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Rubriche | Dal Municipio al Campanile

martedì 17 Dicembre 2024

Dal Municipio al Campanile, Casale di Scodosia

Il sindaco: «Reinventarsi, con ottimismo». Il parroco: «Vicino alle sfide della gente»

Nicoletta Masetto

Il sindaco Marcello Marchioro: «Dopo la crisi del 2008 questo territorio ha saputo rialzarsi. Sono 40 anni che aspettiamo la Sr 10, basta essere ai margini. Il sogno? Una cittadella scolastica»

Qualche piccola attività artigianale, la denominazione “dei Mobilieri” con cui è conosciuta la strada provinciale 102, e tanti capannoni dismessi. Dell’antico distretto del mobile che, a partire dal secondo dopoguerra, fece grande questo lembo di terra nell’estremo confine sud-ovest della provincia padovana, oggi rimane ben poco. E non per inerzia o scarsa intraprendenza delle imprese locali. Ma nonostante la crisi feroce, questo territorio in questi anni ha saputo rialzarsi. A confermarlo è Marcello Marchioro, 52 anni, sindaco da settembre 2020 e reggente nei dodici mesi precedenti. «Per decenni Casale di Scodosia e il suo territorio hanno rappresentato un’eccellenza e un modello di “made in Italy” a livello nazionale, e non solo, nell’ambito delle attività legate alla lavorazione del legno e in particolare nella produzione dei mobili. La crisi del 2008 ha messo in ginocchio decine di imprese, grandi e piccole, e con esse l’indotto, il lavoro, le famiglie. Oggi, però, questo stesso territorio ha saputo rialzarsi. E lo sta facendo a testa alta. Qualche esempio? Oggi Casale di Scodosia è un territorio che, con altrettanta caparbietà e coraggio proprio come i primi pionieri del secondo dopoguerra, si sta reinventando attraverso una riqualificazione che interessa in prevalenza due settori: la logistica e quello degli ombrellifici, con la produzione di ombrelli, ombrelloni e sistemi parasole all’avanguardia». E così anche i vecchi laboratori dove un tempo i maestri ebanisti realizzavano opere di altissima qualità, trovano nuova vita. È il caso di un capannone che, a breve, sarà riconvertito: «La prima vocazione del nostro territorio è quella agricola – prosegue il sindaco che ricorda la presenza del Museo civico etnografico della Scodosia – In controtendenza rispetto a quanto sta accadendo non solo in quest’area, aprirà i battenti a fine gennaio il consorzio agrario. Un servizio destinato alle numerose imprese agricole della zona, ma anche ai cittadini. Un punto di riferimento voluto in un punto baricentrico, soprattutto dopo la chiusura dei consorzi di Montagnana, Este e Terrazzo». Marchioro è tra i sindaci, in scadenza nel 2025, che usufruirà della proroga elettorale annunciata dal ministero dell’interno al 2026. Tanti i progetti e gli impegni del primo cittadino e un unico, grande sogno nel cassetto: «È un grande progetto che mi sta a cuore da sempre: una cittadella scolastica, in zona sud, in cui possano trovare luoghi e spazi adeguati, parcheggi inclusi, asilo nido, scuola dell’infanzia, elementari e medie. Il primo tassello sarà proprio la realizzazione dell’asilo nido che conto di inaugurare il prossimo anno. Il progetto prevede opere per 2,2 milioni euro, 1,7 assegnati grazie ai bandi Pnrr. Tra gli altri investimenti e interventi la riqualificazione energetica del palazzetto dello sport, per 700 mila euro, la realizzazione della rotatoria in via Parruccona, lungo la provinciale 102, per 200 mila euro». Marchioro chiude proprio con il nodo viabilità: «Possiamo rimboccarci le maniche quanto vogliamo, fare progetti, darci da fare, ma se un territorio ha l’ambizione e la voglia di crescere, ha bisogno di infrastrutture. Sono ormai 40 anni che attendiamo la Sr 10 Padana inferiore, in particolare la realizzazione dello stralcio di collegamento da Carceri a Santa Margherita d’Adige. A chiederlo, i nostri cittadini che non vogliono essere ancora una volta ai margini».

Il parroco don Claudio Bellotto: «Lo stare ai confini, anche fisici, molto spesso si traduce in uno stare ai margini rispetto a tante scelte decisive. Rinnoviamo il nostro impegno sociale»

Don Claudio Bellotto è parroco di Casale di Scodosia da ventuno anni. «Stesso entusiasmo del primo giorno, e anche di più, ma anche con sempre nuove necessità». Negli anni ha dovuto fare i conti con il bisogno di risposte, in termini di fede e di ascolto, da parte di una comunità che sta invecchiando e dove le nascite sono sempre meno, oltre all’urgenza di accogliere e integrare chi arriva. «Attualmente ci sono poco meno di un migliaio di famiglie. La nostra realtà non è diversa da tante altre; è lo specchio di una società che ha visto in pochi anni cambiamenti rapidissimi di fronte ai quali non si può far finta di niente. Aggiungendo poi un aspetto che da solo basta a fare la differenza: lo stare ai confini, anche fisici, molto spesso si è tradotto anche in uno stare ai margini rispetto a tante scelte decisive». Nessuna polemica da parte di don Claudio che, però, sottolinea la necessità di un rinnovato impegno in ambito sociale. «In quest’area è attualmente attivo un gruppo di Pastorale sociale del lavoro a cui per primo, insieme agli altri parroci del vicariato, ho voluto dare impulso. Dobbiamo stare vicini alla nostra gente, sostenendo le odierne battaglie legate al mondo sociale e del lavoro. Il mancato completamento della Sr 10 chiama in causa uno sviluppo e una crescita non solo in termini di viabilità o economici, ma anche di opportunità e stabilità occupazionali». Il parroco sottolinea altri aspetti di attualità. «Anche nella nostra comunità gli anziani sono in costante aumento e i bambini sono sempre meno. Nella scuola materna gli iscritti sono un’ottantina, fino a pochi anni fa erano oltre 120. L’azione della Chiesa deve farsi allora più attenta, più presente, più coraggiosa nei confronti di una società in continuo cambiamento». Sono tanti i gruppi che operano all’interno della parrocchia: «Cerchiamo di tenere viva la partecipazione, basti pensare ai ragazzi che partecipano ai campi scuola o al nostro grest: quest’anno abbiamo avuto oltre duecento partecipanti. In parrocchia si ritrova, poi, ogni settimana un gruppo di signore che lavorano all’uncinetto e che per questo Natale hanno realizzato gli addobbi per un bellissimo albero». Ed è proprio nel pieno del tempo dell’Avvento e del Natale che la comunità di Casale si fa ancora più comunità. La parrocchia di Santa Maria ha da subito fatto proprio lo slogan “Abbiamo un tesoro in vasi di creta” (2 Cor 4,7) scelto dalla Diocesi per questo tempo liturgico. «Sono tre i pilastri di questo nostro Avvento: il primo è quello della liturgia attraverso l’animazione delle celebrazioni, la preghiera in famiglia, l’Adorazione e, mettendo in pratica il tema conduttore scelto dalla Diocesi, la presenza di un’anfora all’interno della quale ogni domenica di Avvento vengono affidati pensieri e preghiere, piccoli tesori di vita dentro un vaso. In cambio, ogni domenica, è stata consegnata la tessera di un puzzle destinata a comporre un presepio da tenere in famiglia. Il secondo pilastro sono le azioni di carità realizzate dal gruppo Caritas con la raccolta viveri per persone e famiglie bisognose e con l’animazione della Giornata della carità e l’allestimento di un mercatino. Terzo fondamentale pilastro quello della catechesi preparata con cura all’interno dei vari gruppi, giovani e giovanissimi, genitori, Acr e a animatori». Da non perdere la visita ai due presepi: uno artistico, allestito dietro la canonica in uno spazio un tempo adibito a stalla; il secondo, a sagome, all’interno del centro parrocchiale. Una curiosità: un presepe realizzato da un parrocchiano è stato esposto, fino a gennaio 2024, nella scorsa mostra “100 presepi in Vaticano”, in piazza San Pietro.

La fertilità rappresentata dalla cornucopia

Casale di Scodosia, al 1° gennaio 2024, conta 4.641 abitanti (casalesi). Lo stemma presenta al centro la cornucopia, simbolo di fertilità e di abbondanza, con le due stelle che vogliono ricordare che un tempo il paese era legato a Montagnana, tradizionale capitale dell’antica Scodosia. 

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