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Rubriche | Dal Municipio al Campanile

martedì 5 Novembre 2024

Dal Municipio al Campanile, Pernumia

Il sindaco: «Una comunità consapevole». Il parroco: «Nel segno di don Lucio Ferrazzi»

Nicola Benvenuti

Il sindaco Marco Montin: «La nuova biblioteca in Villa Cà Dottori valorizza il nostro patrimonio». La bonifica del capannone dei veleni? Grande lavoro dell’assessore Roberto Marcato»

Pernumia è un Comune di 3.754 abitanti (a gennaio 2024) tra Monselice e Conselve, nel cuore della Bassa Padovana, la cui importanza nell’antichità è testimoniata dai numerosi ritrovamenti di epoca greca risalenti al Quinto secolo avanti Cristo. Nonostante i numerosi saccheggi e distruzioni che la storia locale ci ha tramandato, Pernumia ha continuato a svilupparsi nel corso dei secoli arricchendosi di costruzioni, chiese, monasteri e ospitali, tra cui lo scomparso Ospitale della Trinità con annessa cappella, oggi unica superstite, e l’Ospitale Ca’ di Dio o Casa del Capitano. Pernumia è famosa in particolar modo per aver dato i natali a quello che è considerato il più importante commediografo del Cinquecento, Angelo Beolco detto il Ruzante, ma non solo: qui nacque nel 1927 mons. Alfredo Magarotto, vicario generale della Diocesi di Padova e poi vescovo di Chioggia e Vittorio Veneto. E qui è stato parroco per 45 anni don Lucio Ferrazzi, servo di Dio, del quale è in corso il processo di beatificazione. «Siamo nati cristiani e da questo non posso prescindere»: si presenta così Marco Montin, sindaco di Pernumia dal 2020, ma presente nell’amministrazione comunale da diversi anni. Per il primo cittadino, compito di un amministratore «è fare non soltanto piste ciclabili, che pure sono utilissime, ma cercare di far crescere la comunità nella consapevolezza. In questo senso abbiamo realizzato la nuova biblioteca in Villa Cà Dottori-Griffey, un vero e proprio centro culturale, che valorizza anche il patrimonio di Pernumia». Ma nel cuore e nelle intenzioni del primo cittadino, vi è anche altro: l’acquisizione al patrimonio immobiliare del Comune di Villa Maldura. «È un dovere morale verso i nostri cittadini, dando seguito alla scelta illuminata che fece a suo tempo l’arciprete don Giovanni Prosdocimi che l’acquistò e la donò alla parrocchia». Palazzo Maldura ha ospitato la scuola materna parrocchiale fino agli anni Novanta e ora è chiusa, mentre l’ampio parco che la contorna è fruibile grazie a un accordo tra parrocchia e Comune: «Con la comunità cristiana di Pernumia l’amministrazione ha un rapporto stretto e costruttivo che ci ha consentito e ci permetterà anche in futuro una bella collaborazione» spiega Montin. Un territorio, quello di Pernumia vocato soprattutto all’agricoltura, noto per la coltivazione dell’asparago in particolare, ma con una zona produttiva abbastanza sviluppata, anche per la prossimità al casello autostradale di Monselice. A marzo 2024, poi, la conclusione del “caso C&C”, il capannone adibito per realizzare sottofondi stradali tramite recupero di rifiuti chimici, e che rischiava di diventare una bomba ecologica e sanitaria. Dopo il fallimento nel 2005 e il sequestro della fabbrica, priva di autorizzazione per gestire materiale pericoloso, le 11 condanne a 40 anni complessivi in primo grado sono state vanificate dalla prescrizione. Per la bonifica, affidata a Veneto Acque, la Regione ha messo a disposizione 15,7 milioni di euro, gran parte dei quali ricavati dalla legge speciale per Venezia, somme per le quali la Regione intende rivalersi sui responsabili: «È stato fatto un grande lavoro da parte dell’assessore regionale Roberto Marcato che ha compreso bene il rischio che correva il nostro territorio, con una soluzione definitiva», sottolinea il sindaco Montin.

Don Matteo Fornasiero: «La comunità è permeata da una fede profonda». Il prossimo 21 novembre il campanile compie 200 anni: «Abbiamo realizzato una pubblicazione»

«È una comunità permeata da una fede profonda, che prende le mosse dal lungo ministero di don Lucio Ferrazzi». Descrive così Pernumia don Matteo Fornasiero, arciprete dal 2018 della parrocchia Santa Giustina vergine martire, in passato missionario fidei donum in Brasile, e che da qualche tempo guida anche le comunità cristiane di Vanzo e San Pietro Viminario, con il supporto di don Roberto Pressato. Parlando della parrocchia non si può prescindere dalla figura di don Ferrazzi, parroco dal 1910 fino alla morte nel 1955, dichiarato servo di Dio, dopo il processo diocesano che lo ha riconosciuto campione di carità pastorale e modello di spiritualità. La sua presenza così lunga e significativa a Pernumia ha lasciato un segno evidente: «Quella di don Ferrazzi era una fede tradizionale, che permane anche oggi, ma rinnovata nella fedeltà, nell’impegno e nella continuità dei fedeli», sottolinea ancora don Matteo. In parrocchia si respira una buona partecipazione alle liturgie domenicali, ma la chiesa, anche grazie alla posizione centrale nel paese, viene frequentata quotidianamente da molte persone. «Abbiamo un bella presenza di giovani di Azione cattolica, così come un bel gruppo di animatori e da qualche tempo c’è anche il supporto di alcuni adulti, mamme in particolare, che danno una mano nelle varie attività», racconta ancora don Fornasiero. Tra le attività che vengono proposte in parrocchia ci sono gli incontri nel corso dell’anno rivolti ai ragazzi delle medie e superiori, che vedono una buona e continua partecipazione, ma anche il Grest estivo. Un’iniziativa propria della comunità cristiana di Pernumia è poi la “benedizione degli zainetti”, che viene fatta in chiesa all’inizio dell’anno scolastico e raduna studenti e studentesse assieme alle loro cartelle con libri e materiale scolastico. La chiesa parrocchiale, intitolata a santa Giustina vergine martire, dice della lunga storia che sta alle spalle e le cui tracce evidenti sono state trovate durante gli scavi per i lavori di rifacimento del pavimento della chiesa. Furono intrapresi dalla parrocchia il 6 luglio 1988 e hanno restituito, in maniera del tutto inaspettata, le vestigia di un antico edificio sacro. Al di sotto della pavimentazione sono stati rinvenuti, infatti, i resti dell’antica chiesa medievale: una grande basilica a tre navate divise da colonne di mattoni, costruita in bello stile romanico. Il prossimo 21 novembre ricorrono i duecento anni della costruzione del campanile, anniversario in occasione del quale la parrocchia ha dato alle stampe un’agevole pubblicazione dal titolo Duecento anni di rintocchi che ne ripercorre la storia, con un focus sulle sei campane poste nel castello della torre. «Nel territorio della parrocchia sono disseminati diversi oratori e chiesette che la comunità conserva con cura» spiega don Matteo. Il più noto è l’oratorio della Santissima Trinità che risale all’Undicesimo secolo e conserva al suo interno affreschi del Cinquecento, acquisito all’interno del patrimonio della parrocchia grazie alla sensibilità di don Giovanni Prosdocimi. A Maseralino c’è, invece, la chiesetta intitolata alla Madonna del Carmelo, mentre alla Casona la chiesetta dedicata alla Madonna del Lavoro, una delle pochissime in tutta Italia. Uno sguardo, infine, all’amministrazione: «I rapporti sono improntati a una bella collaborazione, clima positivo che poi si riflette anche nelle relazioni con la Pro Loco, nell’organizzazione di momenti di aggregazione per la comunità».

Nel simbolo, una piccola fortezza e un braciere

In epoca romana Pernumia era già attestata come insediamento commerciale lungo la strada che collegava Bologna ad Aquileia. Il 7 ottobre si festeggia santa Giustina, patrona della città. Il simbolo vede la presenza di una piccola fortezza, e di un braciere d’argento con cinque fiammelle, simbolo dei signori padovani Pernumia.

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