Fatti | Dal Municipio al Campanile
Tra argini, ville e zucchero. Il sindaco: «Un importante zuccherificio ha trasformato il territorio principalmente agricolo in un centro ricco e industriale. Qui sono attive tra le più antiche società sportive padovane»
Cittadina della Saccisica attraversata dal fiume Bacchiglione che la divide a metà tra la sponda sinistra e quella destra, Pontelongo è snodo di collegamento tra il territorio di Piove di Sacco, Padova e Venezia.
È caratterizzata dalla presenza di due ponti: quello centrale davanti alla villa comunale, e un secondo che affianca la ferrovia; gli argini, realizzati nella seconda metà dell’Ottocento, sono importanti direttrici stradali per la viabilità locale.
Pur essendo un piccolo paese, Pontelongo riserva più di qualche curiosità: «Evidenzierei innanzitutto la presenza della bella villa Foscarini Erizzo, sede del Comune – racconta il sindaco, Lisa Bregantin – Il nucleo centrale risale al 1450, epoca in cui queste terre erano dominate dai possedimenti dei nobili veneziani e, in parte, dei monaci benedettini. Dopo l’arrivo di Napoleone le proprietà furono smembrate in lotti più piccoli e vendute. Oggi, nonostante la perdita del suo splendido giardino originale, la villa resta un esempio di architettura storica, e per l’amministrazione è un vanto poiché rappresenta una delle sedi comunali più belle. Un altro aspetto che ha caratterizzato la vita sociale di Pontelongo, dal Novecento a oggi, è la presenza di un importante zuccherificio che ha trasformato un territorio prevalentemente agricolo in un centro ricco e industriale; il paese ha sempre mantenuto un rapporto stretto, inscindibile con questa fabbrica. A essa, si affianca un altro elemento storico: un mulino presente dagli inizi del secolo scorso e ancora in attività».
La sede comunale di Pontelongo si trova sulla sponda sinistra del Bacchiglione, che è anche la parte più antica, mentre la chiesa è posizionata sull’altro lato, di poco spostata rispetto al Comune: i due stabili sono quindi dirimpettai, quasi a guardarsi l’uno con l’altro. Il moderno ponte veicola questo dialogo tra istituzione civile e religiosa, a simboleggiare l’equilibrio della comunità, la cui vita si svolge nelle due piazze principali: piazza del Popolo, a fianco alla chiesa, che presto verrà intitolata a mons. Valentino Caon, storico parroco della cittadina; e piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, situata dietro il municipio. La prima ospita anche il monumento ai caduti, memoria storica che ricorda le vittime della prima e seconda guerra mondiale. «Un tema, quello della guerra, ancora molto sentito in paese, che vede la presenza di reti associative legate ai combattenti, dai Lagunari agli Alpini. La memoria viene celebrata anche attraverso il museo GeSTA (Guerra e Saccisica testimonianze avvenimenti) che il prossimo 30 novembre, in occasione della festività di sant’Andrea, inaugurerà un nuovo allestimento. Nel nostro territorio sono attive altre associazioni, dalla Pro loco alle società sportive di calcio, basket e pallavolo; a Pontelongo, nel 1911, è nata una delle prime società calcistiche padovane: il Cp Pontelongo. L’anno scorso, invece, abbiamo festeggiato i cinquant’anni di vita della Kf Pontelongo 1974, nata da un gemellaggio con la città tedesca Bietigheim, che promuove, tra le varie iniziative, anche un concorso di poesia».
Un’altra struttura eccezionale è la ex Casa del Fascio: «Fu costruita nel 1938 su iniziativa di Ilario Montesi dello zuccherificio, progettata da Quirino De Giorgio, con funzione di centro ricreativo; oggi rimane un raro manufatto architettonico simbolo di quel tempo, uno spazio polivalente per la comunità, utilizzato per lo sport e i grandi eventi».
Il parroco: «Nel 2026 ricorrono i 350 anni della processione del voto con la statua della Madonna. Dopo il Covid, alcune famiglie hanno supportato il circolo Noi, dando energia»
A Pontelongo don Carlo Pampalon è parroco da nove anni, nella parrocchia di Sant’Andrea Apostolo. «Della nostra comunità mi piace sottolineare soprattutto il bel gruppo di giovani che si è creato in questi ultimi anni, sia per l’attività del grest, che qui dura per tutto un mese, che per quella dei campi scuola; un aspetto non da poco in tempi in cui è complesso riunire i più giovani attorno alla parrocchia, tanto più in un territorio di 3.700 abitanti, in cui le famiglie nuove sono poche e i funerali superano di quattro volte le nascite. Nel corso dell’anno cerchiamo di curare la pastorale giovanile con momenti di formazione e ho notato che qualche giovane decide di rimanere, anche dopo gli anni di animazione del grest, mettendosi a disposizione del patronato».
Una bella realtà storica a Pontelongo, nel tempo del Natale, era la realizzazione del presepe vivente, ma il tempo della pandemia ha fatto venire meno questa iniziativa che era piuttosto conosciuta nel territorio. Non è venuta meno, invece, un’altra antica tradizione, lunga più di trecento anni: «Si tratta della processione con la statua della Madonna, ricorrenza annuale risalente al 1676 quando venne fatto a lei un voto per la liberazione del paese dalla peste – prosegue don Carlo – Si svolge la prima domenica di maggio e, nel 2026, ricorrerà il 350° anniversario di questo evento: ci stiamo preparando per i festeggiamenti che dovrebbero vedere anche la presenza del vescovo. Durante la solenne processione lungo le vie del paese, la statua della Madonna viene condotta dai portatori a piedi scalzi, vestiti di azzurro, colore della veste di Maria, e con la cinta viola, in segno di penitenza. Insieme alla statua della Madonna, sfilano anche quelle di altri santi, come sant’Andrea e santa Maria Goretti, e la croce. L’evento è cuore della vita dei parrocchiani, molto sentito da tutti i pontelongani e dagli abitanti dei paesi limitrofi».
Fino al 1944 a Pontelongo, oltre alla chiesa principale, era presente anche quella di San Giovanni, situata sull’altro lato del fiume, colpita dai bombardamenti della guerra, come buona parte del paese: ogni anno si ricordano i 33 morti di quel tragico 14 maggio 1944. La parrocchia oggi è inserita nella collaborazione pastorale Terranova (che comprende dodici comunità: Brenta d’Abbà, Cantarana, Civè, Cona, Concadalbero, Correzzola, Monsole, Pegolotte, Pontelongo, San Lorenzo di Bovolenta, Terranova, Villa del Bosco); il nome Terranova rimanda a quello della frazione, dove fu insediata la prima chiesa della zona, la più antica. «In parrocchia è attivo il circolo Noi che, dopo il Covid, ha avuto qualche problema a ricostituirsi – aggiunge il parroco – È stato bello però vedere come alcune famiglie si siano messe a disposizione, affiancando la presidente e dando quindi nuova vita all’associazione, con diverse iniziative, soprattutto estive. Con l’amministrazione comunale la collaborazione è buona su più fronti, in particolare per l’organizzazione della processione annuale, nata proprio per volontà del “sindaco” di allora come collaborazione tra mondo civile e religioso».
Da alcuni decenni non è più presente a Pontelongo la scuola paritaria, anche se in passato è stata punto di riferimento della comunità, facendo la storia del paese; oggi sono attivi un asilo e le scuole primaria e secondaria comunali, situate dietro lo stabile del Comune.
A completare il quadro sociale, una residenza per anziani, intitolata al benefattore Antonio Galvan, considerata fiore all’occhiello della sanità locale, con i suoi novanta posti letto e un progetto di ampliamento per ulteriori trenta.