Chiesa | Diocesi
Don Giovanni Dalla Longa. A 15 anni dalla sua morte
Domenica 28 parenti e amici si ritrovano al santuario del Caravaggio, a San Vito di Valdobbiadene, per ricordarlo. Celebra il fratello don Luigi
Domenica 28 parenti e amici si ritrovano al santuario del Caravaggio, a San Vito di Valdobbiadene, per ricordarlo. Celebra il fratello don Luigi
Sono passati quindici anni dalla morte di don Giovanni Dalla Longa. E anche quest’anno – come ogni anno, fedelmente – parenti e amici si ritrovano per ricordarlo e confermarsi a vicenda nel sostegno ai progetti da lui portati avanti nei trent’anni di missione in Kenya, in particolare all’ospedale di North Kinangop, di cui è stato direttore. Qui aveva coinvolto moltissime “forze” italiane, non solo della Diocesi di Padova. A loro, sul letto della malattia, ha chiesto di continuare a sostenere – ciascuno a suo modo – l’ospedale che tanto aveva amato e per cui tanto si era speso.
Parenti e amici si ritroveranno domenica 28 luglio al santuario del Caravaggio, a San Vito di Valdobbiadene, paese natale di don Giovanni. Presiederà la messa, alle 11, il fratello don Luigi. Accanto a lui ci saranno gli altri fratelli – Caterina, suor Andreina e Giacomo – e i parenti. E poi i numerosi amici che continuano a voler bene a don Giovanni e all’impegno, mai urlato, che ha messo nella sua esperienza di fidei donum in Kenya.
«Dopo la messa, com’è ormai tradizione, pranzeremo insieme – racconta don Luigi, che è stato parroco di Vas per 39 anni e ora è assistente spirituale all’Opsa – È un bel momento per ricordare don Giovanni e per rinsaldare i legami che sono nati grazie a lui e che sono cresciuti nel tempo».
Don Giovanni Dalla Longa era nato a San Vito di Valdobbiadene il 22 febbraio 1943. Ordinato sacerdote nel 1968, venne inviato a Sant’Ignazio in Padova come vicario parrocchiale. Già da alcuni anni don Giovanni partecipava alla vita del Movimento dei Focolari. La partenza per il Kenya, come fidei donum, avviene nel 1972. Dal 1976 al 1988 guida la parrocchia di Njabini, una delle prime nate in Nyandarua.
Quello stesso anno l’ospedale di North Kinangop lo accoglie come amministratore e assistente spirituale. Lo guida per quindici anni, coinvolgendo moltissime persone: del posto, certo, ma anche italiane. Le prime avvisaglie della malattia sono del 2000. Viene operato a Monselice e torna in Africa. La malattia “bussa” di nuovo nel 2002. Viene operato a Padova a inizio 2003 e poi torna per un periodo in Kenya. A gennaio 2004 viene ricoverato nella casa sacerdoti all’Opsa. Qui muore il 23 luglio.