Chiesa | Diocesi
Don Giuseppe Maniero. «Ha testimoniato la vicinanza ai poveri con la sua stessa vita»
Don Giuseppe Maniero Il ricordo del Gruppo Polis a un mese della scomparsa
Chiesa | DiocesiDon Giuseppe Maniero Il ricordo del Gruppo Polis a un mese della scomparsa
A un mese dalla scomparsa di don Giuseppe Maniero – 3 marzo 1937-15 gennaio 2025 – la Chiesa di Padova e in particolare il Gruppo Polis, che ha contribuito a fondare, ne ricordano con gratitudine la vita e l’opera. La sua eredità spirituale e sociale continua a essere un punto di riferimento per chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di collaborare con lui. La figura di don Giuseppe Maniero, per anni guida della Caritas diocesana e cappellano dell’Ospedale psichiatrico di Padova, si è distinta per l’impegno profuso nella creazione di iniziative di volontariato e nel sostegno al servizio civile, inteso come diritto all’obiezione di coscienza. La sua vicinanza al mondo giovanile è sempre stata una costante del suo operato. Come racconta Roberto Baldo, coordinatore di Polis Nova: «Don Giuseppe è stato un riferimento morale e valoriale per tutti noi. Già da direttore della Caritas ci ha sostenuto nella nascita delle cooperative e ha sempre mantenuto un legame forte con la realtà delle Cucine popolari. Non era solo un punto di riferimento spirituale, ma un testimone concreto di vicinanza ai poveri». La sua capacità di visione e la sua determinazione hanno reso possibile la fondazione di cooperative come Polis Nova (1985) e Il Portico (1994), con l’obiettivo di offrire integrazione sociale e lavorativa a chi si trovava in situazioni di fragilità. «Ci ha sempre spinto a guardare oltre, a non fermarci di fronte alle difficoltà, ma a prenderci carico delle persone più povere e bisognose» continua Baldo. La sua eredità non è solo nei progetti che ha contribuito a fondare, ma soprattutto nella sua testimonianza di fede e servizio. «Non ci ha mai imposto decisioni, ma ci ha sempre lasciato liberi di scegliere, dandoci l’esempio con la sua stessa vita, in prima persona». Fino agli ultimi giorni, il suo legame con il Gruppo Polis è rimasto saldo: «È stato un maestro che ha insegnato il valore della libertà e della responsabilità, lasciando un’impronta indelebile nelle generazioni future». Nel ritratto comparso dopo la sua morte sul sito della Diocesi di Padova, viene ricordato come don Giuseppe avesse una convinzione profonda: «Dare per scontato il Vangelo è il tradimento del Vangelo stesso». E proprio su questa certezza ha costruito la sua opera, nella convinzione che la carità e la giustizia sociale siano espressioni autentiche della fede, per una solidarietà completa, che risponda alla globalità dei bisogni. Sempre sul sito diocesano è possibile leggere il suo auspicio: «È necessario rimanere fedeli alle finalità e allo spirito delle origini: ascolto della Parola di Dio, unione fraterna, spirito di servizio, condivisione».
Andrea Canton