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Rubriche | Dal Municipio al Campanile

mercoledì 29 Gennaio 2025

Dal Municipio al Campanile, Boara Pisani

Il sindaco: «Un forte legame con la terra». Il parroco: «Una comunità vivace e attenta»

Nicola Benvenuti

Il sindaco Andrea Gastaldello: «Una comunità dove si vive serenamente, votata all’agricoltura che è il settore economico trainante e legata all’Adige. In cantiere lavori sulla viabilità»

«Boara Pisani è una comunità dove si vive serenamente, molti giovani restano in paese, da sempre votata all’agricoltura e legata strettamente all’Adige e guarda con interesse anche alle occasioni di sviluppo economico che si sono presentate negli ultimi decenni». Questa, in sintesi, la presentazione di Boara Pisani, circa 2.500 abitanti, fatta dal sindaco Andrea Gastaldello, in carica dal 2021, ma con un solido bagaglio quasi ventennale come amministratore comunale. Le origini del paese si fanno risalire intorno all’anno Mille, quando imbrigliati alla meglio i numerosi corsi d’acqua della zona, fino allora completamente liberi, si cominciò a stabilire un certo transito dalle località dell’Emilia, del Polesine, verso l’Alto Veneto. Per decreto reale, nel 1868, fu assunta la denominazione di Boara Pisani, a ricordo dello stretto legame con la famiglia veneziana che promosse anche la bonifica della zona. Pisani anche per distinguerla da Boara Polesine, comune al di là dell’Adige in provincia di Rovigo. «L’agricoltura resta dal punto di vista economico il settore portante dell’economia locale, la cosa bella è che diverse aziende hanno fatto e stanno facendo il cambio generazionale e vi è molto attaccamento alla terra dove si è nati, anche da parte dei giovani, tanto che parecchi giovani restano in paese anche quando vanno a vivere da soli, sposati o accompagnati», dice Gastaldello. La prova di quanto afferma sono le scuole: scuola materna paritaria e nido integrato, così come la primaria e la secondaria viaggiano col vento in poppa, con un numero complessivo intorno ai 200 tra bambini e ragazzi. «Abbiamo voluto collegare Cà Bianca e varie località minori al capoluogo con una ciclabile autonoma rispetto alla viabilità veicolare – spiega Gastaldello – incentivando l’uso della bici, anche per i ragazzi che con la bella stagione possono raggiungere Boara in autonomia e sicurezza. Così valorizziamo il territorio visto che la pista permette di raggiungere l’area golenale Onari-Giaron recuperata con i fondi del Gal». Qui è stata realizzata una struttura in legno, adibita a punto di accoglienza per la visita dell’area e punto di sosta per la pista ciclabile lungo l’argine esterno dell’Adige. L’area è servita inoltre da una zona ristoro munita di tavoli e panchine, da un parcheggio per la sosta, da una seconda struttura in legno che accoglie i servizi igienici. La presenza del casello autostradale dell’A13 Padova-Bologna, ha significato anche lo sviluppo di una zona industriale per Boara con diverse aziende. Boara è una comunità legata anche alle tradizioni, come ad esempio la festa del Divin Crocifisso la prima domenica di ottobre. «Con la parrocchia e don Francesco Lucchini abbiamo una bella collaborazione su diversi fronti, dalla scuola d’infanzia ad attività ricreative». L’impegno ora è sul fronte della viabilità per la realizzazione dell’attesa rotatoria sulla statale che porta a Rovigo, all’altezza del ponte sull’Adige: «Questo importante intervento, che riguarderà la viabilità locale e la sicurezza stradale, rappresenta un passo fondamentale per il miglioramento della circolazione e la sicurezza dei nostri cittadini. Il progetto sarà realizzato in collaborazione con la Provincia di Padova e Anas, e la sua attuazione dipenderà dal coordinamento tra le istituzioni coinvolte», conclude Gastaldello.

Il parroco don Francesco Lucchini: «Alla scuola parrocchiale possiamo incontrare le famiglie più giovani stabilendo un contatto diretto. C’è molta collaborazione con le altre parrocchie»

«Con Boara di fatto stiamo già mettendo in pratica le collaborazioni pastorali, uno dei frutti del Sinodo diocesano». Parole di don Francesco Lucchini, già parroco di Stanghella, al quale dal febbraio 2022 è stata affidata anche la comunità che si trova in riva all’Adige. «Una esperienza che all’inizio ho condiviso con don Stefano Vanzetto, che poi è stato nominato parroco a Fonzaso». Ora c’è la collaborazione con don Nicola Carolo e don Pietro Frizzarin che risiedono a Vescovana e si prendono cura anche delle comunità di Barbona e Santa Maria d’Adige, mentre don Francesco, che è pure vicario foraneo, ha anche la responsabilità diretta di Stroppare e Boara Pisani. «Di fatto sono sei parrocchie, ciascuna mantiene la sua autonomia, di ognuna cerchiamo di valorizzare i carismi e di camminare insieme secondo il Vangelo», aggiunge don Francesco Lucchini, che ha una profonda conoscenza dell’ampio territorio che gli è affidato, essendo parroco residente a Stanghella da una quindicina d’anni. A Boara una particolare vitalità ha il nido integrato e la scuola dell’infanzia San Sebastiano: «La scuola è parrocchiale e ci offre quindi la possibilità di incontrare le famiglie più giovani, stabilendo un contatto diretto e con loro, attraverso i piccoli, abbiamo anche modo di far passare proposte cristiane, che vengono ben accolte – racconta il parroco – Dal punto di vista liturgico in chiesa a Boara viene sempre garantita la celebrazione della messa prefestiva il sabato sera e la mattina della domenica, mentre è cessata la celebrazione domenicale nella frazione di Cà Bianca». Anche nel corso della settimana a Boara la celebrazione della messa quotidiana è assicurata, tranne il mercoledì che si celebra a Stanghella. A Boara è attiva da molti anni anche la corale, che anima diverse liturgie nel corso dell’anno, proponendo anche alcuni concerti in chiesa. La catechesi si svolge in maniera autonoma a Boara, così come l’attività dell’Acr, mentre gli animatori e i giovanissimi lavorano in collaborazione con la parrocchia di Stanghella. «Anche in questo caso vedo che la collaborazione viene percepita in modo favorevole dai ragazzi e dalle famiglie», sottolinea don Francesco. Il patronato è aperto grazie al “Gruppo attività”, che propone diversi momenti di aggregazione. Patrona della comunità di Boara è Santa Maria della Neve, che ricorre il 5 agosto e che viene celebrata come festa liturgica, mentre la sagra vera e propria è la festa del Divin Crocifisso: si svolge in ottobre e prende spunto dal ritrovamento di un crocifisso, che secondo la tradizione sarebbe stato miracolosamente trasportato dalle acque dell’Adige a Boara e il suo ritrovamento coincise con la fine della peste che imperversava nella zona. «Accanto alla sagra che è organizzata da un’associazione esterna alla parrocchia, c’è la celebrazione e la processione pomeridiana che un tempo si faceva con le barche e ora è svolta a piedi, ma rappresenta un bel momento di devozione popolare», dice ancora don Lucchini. La chiesa parrocchiale, che, dopo una alluvione, nel 1648 venne ricostruita sulle basi della precedente, tra 1767 e 1776 venne ampliata e abbellita con una nuova facciata monumentale in stile barocco. È l’attuale, a unica navata con sei cappelle laterali. Pesantemente danneggiata nella Seconda guerra mondiale, fu recuperata nel dopoguerra e ancora nel 1967. «Nel 2004 è stata nuovamente restaurata, ora abbiamo avuto autorizzazione e relativi contributi per procedere al restauro della facciata e del campanile», annuncia don Francesco.

L’etimologia legata ai bovini oppure al fiume

Il toponimo Boara potrebbe essere legato al temine “boarìa”, per la presenza di numerosi bovini, ma anche a un nome di origine longobarda, “bouga”, che significa anello e quindi richiama il vortice d’acqua. Qui il fiume faceva un’ampia curva che venne raddrizzata con le opere idrauliche nel 18° secolo dai veneziani.

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