Idee | Pensiero Libero
«La politica è un modo esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri e ogni cristiano è sempre chiamato a questa carità, secondo la sua vocazione e le sue possibilità d’incidenza nella vita della polis. Nessuno può abdicare alla sua responsabilità socio-politica, né può limitarsi a consegnare ad altri deleghe in bianco. Per questo il libero voto per la promozione del bene comune rimane un diritto ma è anche un dovere. Nell’attuale fase storica così densa di complessità, di conflitti e di crisi inedite, nessuno – tanto meno il cristiano – può assumere un atteggiamento rinunciatario e individualistico. C’è bisogno del contributo di tutti».
Così si apre il messaggio che i vescovi del Veneto hanno inviato ai mezzi di comunicazione nei giorni scorsi in vista delle elezioni regionali di domenica 23 e lunedì 24 novembre. Un appello assolutamente necessario: sono molti e importanti i problemi che chi verrà eletto dai cittadini alle urne dovrà affrontare nel prossimo quinquennio dallo scranno più alto di palazzo Balbi, ma lo spettro dell’astensione rischia di privare la nuova amministrazione regionale di un reale mandato popolare. Non è un caso se i due candidati alla presidenza alla guida delle coalizioni più ampie hanno ripetutamente chiesto agli elettori di non disertare i seggi e di conferire la propria preferenza al candidato prescelto, alla lista e anche a uno o due candidati consiglieri (importante che siano un uomo e una donna).
I vescovi utilizzano un’espressione particolarmente incisiva: «abdicare alla propria responsabilità socio-politica», un gesto che nessuno oggi può permettersi di compiere. Riflettendo sulle ragioni a sostegno di questa tesi non è complesso distillarne un paio. L’epoca vorticosa che stiamo attraversando – nella quale gli equilibri interni e nazionali sui quali ci siamo cullati negli ultimi ottant’anni sono in fortissima crisi – ha bisogno di visione e capacità di decidere. Mai come ora sapere che tipo di Veneto vogliamo (come pure di Italia e di Europa) e scovare, ovunque esse siano, senza paraventi ideologici, le competenze in grado di costruirlo è necessario. Il mondo di questi inizio terzo millennio chiede interventi forti per governare processi che, se lasciati sbandare selvaggiamente, rischiano di soverchiare l’intera società.
Abbiamo la fortuna di abitare una delle aree più ricche e sviluppate del Continente, grazie a quanto hanno fatto i nostri avi per uscire dalla miseria e stabilire la pace su territori martoriati dalla guerra. Nelle fila degli imprenditori, dei docenti, dei molti volontari e dei sanitari, nascono ogni giorno talenti preziosi, capaci di grandi imprese scientifiche e industriali, come pure di relazioni significative che si fanno spina dorsale per la vita di una comunità. Chi sarà chiamato ad amministrare il Veneto avrà il compito cruciale di armonizzare tutti questi talenti, ridefinendo quelle dinamiche un tempo preziose – in campo socio-economico – che oggi segnano il passo e non sono più utili a un modello di sviluppo che non si vuole per alcuni pochi, ma per il benessere di tutti.
In questa nostra ricchezza, albergano anche problemi e lacune. Sentiamo scricchiolare la sanità, specie quella territoriale; il welfare fatica a rispondere alle crescenti esigenze di una popolazione che invecchia e non ha sufficienti risorse dalle esigue generazioni di giovani; la piccola e media impresa non sembra bastare in un mondo interconnesso con filiere intercontinentali. Ma evolvere è possibile, innovare per crescere si può. A patto che tutti facciano la propria parte, esprimendo il voto e poi seguendo l’azione politica durante il mandato che verrà: per criticare, ma soprattutto per sostenere e orientare. Come fare? Superare lo scoglio della complessità dei temi (in)formandosi scegliendo fonti sicure e qualificate, alzarsi dal comodo divano di casa nostra e non offrire deleghe in bianco a nessuno, specie sui temi che più ci stanno a cuore. Ci sono 800 candidati al Consiglio regionale, ma hanno bisogno di tutti noi, 4,2 milioni di aventi diritto. Buon voto a tutti.