MosaicoGrazie al progetto Favolosi Animati realizzato da operatori e utenti del centro diurno Mosaico di Padova, 800 bambini delle scuole primarie hanno imparato a conoscere e a confrontarsi con la disabilità.
In base all’Istat, nell’anno scolastico 2015-16 gli alunni con disabilità della scuola primaria erano 88.281 (pari al 3 per cento del totale degli alunni), quelli della secondaria di primo grado 67.690 (il 4 per cento). L’8 per cento degli alunni con disabilità della scuola primaria non era autonomo nello spostarsi, mangiare o andare in bagno (percentuale che diventava del 6 per cento nella secondaria di primo grado). La disabilità intellettiva, i disturbi dell’apprendimento e quelli dello sviluppo rappresentano i problemi più frequenti negli alunni con disabilità in entrambi gli ordini scolastici considerati.
Proprio partendo da questa presenza non di certo invisibile in classe, dall’educazione al rispetto della diversità, gli alunni di alcune scuole primarie padovane sono stati coinvolti negli ultimi tre anni negli ambienti e nelle attività dei centri diurni, per far loro incontrare e scoprire la disabilità, in un’ottica di contrasto ai primi fenomeni di bullismo, cyberbullismo e discriminazione. Grazie al progetto Favolosi animati, promosso e ideato dal gruppo cooperativo Polis, i bambini padovani della scuola primaria sono entrati così, accompagnati da educatori e insegnanti, nel centro diurno Mosaico di via Due Palazzi. Qui hanno assistito ad alcune attività, come narrazioni animate e proiezioni di video, e partecipato a discussioni di gruppo e lavori manuali artistici insieme alle persone con disabilità. In questo modo i più piccoli sono stati avvicinati alle diverse accezioni della disabilità, hanno imparato a conoscerle e a non averne paura. Ciò aiuta a prevenire giudizi e stereotipi e diffonde cultura del rispetto.
«All’inizio pensavo che fosse un edificio grigio, triste, cupo – racconta Giulia, alunna della scuola primaria Lambruschini – ma quando sono entrata, sono rimasta allibita nel vedere tutti quei colori, tutta quell’allegria, la bellissima accoglienza che ci hanno dato». «Io mi immaginavo – prosegue Matteo – che fosse un posto dove le persone disabili venivano aiutate a fare cose che non riuscivano a fare. Mi ha colpito come i disabili riescono a fare così tante cose, solo alcune un po’ facilitate». «Poi siamo passati alla sala dove dipingono – aggiunge Carlotta – facevano quadri in vari modi e coloravano tazze, brocche e piattini; vorrei saper fare anch’io quei capolavori!». E ancora, Giulio: «Quando siamo tornati a scuola ho pensato che questa esperienza è stata fantastica e che mi dispiace per Mattia, un mio compagno assente quel giorno che ha perso questa occasione».
Attivo ormai dal 2012, il progetto ha accolto negli ultimi tre anni un totale di 33 classi e quasi 800 bambini delle primarie. Le testimonianze di alunni, maestre e dirigenti dimostrano il valore e l’impatto che queste iniziative hanno nell’educazione dei più piccoli. «Il presupposto da cui prende avvio il progetto – racconta Barbara Moscato, educatrice responsabile di Favolosi animati – è l’estrema importanza del rendere i “cittadini di domani” competenti e capaci nella relazione con i coetanei con disabilità, in modo spontaneo e naturale. Questo può succedere se si educa alla valorizzazione della diversità, in un’ottica di arricchimento reciproco. Con il supporto di insegnanti e operatori, a volte si rendono conto che chi prende in giro spesso lo fa per paura: paura di ciò che non conosce, paura di non essere accettato, paura di essere fragile. Il progetto è molto importante anche per i nostri utenti: quando il bambino realizza insieme a loro un “ricordo” da portare a casa, qui l’utente riveste un ruolo a cui non è abituato, ha una responsabilità nei confronti del bambino a cui deve insegnare qualcosa».
I numeri confermano l’importanza del progetto del gruppo Polis, registrando negli anni un incremento costante delle classi partecipanti e la collaborazione stabile con il 14° istituto comprensivo Galileo Galilei e con altre scuole padovane.«Per le nostre scuole è importante il concetto di inclusione – spiega Tommasina Paolella, dirigente scolastica dell’istituto Galilei – e in particolare per i bambini è fondamentale familiarizzare con il tema quando sono ancora piccoli
«Inizialmente gli alunni avevano volti curiosi e un po’ increduli come in tutte le nuove esperienze, che muovono emozioni mai provate prima – racconta la maestra Nicoletta dell’istituto comprensivo Francesco Petrarca – Quando ci siamo congedati quei volti erano diventati sorridenti e i corpi leggeri: l’incontro, la condivisione e gli spunti dati per riflettere avevano e hanno lasciato un segno positivo».
