ancora occasione per i padroni di casa, dove su un cross dalla sinistra che attraversa tutta la difesa biancoscudata, Lapadula non riesce a ribadire in rete. Finisce un primo tempo dove il Padova paga le disattenzioni in marcatura che più volte si sono viste in questa prima parte del campionato, dimostrandosi per gran parte in difficoltà.
Il secondo tempo inizio come era finito il primo, con il Padova in cerca del pertugio giusto, e con lo Spezia che in maniera ordinata chiudeva tutti gli spazi. Al 55° primi cambi tra le maglie padovane: fuori Fusi (ammonito) e Favale, dentro Varas e Capelli, per dare più vivacità a centrocampo. Dieci minuti dopo spazio per Buonaiuto e Harder al posto di Bortolussi e Crisetig. Al 75° problemi per Belli sostituito da Faedo. È un Padova che piano piano prende campo e Spezia intento a difendere, ma è al 66° che avviene il “gollonzo”: retropassaggio della retroguardia spezzina verso il proprio portiere che va alla ribattuta, arriva Lasagna che intercetta il rinvio e fa carambolare la palla in rete portando il Padova al pareggio. Da qui il Padova prende fiducia, e inizia a sviluppare gioco: all’82° Capelli crossa sulla destra dove non trova nessun compagno a finalizzare. All’84° super parata di Fortin che salva il Padova parando da pochi metri il tentativo di Aurelio. Dopo 4 minuti di recupero decretati dal signor Pezzuto della sezione di Lecce, l’ultima occasione ce l’ha proprio il Padova con Di Maggio che non riesce a colpire a botta sicura un pallone messo in mezzo da Buonaiuto, per quella che sarebbe stata una clamorosa rimonta completata.
LE INTERVISTE POST PARTITA
Nel dopogara mister Andreoletti non ha nascosto la soddisfazione per il pareggio: «Assolutamente sì, è un punto guadagnato. Sapevamo che lo Spezia è una squadra con grande qualità individuale e con una grande fisicità, e in partite così, quando si sporcano, per noi diventa tutto più complicato. Riuscire a pareggiarla in quel modo, con quello spirito, mi riempie d’orgoglio. È stata una prestazione maschia, non qualitativa, perché dal punto di vista tecnico possiamo fare molto meglio, ma l’atteggiamento — che è la cosa che il Padova non deve mai sbagliare — oggi non è mancato».
Il tecnico biancoscudato ha poi elogiato la squadra per il carattere mostrato e ha sottolineato come il gol di Lasagna «non sia arrivato per caso, ma come premio a uno spirito di squadra straordinario». E con la consueta onestà ha aggiunto: «Certo, ci eravamo fatti la bocca buona e avremmo voluto vincerla nel finale, ma sarebbe stato un gol non meritato per quello che si è visto in campo. Me lo sarei preso volentieri, ma il pareggio è giusto».
Analizzando la partita dal punto di vista tattico, Andreoletti ha riconosciuto i meriti dello Spezia e la difficoltà nel primo tempo: «Le partite le preparano anche gli altri. Loro hanno difeso l’ampiezza con uscite diverse, a volte col quinto, a volte con la mezzala, costruendo qualcosa di simile a un 4-4-2. In certe situazioni dovevamo essere più bravi a giocare tra le linee: ci abbiamo provato con Di Maggio, mentre dall’altra parte con Favale abbiamo fatto più fatica. Nel secondo tempo abbiamo sistemato due o tre cose e siamo andati meglio».
Poi il riferimento al tour de force che attende il Padova: «Siamo l’unica squadra a giocare tre partite in sei giorni. Per restare in Serie B dobbiamo andare sempre a trecento all’ora, quindi ho cercato di inserire energie fresche. Capelli non era al meglio, aveva preso una botta domenica e non si era allenato, non ho voluto rischiarlo. Ora dobbiamo recuperare, anche se il tempo è pochissimo».
Un pensiero anche per Seghetti, a cui è sfumato l’esordio: «Mi dispiace molto, avevo la sensazione che entrando avrebbe pareggiato. Sta lavorando benissimo e ha qualità importanti. Non si sono create le condizioni per farlo entrare, ma la fiducia in lui resta totale».
Infine, parole di gratitudine per i 227 tifosi biancoscudati presenti sotto la pioggia al “Picco”: «Non ho più parole per ringraziarli. È stata una trasferta lunga e impegnativa anche per loro. A Catanzaro avevo dedicato la vittoria, oggi dedico questo punto. Si sta creando qualcosa di importante tra squadra, città e tifoseria: senza questo legame non potremmo raggiungere il nostro obiettivo».
«Sì, è un punto guadagnato — ha esordito Kevin Lasagna al termine della gara — anche se forse nell’ultimo minuto, nell’ultima azione, potevamo portare a casa i tre punti. Abbiamo fatto una buona reazione nel secondo tempo: dopo essere andati in svantaggio abbiamo iniziato a giocare di più come sappiamo fare e abbiamo messo in difficoltà lo Spezia». L’attaccante biancoscudato ha poi commentato il suo primo gol con la maglia del Padova, arrivato in modo tanto curioso quanto decisivo: «È un gol che mi mancava, perché gli attaccanti hanno bisogno di segnare. Sono contento, è il frutto del duro lavoro che mettiamo in allenamento. Ci ho creduto fino alla fine e poi il rimpallo è andato bene».
Sul suo avvio di stagione, Lasagna ha spiegato: «Il gol mancava, ma sono contento per come la squadra ha iniziato il campionato. Stiamo facendo ottime partite e l’importante è il gruppo, più del singolo».
Uno sguardo già alla prossima sfida e alle poche ore per recuperare: «Bisogna essere bravi anche nelle poche ore che abbiamo a fare il massimo per recuperare — vasche fredde, massaggi, quello che si può — e andare a dormire il prima possibile, anche se stasera non sarà facile. Dobbiamo ricaricarci perché sabato ci aspetta un’altra partita importante davanti al nostro pubblico, che ci sostiene sempre tanto in casa».
Poi una riflessione sullo spirito della squadra e sull’ambiente trovato in biancoscudato: «Ho trovato un gruppo veramente sano, fatto di bravi ragazzi che ogni giorno danno il 110% negli allenamenti e ascoltano quello che chiede il mister. Sono felice di essere arrivato qui».
Una dedica semplice ma sentita: «Dedico il gol alla mia famiglia, che mi segue sempre». E uno sguardo già alla prossima sfida: «Ora dobbiamo essere bravi a recuperare nelle poche ore che abbiamo, tra massaggi, bagni freddi e tanto riposo, perché sabato ci aspetta un’altra partita importante davanti al nostro pubblico».
L’attaccante ha parlato anche del pressing che ha portato al pareggio: «Fa parte delle mie caratteristiche continuare la pressione sul portiere. È una cosa che proviamo anche in allenamento, il mister ce lo dice sempre: se il tragitto non è lungo bisogna continuare la pressione, perché anche un centimetro può portare qualcosa alla fine».