Fatti | Dal Municipio al Campanile
Il modello “8-18” dei campus. Il sindaco: «Offriamo servizi di pre-scuola, scuola, pranzo, aggregazione e associazionismo sportivo, permettendo ai genitori di essere tranquilli sui luoghi dove si trovano i figli»
Una cittadina a misura di famiglie, un luogo dove bambini e ragazzi possono trovare offerte sportive, spazi adatti alle loro esigenze, con educatori adulti a cui affidarli. È quanto esplicita, parlando di Mestrino, il sindaco Marco Agostini, 52 anni, eletto nel 2018 e riconfermato nel 2023. «Abbiamo scelto qualche anno fa di rendere il nostro Comune bello, sicuro e servito, puntando soprattutto al target delle famiglie e lavorando quindi sui servizi che da queste sono richiesti – precisa il primo cittadino, che di professione è ricercatore all’Università di Padova, e che nei viaggi all’estero ha avuto modo di confrontarsi con esperienze organizzative, da riprodurre anche da noi – Il modello a cui ci ispiriamo è quello dei campus, lo abbiamo chiamato “8-18” perché vogliamo offrire ai ragazzi il servizio di pre-scuola, la scuola, il pranzo con l’aggregazione, il doposcuola o l’associazionismo sportivo, permettendo ai genitori di lavorare tutto il giorno ed essere tranquilli sui luoghi dove si trovano i figli».
Mestrino si trova a ovest di Padova, lungo la Statale 11 Padana superiore che conduce a Vicenza; vivace centro industriale e commerciale, accoglie una popolazione di quasi dodicimila abitanti, distribuiti nell’area più centrale ma anche nelle due frazioni, Arlesega e Lissaro. Il paese confina con il Comune di Rubano, dove il prossimo anno sarà collocato il capolinea del tram, un servizio che agevolerà di molto la mobilità verso la città. «In questi anni ci siamo impegnati molto nell’adeguamento delle strutture pubbliche, come scuole, palestre, impianti sportivi, parchi: solo per le aree sportive abbiamo investito fino a 6 milioni di euro negli ultimi anni, e gli spazi continuano a rinnovarsi: attorno alle chiese abbiamo strutturato aree di aggregazione, come a Lissaro dove una coltivazione è stata trasformata in area parco sport; ad Arlesega sono stati realizzati una piazza sportiva di basket e un campo sintetico di calcetto. A Mestrino, accanto alla chiesa, ci sono le scuole con due palestre che sono state interessate da lavori, a giorni inaugureremo il nuovo impianto palestra adiacente alle medie, che sarà fruibile anche dalla parrocchia. Con il parroco, don Sergio Turato, lavoriamo in sinergia, abbiamo progettato il rafforzamento di realtà educative attorno alle comunità parrocchiali, dove i ragazzi possono studiare, giocare, crescere in modo “controllato”, come avveniva un tempo».
Strutture sportive per il tempo libero, anche degli adulti, sorgeranno inoltre nei pressi dello stadio comunale dove, grazie a un accordo pubblico-privato, è nata qualche anno fa un’area dedicata al gioco del padel; in futuro, con un contributo di fondazione Cariparo, verrà realizzato un parco sport polivalente con tennis, beach volley, basket, skate e bike park, spazi per avvicinare allo sport i più piccoli e percorsi vita inseriti nel verde. «A Mestrino non manca poi l’attenzione alla cultura, ambito ugualmente apprezzato dalle famiglie – conclude il sindaco – Abbiamo rinnovato la biblioteca e accolto laboratori didattici “Accademia delle arti” con corsi di musica, teatro, pittura, fumettistica, canto. Nello stabile del vecchio municipio siamo speranzosi di assegnare a breve i lavori che faranno sorgere un nuovo centro interculturale: tre piani con biblioteca e spazi studio/aggregativi per universitari e di rappresentanza. Non mancano infine le rassegna culturali: una di queste, “Incontro con autori veneti”, è iniziata proprio in questi giorni».
Il parroco: «Investiamo nel mondo giovanile, ma vogliamo coinvolgere anche le famiglie: la parrocchia è il luogo di ricerca interiore in cui si parla di Dio, non solo dove si sta bene»
«È vero, con il sindaco e le istituzioni in generale siamo sempre in dialogo, cercando di farlo in modo costruttivo – conferma il parroco don Sergio Turato – Come parrocchia stiamo investendo particolarmente nel mondo giovanile, forti della presenza del vicario parrocchiale don Damiano Terzo, proponendo incontri in gruppo che in genere si tengono il venerdì sera, sia per ragazzi delle scuole medie che delle superiori; nell’estate appena trascorsa sono state vissute una decina di esperienze molto significative che hanno coinvolto i giovani. L’impegno è anche nell’ambito dell’iniziazione cristiana: proprio nello scorso fine settimana abbiamo vissuto una bella giornata di spiritualità e preparazione con educatori e catechisti nella casa di spiritualità La Madonnina di Fiesso D’Artico, in cui c’è stata l’occasione di conoscersi meglio. Più in generale, oltre che i bambini, cerchiamo di coinvolgere le famiglie ma, come un po’ ovunque, non è semplice, viviamo in un tempo secolarizzato: Dio non entra nella vita quotidiana delle persone che vivono come se Lui non esistesse».
Magari non hanno nulla contro Dio, sostiene don Sergio «ma non frequentano la messa; è importante far capire loro che la catechesi non è solo un percorso che fanno i ragazzi per prepararsi ai sacramenti ma un cammino di fede, che loro stessi dovrebbero fare. Ci sono, ovviamente, delle eccezioni e questo è fonte di soddisfazione. La parrocchia deve continuare a essere luogo di ricerca interiore, in cui si parla di Dio, non solo un luogo dove si sta bene e si può trascorrere un po’ di tempo».
A fine agosto, per esempio, la comunità ha festeggiato il tempo della sagra in cui trecento volontari si sono spesi per la riuscita: «È stato molto bello e li ringraziamo per questo, ma la parrocchia deve rimanere un luogo dove, principalmente, si cerca spiritualità; anche per questo ci impegniamo a curare alcuni momenti e le liturgie».
Il dualismo spiritualità-vita “mondana” torna in evidenza quando don Sergio parla della scuola materna parrocchiale, di cui è responsabile. «È sempre più complesso essere sacerdote e, allo stesso tempo, datore di lavoro di chi è impiegato nella scuola: sono due anime completamente diverse, è difficile metterle insieme; fortunatamente sono affiancato da un buon comitato di gestione, che lavora molto bene. Nella nostra struttura lavorano diciassette persone laiche (le suore hanno lasciato una decina d’anni fa, ndr), chi a tempo pieno, chi ridotto, che educano e si prendono cura di cento bambini della scuola materna e di un’altra ventina della sezione primavera».
A Mestrino, oltre alla principale parrocchia di San Bartolomeo, sono presenti quelle di Arlesega dedicata a San Michele Arcangelo, e di Lissaro (San Giovanni Battista); nelle prime due prestano servizio don Sergio Turato e il vicario parrocchiale don Damiano Terzo; nella terza è parroco don Paolo Zordan. Il centro parrocchiale con il circolo Noi è molto attivo e si occupa di organizzare attività e proposte formative, mentre il bar con i volontari è soprattutto luogo di accoglienza e condivisione; c’è anche la Caritas che opera in modo attivo e proficuo, in passato era stata attivata al suo interno un’infermeria solidale, benedetta dall’allora vescovo Antonio Mattiazzo, divenuta oggi un’associazione onlus in seno al Comune. Le parrocchie di Mestrino sono inserite nella collaborazione pastorale di Montegalda insieme a quelle di Barbano, Ghizzole, Grisignano di Zocco, Montegalda, Montegaldella, Santa Maria di Veggiano, Trambacche e Veggiano. E il vicariato è denominato Montegalda-Selvazzano.