Idee
Ddl Zan. Dibattito pieno di accuse e offese per la legge antidiscriminazione
Ddl Zan. Il metodo con cui ci si confronta condiziona anche il contenuto. E nessuno, fino a questo momento, ha chiesto ai giovani cosa ne pensano
Ddl Zan. Il metodo con cui ci si confronta condiziona anche il contenuto. E nessuno, fino a questo momento, ha chiesto ai giovani cosa ne pensano
“Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. Questo è l’articolato titolo del disegno di legge su cui da tempo si sta discutendo in Italia sintetizzato in “ddl Zan”. Senza fermarmi sui contenuti e l’acceso dibattito che si è aperto su alcuni passaggi, ripreso in più occasioni anche da questo giornale, vorrei condividere alcune riflessioni sul metodo che, come in tante altre circostanze – si pensi alla questione dei vaccini o del green pass – non interessa solo la forma, ma condiziona anche il contenuto di una discussione. Tra i molti interventi che ho potuto leggere non ne ho incontrato uno – certamente è una mia mancanza – che raccontasse ciò che i più giovani pensano di questo ddl e delle discussioni che ne sono seguite.
Dal mio piccolo e parziale osservatorio, ho provato a chiedere a ragazzi/e tra i 16 e i 17 anni, durante un camposcuola ad Assisi, qual era il loro parere sul ddl. Mi aspettavo la tipica risposta di adolescenti un po’ distratti o attenti più alle loro problematiche esistenziali che alle noiose discussioni che si svolgono in Parlamento. Invece, con mio stupore, la discussione che si è avviata mi ha suggerito degli interessanti spunti anche riguardo al metodo usato nel trattare questi temi.
Prima di tutto, conoscevano il disegno di legge. Sapevano che in Parlamento si stava discutendo di una legge che andava a punire chi discrimina o diffonde opinioni che possono indurre a compiere atti violenti contro le persone suddette. Inoltre, tutti erano d’accordo sull’importanza di questa legge: tutte le persone devono essere rispettate, sempre e comunque! Non tutti i giovani sono fuori dal mondo, come spesso si dice e, forse, su alcuni temi sono più informati anche degli adulti. Infatti, qualcuno è rimasto deluso dalle discussioni che si sono svolte in Parlamento. Su di un tema così importante, dicevano, non si può sostenere la propria posizione con argomenti banali o che sfiorano il ridicolo: siamo nel luogo in cui si manifesta il più alto livello della convivenza politica, non al bar. Ascoltandoli, mi sono chiesto: quanti tra coloro che si sono schierati da una parte o dall’altra della barricata hanno letto il ddl o hanno ascoltato con attenzione qualche intervento in Parlamento?
Quando ho chiesto loro se erano a conoscenza delle criticità messe in luce da più parti, alcuni, onestamente, hanno risposto che non avevano letto tutto il ddl nel dettaglio e pertanto non erano in grado di esprimere un giudizio complessivo su qualcosa che non conoscevano o che non avevano compreso del tutto. Ho cercato di elencare le questioni in discussione e ho percepito la sincera disponibilità a capire, lungi da ogni barricata ideologica o pregiudiziale che spesso blocca ogni possibilità di dialogo tra i “grandi”. Proprio su questo ultimo aspetto non riuscivano a capire come possano delle persone deputate dai cittadini a governare una Nazione a non mettersi d’accordo nel promulgare una legge con dei risvolti così importanti per la vita delle persone. Spesso sono gli adolescenti ad essere accusati di chiudersi nelle proprie convinzioni senza voler sentire ragione, una persona matura invece dovrebbe ascoltare con attenzione le ragioni dell’altro… dovrebbe.
Come si fa a discutere una legge che ha lo scopo di contrastare ogni discriminazione, offendendo, accusando, “discriminando” chi la pensa diversamente? Se i più giovani mantengono alti i loro ideali, possiamo sperare che la politica in futuro ritorni ad essere quella “forma alta di carità”. Nel presente, sarebbe significativo imparare ad ascoltare, senza cadere in quelle contraddizioni di cui parlavo sopra, che sintetizzo reinterpretando una famosa citazione di George Orwell: «Tutti hanno diritto di dire la propria opinione, ma alcuni hanno più diritto di altri».
don Giorgio Bozzadocente di teologia morale sociale
L’iter parlamentare per l’approvazione del disegno di legge, che prende il nome dal deputato padovano del Pd Alessandro Zan, riprenderà a settembre. Lo scorso 20 luglio la discussione al Senato si è bloccata per l’ingente numero di emendamenti presentato dalle forze politiche (672 dalla Lega, 134 da Forza Italia, 127 da Fratelli d’Italia, un’ottantina dalla senatrice Udc Paola Binetti, quattro da Italia Viva) che si concentrano per lo più sugli articoli 1, 4 e 7. La mediazione, in particolare tra Pd e Lega, appare impossibile e il fatto che la discussione potrebbe riprendere in piena campagna elettorale per le amministrative non permette previsioni sull’esito finale del processo legislativo.