Uno slancio per la fusione Contentissimo tra la sua gente Il sindaco: «Arre è piccolina, facciamo fatica a garantire i servizi minimi. Con Candiana o Conselve, invece... La cosa più difficile è capire quanto sia grande il nostro “orto”»
He has a dream. Michele Teobaldo, sindaco di Arre, ha un sogno: la fusione del suo municipio, di 2.066 abitanti, con un altro Comune: «Arre è piccolina e da sola fa fatica. Facciamo fatica a garantire i servizi minimi, i dipendenti comunali sono solo nove, non tutti a tempo pieno. Abbiamo un vigile per 24 ore, l’assistente sociale per 30 ore. Se un lavoratore ha l’influenza, siamo in difficoltà. Dall’estero sollecitano all’Anagrafe le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana, ma non abbiamo né il tempo né le risorse per trovare i documenti negli archivi. Ho già detto ai miei consiglieri comunali che punto a ottenere il consenso per una fusione. Penso sia la strada giusta e se non ci riesco in questo mandato, vuol dire che ho proposto un obiettivo sbagliato, che non ho spiegato bene o che si ritiene giusto lasciare le cose così come sono». I candidabili? Conselve e Candiana: «La fusione con Candiana è quella che io preferirei. Viceversa con Conselve vorrebbe dire per Arre diventare una frazione, però di un Comune da diecimila abitanti». Nel 2019 la prima elezione, confermando la fascia tricolore nel 2024, quando si è presentata agli elettori una sola lista “Arre Viva”. «Non c’è da meravigliarsi – argomenta il primo cittadino, 58 anni, laureato allo Iuav a Venezia – Nei paesi piccoli le persone che s’impegnano sono sempre una percentuale ridotta. Era già successo al mio predecessore, Alberto Sturaro, di correre da solo». Il 25 aprile anche ad Arre è stata celebrata la Festa della Liberazione. «Merito soprattutto della locale sezione dell’associazione Combattenti e Reduci, che organizza la manifestazione». Il sindaco ha proposto una riflessione sul pensiero del filosofo francese Paul Ricoeur, operando una sintesi dei concetti di memoria e di oblio, che s’incontrano nella “giusta memoria”, gestita come un “oblio attivo”, fondato sul perdono. Alla cerimonia è intervenuta anche Anna Pistore, vicesindaca del rinnovato Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, eletto da studenti di prima e seconda media. Ai primi di aprile, invece, Arre ha rinsaldato il gemellaggio, stretto 36 anni fa, con il Comune francese di Warmeriville, che fa parte del dipartimento della Marna. Stavolta è toccato ai transalpini far visita agli italiani. «Questa bella iniziativa ci consente di avere orizzonti più ampi. La cosa più difficile è capire quanto sia grande il nostro “orto”. Se il tuo mondo è solo casa tua, oppure il tuo Comune. Se invece ti abitui ad allargare i tuoi confini mentali, questo ti aiuta molto. Ogni cittadino mi chiama per segnalarmi la buca davanti a casa sua, difficilmente mi indica le buche aperte in tutto il paese». Quanto al rapporto con la parrocchia, il sindaco sottolinea che è improntato a «stima e collaborazione. Insieme facciamo, a fine luglio, la manifestazione “Note e sapori. Arre Buskers Festival”: tre giorni di festa, con artisti di strada e specialità gastronomiche, nei quali chiudiamo al traffico la strada principale. L’evento impegna un po’ tutte le componenti del paese: gli esercenti, il patronato e il Circolo Noi, la Pro loco, l’amministrazione e vari privati. Sul versante dei lavori pubblici, il Comune di Arre, che monitora costantemente le opportunità fornite dai bandi, figura tra le pochissime realtà in Veneto (11 su 148 domande presentate) ammesse al finanziamento per un intervento da 50 mila euro nell’ambito “Bici in Comune”, promosso dal ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi.
Il parroco: «Camminare tra queste vie stupende mi lascia senza parole. Sulla Chiesa del domani: se anche si farà l’annuncio del Vangelo per strada, non sarà un dramma»
Non sono previste celebrazioni particolari, ma il traguardo è comunque importante: don Leopoldo Zanon festeggia, in questo 2025, dieci anni di presenza ad Arre. La ricorrenza, per il 51enne parroco moderatore dell’Unità pastorale che comprende anche Candiana, Arzercavalli, Pontecasale e Fossaragna (complessivamente seimila abitanti), si abbina al 25° anniversario dell’ordinazione sacerdotale. «Inizialmente, dieci anni fa – ricorda don Leopoldo, originario di Laghi di Cittadella – in tutta l’unità pastorale eravamo in cinque: due parroci, un moderatore e un co-parroco, un vicario parrocchiale, un collaboratore festivo, un diacono permanente. Attualmente ci sono solo io come parroco moderatore; poi c’è un sacerdote collaboratore pastorale (don Francesco Settimo, ndr) che risiede con me e che mi supporta; poi ci dà una mano un diacono permanente». Insomma, il lavoro non manca, ma don Zanon si dichiara «contentissimo» del suo incarico: «Qui mi trovo proprio bene. Per un camminatore come me percorrere delle stradine stupende, con dei paesaggi in mezzo al verde, mi lascia senza parole». He has a dream. Michele Teobaldo, sindaco di Arre, ha un sogno: la fusione del suo municipio, di 2.066 abitanti, con un altro Comune: «Arre è piccolina e da sola fa fatica. Facciamo fatica a garantire i servizi minimi, i dipendenti comunali sono solo nove, non tutti a tempo pieno. Abbiamo un vigile per 24 ore, l’assistente sociale per 30 ore. Se un lavoratore ha l’influenza, siamo in difficoltà. Dall’estero sollecitano all’Anagrafe le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana, ma non abbiamo né il tempo né le risorse per trovare i documenti negli archivi. Ho già detto ai miei consiglieri comunali che punto a ottenere il consenso per una fusione. Penso sia la strada giusta e se non ci riesco in questo mandato, vuol dire che ho proposto un obiettivo sbagliaIn questi anni, attorno al parroco, si è costituita una “redazione” (con insegnanti e appassionati di storia locale) che ha prodotto quattro volumi «in cui abbiamo recuperato alcuni elementi essenziali del territorio. Nel 2016, nell’anno del Giubileo straordinario, abbiamo raccolto fatti di misericordia». Ammontano a 23 i ragazzi dell’unità pastorale che sabato 3 maggio hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana, comunione e cresima: quattro di Arre, nove di Arzercavalli, otto di Candiana e due di Fossaragna. Quest’anno poi sono in agenda cinque matrimoni, per il 2026 ne ho già fissati quattro. I battesimi, in genere, sono una trentina all’anno, ma io comunque sono convinto che fra una decina d’anni ci sarà una ripresa di battesimi per i giovani e gli adulti. Poi torneranno, come un tempo, le pievi e le altre parrocchie saranno cappellanie. Per motivi economici qualche chiesa verrà necessariamente chiusa. Ma, se anche si farà l’annuncio del Vangelo per strada, non sarà un dramma. Dobbiamo essere pronti anche a questo». Nell’Unità pastorale non è mancata un’attento, che non ho spiegato bene o che si ritiene giusto lasciare le cose così come sono». I candidabili? Conselve e Candiana: «La fusione con Candiana è quella che io preferirei. Viceversa con Conselve vorrebbe dire per Arre diventare una frazione, però di un Comune da diecimila abitanti». Nel 2019 la prima elezione, confermando la fascia tricolore nel 2024, quando si è presentata agli elettori una sola lista “Arre Viva”. «Non c’è da meravigliarsi – argomenta il primo cittadino, 58 anni, laureato allo Iuav a Venezia – Nei paesi piccoli le persone che s’impegnano sono sempre una percentuale ridotta. Era già successo al mio predecessore, Alberto Sturaro, di correre da solo». Il 25 aprile anche ad Arre è stata celebrata la Festa della Liberazione. «Merito soprattutto della zione particolare per l’Anno santo della speranza. «In marzo siamo già stati a Roma con un pellegrinaggio giubilare. A livello diocesano abbiamo partecipato a un cammino verso l’Opsa, nel nuovo santuario della Madonna della Provvidenza. All’esterno di ogni parrocchia abbiamo esposto uno striscione in cui è stata riportata una frase di papa Francesco: “Teniamo accesa la fiaccola della speranza”. Dentro le chiese abbiamo fatto due striscioni avvolgibili: uno riprendendo l’idea da una diocesi canadese molto creativa, con un’immagine che conduce all’idea del cammino; nell’altro abbiamo trasposto una citazione della bolla Spes non confundit». «Infine abbiamo pensato al pellegrinaggio di una croce. Un nostro artigiano ha realizzato cinque croci in legno, molto belle, accompagnate da altrettanti diari: nel tempo di Quaresima c’è stata la peregrinatio della croce della speranza, provvista di un piccolo logo del Giubileo. La croce ha stazionato, per un giorno, in più di duecento famiglie. Gli scritti che abbiamo raccolto sono veramente stupendi. Questa esperienza crea legame tra le famiglie: le persone si conoscono e dialogano tra loro».
