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Rubriche | Dal Municipio al Campanile

martedì 21 Gennaio 2025

Dal Municipio al Campanile, Torreglia

Il sindaco: «Caniteri, iniziative e patti». Il parroco: «Una comunità che accoglie»

Nicoletta Masetto

Il sindaco Marco Rigato: «Lavori per la mensa scolastica, per la pista ciclabile, ma edificabilità pari a zero, solo recupero dell’esistente. Attenzione poi ai giovani e alla loro educazione»

Sarà un anno di cantieri aperti per Torreglia, comune di circa 6.100 abitanti adagiato sui Colli Euganei. Due, tra tutte, le opere più importanti. «La prima è la nuova mensa scolastica da 120 posti, all’interno dell’area di pertinenza delle scuole Facciolati e Don Bosco. I lavori, iniziati a giugno 2024, si sono conclusi in tempi record – spiega il sindaco Marco Rigato – A breve l’inaugurazione dell’edificio, finanziato con il Pnrr per 520 mila euro, costo totale di 600 mila euro». Il secondo intervento in cantiere è la nuova pista ciclabile di collegamento all’anello dei Colli Euganei, un tracciato complessivo è di 2,8 chilometri suddivisi in tre tranches. Ma ben prima delle opere viene la comunità. A partire dalle sue pietre angolari: le relazioni. A dirlo, con convinzione e fuor di retorica, è lo stesso Rigato, nato e cresciuto in un paese in cui, per precisa scelta dell’amministrazione pubblica, il nuovo Pat (Piano di assetto del territorio) prevede che la futura edificabilità sia pari a zero. Di fatto, zero cementificazione e grande attenzione al recupero, manutenzione e valorizzazione dell’esistente. A fare la differenza sono piuttosto una serie di “patti” voluti dall’amministrazione in stretto raccordo con altre istituzioni e realtà del paese. «Il più recente è il Patto digitale di Comunità – spiega Rigato – un’occasione concreta rivolta alle famiglie per educare i ragazzi all’uso cosciente degli smartphone». Primo firmatario lo stesso Rigato che è padre di tre figlie di 21, 17 e 8 anni. «Da cittadini e ancor più come genitori, dovremmo essere i primi a mettere in pratica le regole se poi vogliamo farle applicare. Il Patto è un’alleanza tra genitori: una rete di adulti ha più forza di una singola famiglia». La stesura è nata da un percorso di un anno, guidato da professionisti, in cui alcuni adulti (genitori, insegnanti o membri di associazioni e consiglio pastorale), hanno discusso e si sono confrontati sul tema del digitale e dei social. L’altro Patto è quello educativo. Tanti i progetti avviati, i laboratori creativi pensati per bambini e ragazzi in collaborazione con la scuola, le occasioni di incontro e formazione per adolescenti e maggiorenni. «Tra le iniziative il progetto “Pietre della memoria” che ha permesso, sempre ai ragazzi delle scuola secondaria, di conoscere, vivere e raccontare i luoghi della memoria del nostro paese in una modalità così coinvolgente da meritare, per due volte, la vittoria del primo premio tra le scuole venete». Il progetto, accolto dal comprensivo di Montegrotto, ha coinvolto gli alunni delle classi terze della scuola “J. Facciolati” che hanno partecipato al concorso “Esploratori della memoria” promosso dall’Anmig (Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra). «Grazie a questa opportunità di impegno – conclude il primo cittadino – gli alunni hanno potuto vivere l’esperienza di accogliere in classe testimoni diretti e indiretti della storia di Torreglia e con loro hanno visitato monumenti, cippi e lapidi che simbolicamente la rappresentano. Le “pietre” commemorative del nostro paese sono così diventate un’opportunità per “srotolare” la Storia. Ciò che rimarrà in tutti i ragazzi sarà sicuramente l’esperienza di aver raccolto con propria mano, sentito con le proprie orecchie e osservato con sguardo più attento monumenti che rappresentano una parte della Storia di cui anch’essi fanno parte, da testimoni più consapevoli».

Il parroco don Franco Marin: «Anche qui si fanno i conti con l’invecchiamento della popolazione, ma non lasciamo indietro nessuno. Giovani e giovanissimi sono molto attivi e impegnati»

«Torreglia è una comunità fondamentalmente tranquilla, coesa e operosa». Don Franco Marin non ha dubbi nel riassumere in poche parole i tratti distintivi della comunità della parrocchia del capoluogo. Un paese in cui si trovano tre chiese, Sacro Cuore di Gesù, San Martino a cui fanno capo rispettivamente le parrocchie di Torreglia guidata da don Franco Marin e di Luvigliano di cui è parroco don Placido Verza, e San Sabino, una chiesa millenaria, di fatto chiusa, che si apre alla comunità solo per alcune importanti occasioni per la storia e la devozione locali. Tra questi il pellegrinaggio annuale che si svolge per tradizione il lunedì dell’Angelo da Monteortone a San Sabino. Custodita in una nicchia nella parete sud della navata, davanti all’altare di Santa Caterina e San Domenico, si trova infatti una bellissima statua della Madonna del Carmelo. L’opera fu collocata nella chiesa alla fine della peste del Seicento che si diffuse nel territorio e, dopo la quale, le popolazioni iniziarono ad andare in pellegrinaggio al vicino santuario mariano di Monteortone, in segno di preghiera e Sarà un anno di cantieri aperti per Torreglia, comune di circa 6.100 abitanti adagiato sui Colli Euganei. Due, tra tutte, le opere più importanti. «La prima è la nuova mensa scolastica da 120 posti, all’interno dell’area di pertinenza delle scuole Facciolati e Don Bosco. I lavori, iniziati a giugno 2024, si sono conclusi in tempi record – spiega il sindaco Marco Rigato – A breve l’inaugurazione dell’edificio, finanziato con il Pnrr per 520 mila euro, costo totale di 600 mila euro». Il secondo intervento in cantiere è la nuova pista ciclabile di collegamento all’anello dei Colli Euganei, un tracciato complessivo è di 2,8 chilometri suddivisi in tre tranches. Ma ben prima delle opere viene la comunità. A partire dalle sue pietre angolari: le relazioni. ringraziamento. Un pellegrinaggio che continua ancora oggi. Don Franco, originario del Piovese, è parroco di Torreglia dal 2013. «La comunità, che si connota da sempre come tranquilla, è cresciuta e si è sviluppata in un territorio che si stende altrettanto armonioso sul versante est dei Colli Euganei nel quale, nel corso degli anni, non ci sono stati per fortuna stravolgimenti traumatici. Certo, anche qui si fanno i conti con l’invecchiamento sempre più crescente della popolazione, con le fragilità e il disagio che, però, in una comunità accogliente e unita si è cercato di non lasciare mai indietro». Don Franco sottolinea la grande attenzione che la parrocchia riserva ai giovani. «Il nostro consiglio pastorale ha scelto di prendersi in carico, in maniera diretta, la pastorale giovanile – afferma il parroco – affidandola a un gruppo di adulti. Giovani e giovanissimi sono molto attivi, si ritrovano in incontri periodici durante tutto l’anno. Questi stessi ragazzi da animati diventano poi animatori e proseguono l’attività. In questi mesi il grande impegno è la preparazione per camminare insieme sui passi del Giubileo come pellegrini di speA dirlo, con convinzione e fuor di retorica, è lo stesso Rigato, nato e cresciuto in un paese in cui, per precisa scelta dell’amministrazione pubblica, il nuovo Pat (Piano di assetto del territorio) prevede che la futura edificabilità sia pari a zero. Di fatto, zero cementificazione e grande attenzione al recupero, manutenzione e valorizzazione dell’esistente. A fare la differenza sono piuttosto una serie di “patti” voluti dall’amministrazione in stretto raccordo con altre istituzioni e realtà del paese. «Il più recente è il Patto digitale di Comunità – spiega Rigato – un’occasione concreta rivolta alle famiglie per educare i ragazzi all’uso cosciente degli smartphone». Primo firmatario lo stesso Rigato che è padre di tre figlie di 21, 17 e 8 anni. «Da ranza. Anche i nostri giovani vi parteciperanno, un’adesione che inizia prima della partenza, proprio con il coinvolgimento, l’approfondimento e la preghiera a livello parrocchiale. Poi, una volta tornati a casa, proseguiranno con un momento di verifica e festa in parrocchia e con il racconto di ciascuno nel quotidiano. Il Giubileo è un’occasione perché la misericordia di Dio e l’esperienza di Chiesa possano portare luce nelle scelte di tutti i giorni sia dei ragazzi e delle ragazze che vivranno questa esperienza che dei loro educatori e delle comunità che li accompagneranno». La parrocchia è già al lavoro anche per l’organizzazione dei campiscuola estivi che, quest’anno, in concomitanza con la partecipazione al Giubileo, si articoleranno in un’unica settimana a Tonezza del Cimone. Don Franco Marin sottolinea altri gruppi di impegno della comunità parrocchiale: il circolo Noi, le attività e le rassegne proposte con grande partecipazione e interesse dalla sala cinema e teatro parrocchiale Perla, il gruppo Caritas sempre attento alle necessità delle persone sole e bisognose, l’attenzione nei confronti degli anziani «in collaborazione con associazioni di volontariato molto attive nel territorio».

L’etimologia legata ai tori oppure alle torri

L’origine etimologica del nome è molto antica e incerta: potrebbe derivare da “taurilia” con riferimento alla lotta tra tori organizzata da Antenore per ringraziare gli dèi dopo la fortunata fuga da Troia, oppure da “turricula” o “turrilia” con riferimento ad una torre di avvistamento divenuta poi il campanile della chiesa di San Sabino.

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