Mosaico
Dop e Igp, è ora in vigore la nuova legge europea
È ufficialmente in vigore la nuova norma europea che tutela le denominazioni di origine.
È ufficialmente in vigore la nuova norma europea che tutela le denominazioni di origine.
La riforma, che finalmente riunisce ora in un’unica normativa tutte le produzioni dell’agroalimentare, dalle Dop alle Igp, era stata approvata a Bruxelles a ottobre scorso e, dopo la pubblicazione ufficiale nella Gazzetta Europea, è ora applicabile. Darà ulteriore slancio alla difesa dalle imitazioni anche degli 885 prodotti italiani riconosciuti dall’Ue, tra alimentari e vini; tra le conseguenze c’è il divieto di menzioni generiche, come l’ormai celebre Prosek, che emulano le indicazioni geografiche di altri Stati membri. La cosiddetta “Dop economy” nazionale, che per la prima volta ha superato i 20 miliardi di euro di valore della produzione grazie anche a nomi come Grana Padano e Prosecco, plaude alla novità. «La nostra regione – spiega Carlo Salvan, presidente regionale di Coldiretti, organizzazione che ha avviato una campagna di raccolta firme per il cibo tracciato, #nofakeinitaly – primeggia a livello italiano con 4,8 miliardi di fatturato solo di produzioni “blasonate”, generato dalle filiere del cibo e del vino Dop e Igp. Tuttavia continuiamo ad assistere, a livello comunitario, all’apertura verso cibi alternativi o a etichette non sempre chiare sulla provenienza. Proprio l’Europa dovrebbe garantire la trasparenza di quanto portiamo in tavola, dando attenzione al consumatore che predilige sempre più la certezza dell’origine, garanzia del legame con un territorio e di una tracciabilità in linea anche con le scelte di salute». La difesa dei consumatori va di pari passo a quella del giusto reddito ai produttori. «Il vero made in Italy alimentare lo facciamo noi – continua Salvan – con quella parte dell’agroindustria e della distribuzione che non si piega al prezzo più basso, ma valorizza il lavoro di migliaia di imprenditori e si batte per la trasparenza e la tracciabilità per garantire sulle tavole cibo genuino e autentico. È importante rilanciare l’abolizione del codice doganale, fermare le importazioni sleali e dare dignità al lavoro degli agricoltori». Per capire il valore della posta in palio, il made in Italy dal campo alla tavola vede in totale impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740 mila aziende agricole, 70 mila industrie alimentari, oltre 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio. Un vero record, trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa, come testimonia la leadership Ue nel biologico «La nostra regione – sottolinea anche Cia Veneto – è la prima in Italia per numero e valore di prodotti “a denominazione” riconosciuti dall’Ue. È un patrimonio che dobbiamo salvaguardare da imitazioni o da tentativi di appropriazione della denominazione stessa da parte di chi non ha alcun titolo per farlo». Come nel caso, l’ultimo in ordine di tempo, del già citato Prosek, rispetto al quale l’Ue ha chiarito in maniera definitiva che non vi può essere un «uso ingannevole del nome sulle etichette croate o di qualsiasi altro Stato membro, generando confusione tra i consumatori». «L’Europa non ha fatto altro che ribadire un concetto chiave, che portiamo avanti da sempre – commenta il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini – ovvero che le Dop, le Igp, insieme a tutte le denominazioni del vino, vanno tutelate attraverso quegli strumenti che la normativa mette a disposizione. Siamo tenuti a difendere le nostre eccellenze, che richiamano valori quali la tradizione e l’identità».
La nuova normativa europea mette insieme in un’unica base legislativa tutte le produzioni del mondo dell’agroalimentare, del vino e delle bevande spiritose Dop e Igp, rafforza il ruolo dei Consorzi di tutela e fornisce strumenti più efficaci per uno sviluppo competitivo e sostenibile del settore delle produzioni di qualità.